IL VIZIO DI PARLARE A ME STESSA di Goliarda Sapienza

pubblicato da: Mirna - 23 Aprile, 2013 @ 8:26 am

Sento parlare per la prima volta di Goliarda Sapienza nel gruppo di lettura.

Sono sempre stata attratta più dalla letteratura anglosassone per cui  certi autori italiani mi sono sfuggiti!

Ma molte amiche mi parlano con entusiasmo o almeno con grande interesse di un suo romanzo intenso e particolare “L’arte della gioia

“L’arte della gioia è il libro scandalo di una scrittrice straordinaria. È un romanzo d’avventura.  È un’autobiografia immaginaria. È un romanzo di formazione. Ed è anche un romanzo erotico, e politico, e sentimentale. Insomma è un’opera indefinibile, piena di febbre e d’intelligenza, che conquista e sconvolge.”

Per il momento non mi sento di affrontarlo, mentre mi sono incuriosita molto circa la vita della scrittrice. Attrice recitò in teatro e  anche nel film di Luchino Visconti “Senso”, maestra di dizione per molte attrici come Maria Shell, Ornella Muti e altre, vittima di una grande depressione che la portò a subire l’ellettroshock, una breve reclusione a Rebibbia per furto in casa di amiche e dalla cui esperienza nacque il suo “L’università di rebibbia”…insomma una vita interessantissima, appassionata, dolente e intensa.

Quando incappo nei suoi taccuini o diari sono felicissima. Adoro la vita e i pensieri degli artisti, in particolar modo degli scrittori.

Ricordare è tutto: l’etica fondamentale della vita” scrive Goliarda Sapienza e questi diari che vanno dal 1976 al 1989 sono per la scrittrice un esperimento giocoso, un’abitudine, un esercizio letterario e mnemonico di cui non se ne può fare a meno.

Ne so qualcosa anch’io che cominciai a scrivere il diario a 14 anni sull’onda emotiva  del Diario di Anna Frank…e continuo tuttora…soprattutto per ricordare i miei piccoli e talvolta  ripetitivi accadimenti quotidiani…povera Stefania…Se li leggerà come erede…  si addormenterà con più facilità!

Ma scrivere e sgomitolare i propri sentimenti, i  nodi, le emozioni è utilissimo per raggiungere maggior conoscenza  di se stessi.

Ne “Il vizio di parlare a me stessa” ediz. Einaudi, Goliarda Sapienza non solo ci parla di sè, delle sensazioni e stati d’animo forti, dolorosi , poetici ma ci porta nel contesto  politico e sociale degli anni di piombo, della caduta del muro di Berlino. I suoi pensieri si intrecciano  con i personaggi dei libri che sta scrivendo, primi fra tutti  Modesta forse  la sua alter-ego del romanzo  L’arte della gioia.

Ci racconta del  suo  desideratissimo viaggio  in Transiberiana attraverso la Russia fino in  Cina , viaggio che rimarrà sempre nel suo essere come un sogno malinconico per la consapevolezza di una rivoluzione rimasta soltanto al primo gradino. Delusione dei sogni infranti di una generazione che aveva  creduto nel comunismo.

I suoi viaggi al nord, in Olanda, Germania, Austria le fanno capire quanto figlia del sud essa sia.  Persino a  Trieste o a Guastalla si sente oppressa dal freddo e dal grigio, i suoi pensieri sono ovattati.

Non riesce a vivere sotto i cieli plumbei del nord  – per non diventare cieca ha bisogno del sole –  il sole di Roma, di Gaeta  e della sua natia Sicilia.

E’ chiaro il perchè di questi miei pensieri malinconici. Il nord ha una bellezza come tutto, ma per me non c’è vita qui. Non potrei più scrivere una riga senza il sole, e credo col tempo potrei diventare cieca. Non cieca metafisicamente, ma biologicamente”

Taccuini riempiti dall’anima di una persona  preziosa, dallo sguardo acuto e sensibile, dalla vita complessa  e  ricca di esperienze. La prefazione è scritta da suo marito  Angelo Pellegrino che ha scelto le pagine da pubblicare  tra le  circa 8000  manoscritte . Questi diari appartengono a un’età cruciale quelli dal 1976 al 1989;  Goliarda è nata nel 1924 e morirà nel 1996.

“Sono gli anni della fine dell’utopia nata dalla contestazione studentesca, un’età di svolta epocale del nostro paese nel segno di una grande involuzione. !!!”  E del suo gesto disperato, quel furto simbolico, che la porterà in carcere.

Un vasto mondo parallelo quello dei Taccuini, testimonianza del suo sentire più intimo e segreto, di quella sensazione di vivere in quel trentottesimo parallelo, denominato ingenuamente dagli uomini come il limite fra la vita e la morte, il caldo e il gelo  : il  punto  in cui l’aria e la non aria si fa così sottile – ragnatela di sole – che puoi toccare con mano la terra del non essere, restando vivo.”

 

http://www.youtube.com/watch?v=GtCNFMh1gzM&feature=player_detailpage#t=0s

Guardate il video recitato di Goliarda!!!

ATTENZIONE: domani, mercoledì 24  ore 17,30 solito gustoso incontro  del gruppo di lettura al  bar-libreria Controvento !

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2 commenti
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  1. Ho letto anche io come tante ( me lo aveva consigliato Enza mi pare) L’arte della gioia e mi è piaciuto anche se meno sul finale che è diventato farraginoso…La vita di un autore plasma le sue opere, questo accade molto spesso… E credo anche io che Modesta sia ‘alter ego di Goliarda , personaggio forte e ribelle…
    Tra gli incontri al Controvento ed il blog, ho una bella lista di libri in cui tuffarmi… Ora sto leggendo l’ennesimo Murakami, Dance Dance Dance che mi pare avesse letto anche Stefania, vista la nostra passione in comune… Un abbraccio e a presto!!!!

  2. Da Giuliana Savelli una delle fondatrice del bellissimo Circolo della Rosa di Verona:
    “Ho fatto una visita al tuo sempre delizioso blog, ho visto che avete ripreso le letture. Mi sono soffermata su G. Sapienza, mi sono segnata il diario da mettere in lettura (Il vizio di parlare a me setssa) e sono rimasta piuttosto inorridita dall’intervista di Biagi – non che la Sapienza sia un tipo facile –
    ma quell’ironia fatta di supponenza (garbata) e incomprensione restituisce la misura di quanto queste donne scombinassero l’ordine costituito e quanto sembrassero strane (e anche lo erano) nella loro ricerca espressiva, di uno spazio per esistere. Sto pensando all’Ortese che ho riletto in questo periodo e anche a Zambrano, ma sono molto più numerose !