IL SISTEMA ITALIA NON “E’” TROPPO COMPLESSO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2013 @ 3:59 pm

Detto altrimenti: … infatti non lo è complesso. Semplicemente “si vuole” che sia complesso (p.1154)

Spending review … dice si vabbè … ma ci sono i diritti acquisiti, le gestioni separate, le autonomie di bilancio. E’ una questione più complessa … non potete capire …

Una famiglia incassa complessivamente 100 al mese. Un figlio se ne accaparra 50 e pretende che il resto della famiglia si gestisca dividendosi il rimanente 50. Lui sta bene. Gli altri ingaggiano una guerra fra poveri. La cosa non può durare. Prima o poi la parte “povera” si ribella.

In un’Italia con il 40% della disoccupazione giovanile (solo per citare un unico dato) non ci possiamo più permettere che esistano figli e figliastri. Non ci possiamo più permettere le gestioni separate dell’INPS, i super stipendi, le super pensioni, le super buonuscite, i super cumuli della burocrazia imperiale, gli sprechi ed i furti della politica e della Spa pubbliche, e in generale le enormi disuguaglianze sociali interne (ed anche esterne ove rapportate ai livelli europei ed USA).

Dice … ma sono soggetti con la loro autonomia di bilancio: gli stipendi se li decidono da soli. Ma quando mai, dico io!? E’ assurdo! Dice … ma lo prevede la legge. Ed allora, dico io, cambiamo la legge e di corsa! Ma però (lo so … lo so …  che non si dice “ma però”,  ma “a me mi” piace e lo dico lo stesso!) ma però – dice – almeno i parlamentari sono salvi, perchè sono quelli che devono fare le leggi!  Ah si, dico io … ed allora forse costoro preferiscono aspettare una rivoluzione del popolo?

Dice … ma si tratta di posizioni di alta responsabilità … Ca como? Direbbero in Sicilia, che mi viene a significare? Perché se il legislatore, il mega burocrate, il giudice, il governante sbaglia e fa un danno di decine di miliardi … che si fa? Gli si pignorano decine di miliardi di beni?

Ecco perché si vuole (così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare) che il sistema sia complesso: per evitare letture di questo tipo, per evitare che il contribuente onesto possa riconoscere nelle banconote che lui materialmente paga di tasse, quelle che poi vengono materialmente elargite a piene mani agli iscritti ad una delle tante caste. Ecco perché non ci si sforza a fare immedesimare il cittadino nello Stato, perchè lo spreco dello Stato deve restare uno spreco a danno di un soggetto terzo, che quasi non mi appartiene, anziché come invece dovrebbe essere, uno spreco a mio diretto danno. In un post precedente affermavo che si tratta innanzi tutto di un problema antropologico di autoriconoscimento, nel senso “lo Stato siamo noi!”, non lo Stato è “tutto ciò che è intorno al mio privato”.