SE NON ORA, QUANDO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Aprile, 2013 @ 6:28 pm

Detto altrimenti: cosa stiamo aspettando? Il fallimento dello stato? La rivoluzione?

La disoccupazione e la pressione fiscale sono alle stelle (52%). Le imprese chiudono. I consumi crollano. I giovani emigrano. Gli anziani si suicidano.

Cosa stiamo aspettando? Cosa stiamo aspettando …

• a incidere sui cosiddetti “diritti acquisiti” delle fasce di reddito più elevate, “diritti” che in realtà sono insopportabili privilegi? Sui grandi patrimoni? Sull’evasione e sull’elusione fiscale?
• a riscrivere l’ordine delle priorità, a cominciare da 1) questione morale; 2) non acquistare gli F35; 3) rimandare il TAV a tempi migliori; 4) interventi segnalati da report (Milena Gabanelli docet!); 5) etc. etc..?

ILVA-TARANTO: a Taranto non si possono più seppellire i morti perché non si possono scavare le fosse, in quanto la terra è troppo intrisa di sostanze inquinanti. Taranto città che vuole lavorare e non essere avvelenata, città che non deve essere messa di fronte alla scelta fra due mali: la disoccupazione e l’avvelenamento. E allora, che fare? Io la mia l’ho scritta più volte:

Occorre espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo può essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa. Ma vedrete, ci toccherebbe emettere sì un prestito, ma non per pagare il saldo ai Riva, bensì per integrare il finanziamento del ripristino ambientale ed il risarcimento dei danni! Praticamente si tratterebbe per lo Stato di un subentro nella posizione di un debitore (debitore verso la collettività), ma almeno poi l’acciaieria è dello Stato, non più dei Riva.