NATALE MORALE – 25 –

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2013 @ 2:47 pm

Detto altrimenti. la “Morale” : Zingarelli 1997: “Che concerne le forme e i modi della vita pubblica e privata, in relazione alla categoria del bene e del male”. (post 1227)

Adamo ed Eva sarebbero stati “puniti” perché avevano mangiato la mela, frutto che avrebbe dato loro la conoscenza del bene e del male, nel senso di essere trasformati da quel momento in poi in soggetti che conosciuto sulla loro pelle anche il male. Oppure, come dicono molti biblisti, la conoscenza del bene e del male deve essere interpretata come conoscenza del “tutto” e quindi mangiare la mela sarebbe stato un atto di estrema superbia da parte di chi avrebbe voluto essere come Dio, cioè “conoscere tutto”.

Dice … ma io sono laico … io sono un non credente … Tranquillo! Mi sposto subito su di un piano laico. Il Re Hammurabi, nel suo Codice di 2200 anni prima di Cristo, scrisse : “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Fai agli altrui ciò che desideri sia fatto a te.” Ecco, la prima Regola Morale: la ricerca del Bene Comune, che non è un unico bene in comproprietà di tutti che si sia perso e che quindi debba essere ricercato … ma dove diavolo si sarà cacciato questo Bene Comune ….? No! Ricercare il Bene Comune è consentire ad ognuno di ricercare ed ottenere il “bene proprio” che non sia in conflitto con il “bene altrui”.

Quindi, nessun divieto a che taluno aneli ad arricchirsi, se questo fatto non impoverisce gli altri ed in particolar modo chi non anela né ad arricchirsi né tanto meno ad impoverirsi.

Dice … ma … sul piano religioso, la nostra religione è “morale”? No, amici, la nostra religione è altra cosa: è Creazione e Resurrezione. The rest are details. Dice … ma la morale cristiana dove la metti, caro blogger? La metto, la metto … nel senso che la nostra religione non “è” morale, bensì “ha” una sua morale, fondamentalmente copiata da quella di Hammurabi testè citata. Ora, se uno è credente, può ben pensare che quel Principio Morale nella testa del Re Hammurabi l’abbia messo Dio stesso. Se uno invece non è credente, deve ammettere che si tratta di un principio immanente nella natura umana da almeno quattromila anni.

Qual è la “morale” del mio ragionamento? Che i supporter della Morale sono in numero ben superiore dei credenti nella nostra (o altrui) religione in quanto possono ben esserlo anche gli atei e i non credenti.

Ed ora due parole sul rapporto morale – libertà. Libertà non è “fare ciò che si vuole”, perchè se così fanno tutti, tutti – a torto o a ragione – sono schiacciati dalle “libere” volontà altrui concorrenziali con la propria. Libertà non è “non pagare le tasse”, “non rispettare le sentenze”, “arricchirsi a dismisura a prescindere” etc.. Libertà è agire nel rispetto delle regole, per il perseguimento del Bene Proprio e Altrui, cioè di tutti, cioè del Bene Comune. Libertà, pertanto, è agire moralmente.

Moralità, immoralità, amoralità

Agire moralmente? Ricercare il Bene Comune.

Agire immoralmente? Violare coscientemente la Regola Morale.

Ma c’è di peggio: c’è l’azione a-morale, cioè quella di colui che ignora o non ammette l’esistenza di una regola Morale, come la Regina Semiramide, che per giustificare la sua sfrenata libidine ” a prescindere” dall’oggetto del desiderio (sessuale), eliminò la Regola Morale che la censurava e addirittura “libido fe’ licita in sua legge”. A questo punto avvero il lettore: che la citazione della libido non tragga in inganno nessuno: una sana libido, una naturale attrazione sessuale è un fatto assolutamente normale, purchè trovi espressione nel rispetto della libertà (anche sessuale) altrui.

Per chiarire il mio punto di vista: ad essere immorali sono le guerre, l’affamamento dei popoli, la disoccupazione, le enormi differenze sociali, la strumentalizzazione e lo sfruttamento  dell’uomo (e della donna, ovviamente), l’indifferenza alle sofferenza altrui, la distruzione della natura, il furto del futuro a giovani e meno giovani, etc..

E’ invece amorale (cioè peggio che immorale) che non si cambi la legge che autorizza alcuni soggetti (politici-pubblici-istituzionali) a stabilirsi da soli le proprie elevatissime retribuzioni, in persenza di una crescnte diffusione della povertà nel paese.

The rest are detalis … (la frase non è mia, è di un certo Einstein: “I want to know God’s toughts, the rest are details”).