IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI di Vanessa Diffenbaugh

pubblicato da: Mirna - 22 Maggio, 2012 @ 2:12 pm

Un successo editoriale  (in Italia Garzanti)  questo romanzo che si è dilatato a valanga. Vuoi per il passaparola, vuoi per l’accattivante titolo che attrae soprattutto noi donne “The language of flowers“.

Anche l’escamotage di variare sulle copertine l’immagine di un fiore diverso come il  tulipano, la rosa e altri  ha affascinato molte lettrici.

Mi tenevo a debita distanza da esso pensando a un semplice  romanzo rosa, ma poi Cristina l’ha portato  all’Angolo-Papiro del Libri & caffè e con la sua efficacia nel presentarcelo mi ha convinto a leggerlo.

 Si parla di fiori e Cristina vive gran parte dell’anno tra i fiori del suo giardino. Conosce quindi  le sensazioni che piante e fiori regalano a noi umani. Ne so qualcosa anch’io nel breve periodo che trascorro nel mio giardinetto “montaliano” tra amareni, glicine, gelsomino  e rose.

In questa storia i fiori e ciò che essi ci vogliono dire sono intrecciati strettamente con la vita di Vittoria,  abbandonata alla nascita dalla madre e affidata a diverse famiglie e istituti. I fiori sono  dunque un’ancora di salvezza per questa diciottenne  ferita e infelice ;  essi sono le parole, i sentimenti, l’amore che non è ancora riuscita ad avere soprattutto quello di una madre.

E Vanessa Diffenbaugh ci parla di maternità, quella immediata e  più istintiva: dal parto all’allattamento.

Il succhiare con forza dalla mamma tutta la necessaria linfa vitale per vivere. Pagine molto nitide e belle.

Penso a Miki che fra poco le vivrà, e guarda caso sulla copertina di questo volume c’è il tulipano, il suo fiore preferito. Che cosa significa nel linguaggio dei fiori ? “Dichiarazione d’amore”.

In fondo al romanzo c’è il dizionario del linguaggio dei fiori, il significato che in epoca vittoriana si dava ad ogni fiore, dalle famose rose gialle (ed io penso a Madame Olenska de L’età dell’innocenza)  che simboleggiano  l’infedeltà all’ortensia (che io adoro) che significa …distacco!

La storia di Vittoria si dipana su due spazi temporali: quello dei suoi 9 anni quando finalmente riesce a trovare una madre adottiva che ama, ma che per timore di perdere la perde con il suo comportamento aggressivo e ribelle, e quello dei 18 anni quando appena maggiorenne è lasciata in balia di se stessa a costruirsi la propria vita..

La sua forza, seppur tra dolori e sacrifici, viene incanalata grazie proprio ai fiori verso una più equilibrata esistenza. Non mancano certo l’aiuto di persone che la capiscono, la fioraia, qualche amica, e soprattutto Grant anch’egli amante dei fiori e a conoscenza del loro segreto linguaggio.

Un libro, ripeto, che mi sembra adatto più a lettrici femminili, ma che sicuramente si legge con piacere e interesse.

Alla fine Vittoria, un po’ come la Jeanne di Chocolate, riuscirà a comprendere i sentimenti delle persone scegliendo per loro i fiori che le aiuteranno a migliorare o a conoscersi più profondamente.

 Donne e fiori: non siamo strettamente legate?

Ah, il profumo dei lillà: prime emozioni d’amore!

E i mughetti di maggio: ritorno della felicità.

Ma che fiore  vi sentite in questi giorni? Ve lo saprò dire sfogliando le ultime pagine di questo libro.

Per concludere dirò che  regalerei  a tutti voi delle fresie  (facevano parte del mio bouquet di nozze!): amicizia duratura.

Ah, questi vittoriani!

 

 

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8 commenti
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  1. Anche a me è piaciuto sentire Cristina che parlava di questo libro e penso che potrò leggerlo la prossima, ormai vicina estate. Ahimè, non ho il pollice verde e non m’intendo gran che di fiori. Mi piacciono, sì, ma non sono portata a dedicarmi alla loro cura. Me ne dolgo, ma è così.
    Non saprei dire quale fiore mi sento, ma vorrei dire alcune cose che riguardano i fiori.
    Il mio bouquet di sposa era un tralcio di orchidee di colore lilla chiarissimo, come il mio abito. Al ritorno dal viaggio di nozze ho trovato una sorpresa: mia mamma aveva pressato il tralcio e fatto incorniciare alcune delle mie orchidee in un ovale, che è ancora oggi in camera mia. Non posso quindi non amare questo fiore, che leggo significare sensualità e passione!
    Da bambina ho passato tante estati a Volpedo, paese di produzione di ottime pesche. E ricordo che a scuola mi piaceva disegnare i fiori di pesco, così belli nel loro colore rosa, così fittamente affollati sui rami della pianta. Leggo che significa amore immortale: meraviglioso!
    E mi rendo conto che amo moltissimo i fiori spontanei, quelli che si trovano quando si fanno le camminate in montagna: le margherite che si trovano dalla primavera all’autunno, le primule e le pervinche, primaverili come i narcisi che non si devono raccogliere ma che ho raccolto da bambina, i gigli martagon pure proibitissimi e su cui stendo -colpevole- un velo di pudico silenzio, e tanti altri di cui non conosco i nomi. Mi è sempre piaciuto fare mazzolini accostando tanti colori. Nel sottobosco mi piace ancora adesso raccogliere i ciclamini, che profumano intensamente, a differenza di quelli che si comprano dai fiorai.
    Ripensandoci bene, mi sento un fiore di pesco: amo le cose che durano.

  2. Edelweiss, stella alpina. Perchè? Forse perchè è il fiore che maggiormente rimane se stesso, così difficile da addomesticare, da trovare, così “vietato” da cogliere. O forse perchè ne sono sempre stato affascinato per l’idea che mi richiamava delle montagne, dell’aria pura, al di sopra dei marasmi che purtroppo l’uomo abita. Trovarne una, per caso, mentre si arrampica su di una parete di granito, là dove senti solo il frusciare della corda, il tintinnare di un chiodo ben piantato, il richiamo del compagno, il profuno del muschio e quello del silenzio. Si, il silenzio ha un suo profumo: di pulito. E i suoni, li vedi arrivare, quando un sasso, smosso a bella posta dal tuo piede per “pulire” e rendere più sicura la via di salita – e sono rari i sassi sulle vie di granito – quando un sasso precipiita a valle, dicevo, si schianta qualche centinaio di metri sotto di te, e tu stai li, ad aspettare il suono del suo impatto, che sale, veloce, e ti raggiunge un secondo dopo per ogni 330 metri di caduta. Ma il fiore, morbido nei petali, duro nella sua resistenza alle intemperie, è lì, ti sfida come la stessa parete: coglimi, se ne hai il coraggio. No. Non ne ho mai colte, nemmeno quella volta in cui, essendo partito con il buio insieme ad un mio amico per una lunga camminata – non si trattava di scalate – nel buio sbagliammo l’attacco del sentiero, finimmo fuori strada, ci imbattemmo in un prato alto, ripido, bianco … non di neve, bensì di stelle alpine! Per poi alla fine raggiungere la cima di un’ … altra montagna rispetto a quella programmata: comunque oltre i 3.300 metri!. Arrivati in cima – s’era in Piemonte – sulle prime ci sembrò che avessero spostato il Monviso ed il Gran Pic de Rochebrune … poi, subito sopo, capimmo che ad “esserci spostati” eravamo noi. Chissà, chissà se quel prato è ancora intatto …

  3. Carissima Mirna, sono felicissima che il libro ti sia piaciuto, perchè è intenso e prorpio adatto al temperamento di noi donne. Mentre lo leggevo mi ritrovavo in molti “profumi” dei fiori descritti e così mi sono tornate alla memoria le mille sensazioni di quando ero bambina. Sappiamo bene che tutti i profumi, come gli odori in generale, hanno per tutte le persone un grande potere rievocativo e risentendoli è come se rivivessimo “quel” particolare momento. Ricordo distintamente il profumo di violetta che la mamma usava sempre. Nel tempo lo ho poi trovato un pò stucchevole però, quando ho scoperto anche le caramelline alla violetta, tutta me stessa è ritornata a quegli anni. Una mia zia indossava sempre il profumo di Dior e quella nuvoletta di gelsomino che quasi arrivava prima di lei, la rammento con nostalgia. Nel mio giardino, croce e delizia dei miei ultimi 42 anni (!), ho sempre piantato soprattutto arbusti profumati e tante erbe officinali che espandevano intorno il loro olio essenziale anche calpestandole. E da ragazzine, che dire poi del famoso “altarino” del mese di maggio? Era una tradizione che ci prendeva sempre completamente e allora via…a fare a gara a chi allestiva l’altarino più bello. Col risultato talvolta di non riuscire nemmeno a prendere sonno per l’eccessivo profumo!! Ecco questi ricordi sono per me una delle cose più belle della mia infanzia, ma poi crescendo ho provato ancora altre ed intense emozioni. I lilium che troneggiavano sull’altare il giorno delle mie nozze, mi hanno quasi stordita e le rose ricevute dopo la nascita dei bimbi? Ancora più meravigliose ed appassionate.
    Continuo con tenacia a coltivare molti fiori anche se, con la ristrutturazione della casa e del giardino, alcune essenze sono cambiate. Ma altre ne verranno e così potrò assaporare a lungo di questa meravigliosa sensazione. Ti saluto mia cara Mirna, grazie e a presto Cris

  4. Questo libro mi incuriosisce, facendomi evocare un profumo lontano che è quello del gelsomino del Sud, associato a quello della citronella. Ho scoperto entrambi essere repellenti per le zanzare, ma nulla toglie al mio nostalgico ricordo.

  5. Gian Franco mi ha regalato questo libro l’estate scorsa e leggendolo mi sono immersa in un’emozione profonda.
    Amare è la cosa più bella che possa esistere. Desiderare l’amore avendone paura è sconfortante.
    L’autrice ci insegna ad amare conoscendo il significato dei fiori. Ogni fiore ha un suo amore preciso.
    Da bambina, ricordo, che mia madre, la vigilia dell’Ascensione, poneva dei profumati petali di rose in una bacinella con l’acqua e lasciava l’infuso all’esterno della casa. Il mattino seguente ci si bagnava il viso con l’acqua profumata delle rose.
    i fiori mi piacciono tutti perché danno gioia nel vedere il variegato mondo dei colori. Il particolare mi piace l’agapanthus e i buganvillee.
    Cara Mirna ti saluto con un arrivederci a presto.

  6. Ho provato a ricordare che razza di fiori ci fossero alle mie nozze: non ne ho la minima idea. Interiori tumulti, quelli li ricordo.Tuttavia, proprio pochi giorni fa’, qualcuno mi ricordò che alla vigilia del mio attuale matrimonio, tanti, tanti anni or sono, arrivò per me un mazzo di fiori gigantesco, stupefacente, fiori rari (non ricordo il nome), presi chissà dove, mia madre che era un’esperta in materia, disse : ma sono ….da decenni non ne vedevo. Tutta la famiglia , i miei figli e mio marito vollero vedere chi mandava quella magnifica , colorata, magia di fiori rari che parevano fatti di seta impalpabile e cose così. Ma io non me li ricordo quei fiori.

    Belli come fiori sono gli ultimi volumetti pubblicati da IPERBOREA: tornano le opere dello scrittore danese , ammirato tanto da Thomas Mann,e da Ibsen, considerato un grande classico danese, morto nel 1912 Herman Bang. Mi sono immersa nel primo LA CASA BIANCA. , con stupore gioioso: che bellezza!poesia,leggiadria, dolcezza, perfezione con cupi , lontani presagi.. Leggerò al più presto anche LA CASA GRIGIA e L’ULTIMO VIAGGIO DI UN POETA.. E sono così belli questi libri della Casa ed. Iperborea, belli da tenere sempre in vista, graziosamente impilati, come un mazzo di fiori sconosciuti e preziosi.Che poi non appassiscono mai, non puzzano, non sono recisi. Il libro sui fiori a me non era piaciuto. Un abbraccio alla MIKI e a tutti voi.

  7. Cara Rosetta, l’immagine della bacinella d’acqua fresca piena di petali di rose profumate è altamente suggestiva e poetica.
    E mi dà la sensazione di momenti di pausa per riacquistare nuovo slancio vitale.

  8. […] i commenti a un altro libro, su trentobloog.it, si trova questo: “[…] tornano le opere dello scrittore danese , ammirato tanto da Thomas […]