A chi la gestione dell’Autostrada del Brennero?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Dicembre, 2011 @ 7:15 am

Perdonerete se questa volta il discorso non sarà brevissimo. In un Paese campione nelle eccezioni, nelle deroghe, nel distinguo, nelle leggi “ad personam” e/o “ad situazionem” (scusate il latino maccheronico), in un’Europa in cui l’Inghilterra di permette di dire che le sue banche devono essere impenetrabili agli accertamenti europei che potrebbero svelare le evasioni fiscali che affossano i suoi partner, be’ in un sistema siffatto noi, per la par condicio europea, dobbiamo mettere a gara la gestione dell’Autobrennero! Non mi quadra. Traforo del Brennero e Autostrada del Brennero. Collegamento nord sud. Quello che sopporterà il sempre maggior volume di traffico merci, dagli scali marittimi del nostro meridione verso il nord Europa. Infrastrutture e collegamenti che attraversano territori delicatissimi, i nostri. E dovrebbero essere eventualmente gestiti magari da un vincitore di gara che abita a 2000 km di distanza? Magari inglese? Quando mai?! Apro una parentesi, ma mica tanto parentesi. Riflettiamo insieme su altri due progetti: il Ponte sullo Stretto di Messina e il TAV (Trento Alta velocità Lione-Torino). Il Ponte non s’ha da fare (ometto qui di elencarne le ragioni) e non s’ha da fare né con denari pubblici (ci mancherebbe altro!) né con risorse private perché, in tal caso, scommetto che una clausoletta piccola piccola, scritta in Arial 10, prevederebbe che eventuali sbilanci di gestione sarebbero pareggiati con denari pubblici, altrimenti quale privato rischierebbe tanto? Il TAV poi … corridoio est-ovest, programmato per 20 milioni di tonnellate annue di merce quando al massimo su quella linea ne passano 2-3 (per di più a diminuire!) e l’attuale vecchia linea è utilizzata solo al 20%! (ma almeno, se non altro, chiamiamolo TAC Treno ad Alta capacità), costo stimato 30 miliardi di Euro. Ma poi, se aumenta? Ricordo che il costo della tratta TAV Milano-Torino, in pianura e senza ostacoli naturali è aumentata di 6 volte rispetto alle previsioni! Ed allora? Perché cito questi fatti da noi apparentemente così “lontani”? Perché in realtà essi sono molto vicini ai noi, ai nostri problemi di quanto non immaginiate a prima vista. Innanzi tutto perché quelle risorse potrebbero essere destinate – se non altro – ad attrezzare l’asse del Brennero e – fra l’altro, lasciatemelo dire – a non licenziare gli 800 dipendenti di Trenitalia addetti ai vagoni letto. E poi perché al TAV si oppone soprattutto il Popolo della Valle di Susa con un’intensità molto maggiore di quanto il Popolo della Valle dell’Adige dovrebbe e potrebbe reclamare che la gestione dell’Autobrennero debba restare in regione. Perché? Un esempio. Che ne direste se un gestore inglese desse il via a interventi di manutenzione ai ponti autostradali (sempre più prossimi, stante il rilevante e non del tutto previsto logorìo dovuto all’incremento del traffico dei TIR) senza tener conto dell’andamento dei flussi di traffico turistico? Riflettete. Ogni Comune programma gare di appalto ed interventi per la manutenzione della propria rete viaria. Talvolta capita che le ditte vincitrici debbano intervenire “a prescindere” anche nei periodo di maggior traffico cittadino, turistico o meno, per rispettare i termini di scadenza della consegna dell’opera. Ora, se questo accadesse nel caso Autobrennero, quale sarebbe il danno per le nostre economie? E questo è solo uno dei motivi a supporto del fatto che la gestione dell’A22 deve restare in regione. E poi, localmente siamo portati a reinvestire localmente i proventi di gestione, magari nell’incremento dell’intermodalità del nostro interporto, per spostare il traffico merci dalla gomma alla rotaia. Ma che fine farebbero i proventi realizzati in capo ad un gestore inglese? Ah, la perfida Albione, ma allora sei prevenuto, direte voi … lasciamo perdere, il discorso vale per qualsiasi altro gestore esterno. (Però, mi viene un’idea … proviamo a lanciare una provocazione: Gara? Ok, ma con l’esclusione della GB! Vediamo come reagiscono). La “localizzazione locale” della gestione dell’A22 (e del successivo nuovo traforo del Brennero) è una fattore “strategico”, cioè, letteralmente, “indispensabile e insostituibile” della “gestione del territorio locale e della produzione di un servizio a valenza internazionale”. Facciamo valere questa idea nelle sedi europee, esigiamo la deroga necessaria a vantaggio del nostro territorio (ciò sarebbe innegabile) ma soprattutto a vantaggio del Sistema Europa che non potrebbe contare su un gestore più direttamente interessato di noi al migliore funzionamento del Sistema del Brennero.

Detto altrimenti: se l’Inghilterra punta i piedi, puntiamoli anche noi!