POST 1026 – FINANZIAMENTO PRIVATO DEI PARTITI E PUBBLICO (ma è poi … veramente pubblico?) DI ALITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2013 @ 8:24 am

Detto altrimenti: qualche riflessione su alcuni dettagli

1) PARTITI

Dice … si è trovato l’accordo: al massimo 300.000 euro a “finanziatore” privato. Ma si tratta di regali, di denari versati  “a fondo perso”, cioè da non restituire, non di finanziamenti … già … perché se io chiedo un finanziamento in banca, poi lo devo anche rimborsare. Ed allora usiamo termini diversi per operazioni diverse. Questi qui, ai partiti, chiamiamoli “sottoscrizioni”, ad esempio. Tizio ha sottoscritto cento euro in favore del tale partito, etc.  Operazioni per cassa. Nel senso che il sottoscrittore versa denaro contante.

Ora, “a me mi” (lo so che “a me mi” non si dice, ma lo sto facendo a bella posta, per attirare l’attenzione del lettore!) … cosa stavo dicendo? Ah sì, ora ricordo … a me mi resta un dubbio: la legge regolamenterà anche le “sottoscrizioni di firma”? Cioè, io, invece di sottoscrivere (versare) 300.000 euro per cassa, firmo una fidejussione bancaria di un milione di euro in favore del “mio” partito (“mio”in due possibili diversi modi: 1) mio perché lo voto, punto e virgola; 2) mio perchè “è” mio, punto).

La banca mi conosce. Sa che io sono miliardario in euro e accetta la mia fidejussione, sulla cui base concede un finanziamento al mio partito (questo sì che è un finanziamento vero, di quelli che poi devono essere restituiti …). Fino a ieri succedeva anche questo, ovviamente solo ai partiti che potevano contare su un miliardario, comunque indiscriminatamente a tutti quelli appartenenti a questa categoria, niente figli e figliastri, ci mancherebbe altro! Tutti i soggetti dell’operazione ci guadagnavano. La banca, che percepiva gli interessi sulle somme prestate; il fidejussore, che sosteneva e rafforzava il “suo” partito e che forse avrebbe potuto poi chiedergli anche una commissione per avere rilasciato la fidejussione; il partito che veniva abbondantemente e soprattutto tempestivamente finanziato. Già, direte voi, ma poi come faceva il partito a rimborsare la banca? Semplice: con i cosiddetti rimborsi elettorali pubblici, che arrivavano un po’ dopo ma che erano multipli delle spese realmente sostenute. Dice … ma quel partito, poi, con i soldi che avanzavano, che ci faceva? Rispondo: chiedetelo ai tesorieri dei partiti ed alle fondazioni varie che i partiti hanno fondato … Ma questa è un’altra storia.

E poi non ci sono solo le fidejussioni: ci sono anche le operazioni di “denaro contro denaro”. Mi spiego. Io sono miliardario e voglio donare 3 milioni di euro al “mio” partito. Semplice: prendo dieci amici, a fronte di ognuno di essi verso in banca 350.000 euro che la banca mi rende indisponibili in quanto restano a garanzia di prestiti di 300.000 euro cadauno che ognuno dei miei dieci amici si fa concedere dallaa banca e che poi preleva e dona al “mio” partito. Finanza creativa, si chiama, del tipo di quella che ha fatto fallire il sistema finanziario USA …

Sono un mal pensante? Può darsi, ma a pensar male …

2) ALITALIA

Le botteghe di parrucchiere da uomo … quelle tradizionali … quelle da 15 euro al taglio,  stanno andando in crisi (attenzione: “Emergenza Parrucchieri!”): infatti non è più necessaria una licenza e i cinesini i capelli te li tagliano a 5 euro! Lo stesso dicasi per i voli, a seguito della liberalizzazione che ha “ucciso” il monopolio. E Alitalia va in crisi: poichè è una SpA, registra perdite a bilancio, a fronte delle quali – sempre a bilancio – deve ridurre il proprio capitale sociale fino ad azzerarlo. Inoltre manca di liquidità. Si fermano i motori delle areomobili e si ferma la società. All’armi! (altra emergenza, dopo quella dei parrucchieri!). Occorre “ricapitalizzare”. Ecco la parola magica. Traduciamola: occorre immettere altro denaro nella società, come capitale sociale – cioè denaro non a prestito ma “regalato” alla società (oltre ad altro  denaro, prestato dalle banche). Interviene POSTE ITALIANE “non con soldi dei risparmiatori – si afferma – ma con liquidità nostra”. E’ pubblico o privato, quindi, questo finanziamento che poi è una “sottoscrizione”? Poste Italiane è dello Stato, cioè di tutti noi,  risparmiatori o non risparmiatori del risparmio postale. Quindi in ultima analisi, il sottoscrittore dell’intervento di POSTE ITALIANE è il “pubblico” dei cittadini italiani. Quindi siamo di fronte ad una sottoscrizione privata, dei privati, cioè di noi tutti.

Già, perché “privatizzare” in Italia significa vendere una SpA posseduta da un Ente Pubblico all’industriale di turno. In Inglese invece “privatizzare” si traduce con il termine “to go public”, cioè “andare verso il pubblico diffuso degli investitori privati”. Pertanto, una società “privatizzata” all’italiana può continuare ad essere di un unico soggetto: prima pubblico e poi privato, ma non “del pubblico dei privati cittadini”, cioè “privatizzata”. In questo caso, continua ad essere di tutti tranne che “del pubblico dei privati”. Una società “privatizzata” nel mondo anglosassone è invece in realtà più “pubblica” di prima, cioè è della comunità dei cittadini risparmiatori-investitori. Nel mondo anglosassone, anche una SpA di un singolo privato può essere privatizzata, se il suo capitale sociale viene “aperto” alla massa dei sottoscrittori. Le parole sono pietre … e mai come in questo caso le pietre anglosassoni sono diverse dalle pietre nostrane. Cioè qui da noi il termine “pubblico” indica lo “Stato” entità astratta; nel mondo anglosassone invece indica il pubblico dei cittadini, cioè lo “Stato” entità reale, perchè, ricordiamocelo, lo Stato siamo noi. O almeno, dovremmo essere noi.

Per concludere: noi tutti, anche se non ce ne siamo accorti, siamo diventati azionisti di fatto di Alitalia. Chissà se ci faranno un sconto sul biglietto aereo …

P.S.: un amico mi fa notare che i nostri soldi sono necessari ad Alitalia a coprire le perdite causate dalla gestione dei Patrioti Privati che, Berlusconi regnante, avevano acquistato azioni (e quindi potere di gestione) della società, Patrioti che ora più di tanto non vogliono continuare a metterci, di denaro proprio. Un’altra società fallirebbe. Questa qui no. Noi cittadini salviamo la società e i denari dei Patrioti e quindi possiamo ben essere orgogliosi se per fare ciò abbiamo di buon cuore rinunciato alle vacanze, a mandare i figli all’Università, ad acquistare libri, a rinnovare il guardaroba, a sostituire la vecchia auto, etc..