CASTIGAT RIDENDO MORES (fra chi indovina la traduzione sarà sorteggiato un vocabolarietto tascabile latino-italiano). Ma nel frattempo, che dire? Che fare?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2012 @ 1:12 pm

Detto altrimenti: non ci resta che la comunicazione, la communis actio, l’azione comune. Che poi tutto inizia dalla reciproca informazione … io provo a raccontarvi ciò che sento. Voi commentate, rispondete: dalla reciproca informazione nascerà la comunicazione, l’azione comune  …

… l’azione comune per il bene comune. Comunicazione intesa come scambio di idee, di pareri, io parlo tu ascolti; tu parli io ascolto. Ragioniamo. Usiamo le parole con estrema precisione (le parole sono pietre, firmato Don Milani). Usiamo il tono giusto. Senza enfasi. Senza supponenza. Senza alzare la voce. Con ragionevolezza, con scientificità. “Oggi piove” dice uno. E l’altro” No, oggi è martedì, ho ragione io!” Ecco un esempio da non imitare.

Io parlo, nessuno ascolta. Corsera odierno, prima pagina. Parlamento della Regione Lombardia. Uno parla. Molte sedie vuote. Le sedie occupate telefonano, giocano con il computer, leggono. Nessuna sedia ascolta.

La Res Publica, la Cosa Pubblica, la Nostra Cosa (non Cosa Nostra, per carità, non confondiamo il diavolo con l’acqua santa!), anzi, diciamo meglio, la Casa Pubblica, la Nostra Casa Pubblica si basa, fra l’altro, sulla separazionee dei poteri. Ma se le leggi fa il Governo, cosa fa il Parlamento? Ah, dimenticavo, il Parlamento fa le leggi che stabiliscono il proprio stipendio. Separazione dei poteri nel senso che voi due, voi, si, voi due, avete capito benissimo, gli altri due poteri dello Stato, siate separati, nel senso … lontani da noi, che noi lo stipendio ce lo fissiamo da soli!

Ecco, il Parlamento, i rappresentanti del popolo … nominati dai capi partito! Ecco dove va a finire il “senza vincolo di mandato”, nel senso che i Parlamentari non sono vincolato dal mandato dell’elettore. Non da quello … intendiamoci, da quello no, no …

Una vecchia canzone: “Le sedie vuote, io vedo intorno a me, ma non importa, stipendio ognuno avrà …”

Il Parlamento, dove uno  “parla” e  dove pochi ascoltano. E allora, cosa si parla a fare? Sembra di poter dire: l’importante è esserci quando si deve votare. Soprattutto se sono parlamentare e anche  organo di governo: devo corerre a votare la fiducia a me stesso! E’ successo! E come votare? Il come me lo dice chi mi ha “assunto”: il capo partito, cioè chi mi dà e mi fa dare lo stipendio, la buonuscita, la pensione, i benefit per me e per i miei familiari, hai visto mai che si debbano curare i denti … Bene, allora cambiamogli nome al Parlamento: chiamiamolo Pagamento, il Pagamento Italiano.

Ogni giorno uno scandalo. Uno scandalo al giorno toglie il benessere di torno. Il benessere di tutti, il futuro di tutti.  Ma come è possibile? Qualche cosa nel sistema Italia non funziona. Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? (fra chi indovina l’autore di questo endecasillabo verrà sorteggiata una copia in edizione economica della Divina Commedia). Esiste l’evasione fiscale. Esiste l’’elusione fiscale. Esiste la violazione della legge. Facciamo esistere anche l’elusione della legge. Un nuovo reato, non soggetto a prescrizione.

 Discesa in campo: l’Europa non ha il diritto di commentare?

Maccome? Se il nostro Paese interrompe una sua politica europeista ed europea, se va male e se crea un forte danno a tutta l’Europa,  l’Europa deve stare zitta? Non possiamo pretendere di essere autoreferenziali ed allo stesso tempo dichiararci europeisti. Aut – aut, o l’una o l’altra. Tertium non datur.

Europa? Taluno afferma: “Gli Italiani non vogliono che l’Europa decida per loro”. Io non mi sento rappresentato da chi si esprime così. Infatti io voglio che l’Italia continui a contribuire alla formazione di regole europee che poi io stesso voglio che siano rispettate da tutti,  anche da me,  in quanto io, come Cittadino Europeo, ho contribuito – insieme ai miei colleghi Cittadini d’Europa – a stabilirle.

 Inserto speciale: Litizzetto Affair

L.uciana Litizzetto. Nella sostanza dice le stesse cose di Report …

La Litizzetto, che scandalo! Ha detto una parolaccia in prima serata! Ha detto che il comportamento di certa politica avrebbe turbato noi tutti sino all’inverosimile, sino ad un punto di non sopportabilità, avendo “rotto” le nostre difese intese come “capacità di ricevere, senza subire danni, ulteriori oltraggi”. Solo che ha utilizzato un’espressione popolare, volgare, la quale fa riferimento ad una certa parte anatomica maschile. Che scandalo! Insorgiamo, Associazioni delle Famiglie, insorgiamo! Giusto.

Tuttavia quale maggiore scandalo è quello di chi “scandalizza i giovani” con esempi di amoralità e rubando loro il futuro? Lo scandalo di chi sta riducendo la nostra Italia a livello di un Paese a noi vicino anche culturalmente, che non nomino per rispetto delle sue sofferenze attuali? Quanto di più dobbiamo insorgere per questo scandalo!

 Ecco, io ho sempre insistito sulla necessità di rivedere l’ordine delle priorità. Un esempio: a mio sommesso avviso le necessità degli esodati, dei disoccupati e dei giovani precari vengono ben prima del TAV e dei 90 cacciabombardieri F 35 da 100 milioni di euro cadauno. Ed allora, anche quanto agli scandali, scandalizziamoci con ordine, secondo un ordine, secondo l’ordine di importanza, secondo una priorità riscritta alla luce del peso specifico di ciascuno. Quello della Litizzetto, lo metterei in coda all’elenco.

Infatti, all’umidità pensiamo dopo. Cosa significa questa espressione? Ecco qua, ve la racconto subito: c’era un  tale che aveva la casa allagata da tre metri d’acqua e fango. Arrivano i pompieri e lui indica loro una macchia di umidità sul soffitto: ecco vedete, bisogna rimediare a quella infiltrazione lassù che mi arriva da parte dell’appartamento del mio vicino di casa del piano di sopra. “All’umidità pensiamo dopo”, gli risponde il Capo Pompiere. Ed inizia a liberare la casa dai tre metri di acqua e fango.

Il popolo dei presenti alle dichiarazioni della Litizzetto le ha reso una standig ovation: Vox populi, vox dei. Anche nostro Signore ha scacciato i mercanti dal tempio. E noi, scacciamo i mercanti delle nostre vite dal Tempio da loro profanato, quello della Politica con la P maiuscola, quello della Politica che si preoccupa del bene comune. Non certo quella che si preoccupa solo “del proprio interesse personale mentre la casa brucia” per dirla con il cardinale Bagnasco.