I CLASSICI NELLA BIBLIOTECA DI TRENTO, CON LA PROF MARIA LIA GUARDINI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Maggio, 2014 @ 8:14 am

Detto altrimenti: la peste in Atene e la guerra del Peloponneso – Pericle muore   (post 1516)

Penultima “lezione” dell’anno. la prossima sarà il 27 maggio 2014, ore 10,00 primo piano della Biblioteca Comunale di Trento, sala a fianco della Sala degli Affreschi e verterà sulla “Apologia di Socrate” di Platone.

Tucidide

Tucidide

Tucidide descrive la peste (430-429 a. C.). Con freddezza e distacco. Per certi aspetti tecnici (ad esempio: gli untori …) richiama alla mente la peste manzoniana dei Promessi Sposi.

La peste e gli esiti incerti della guerra inducono gli Ateniesi a mettere sotto accusa Pericle che se la caverà con una multa (a fronte di sottrazione di denaro pubblico!) e che poi comunque verrà rieletto.

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Pericle

Pericle

Pericle ha autorevolezza ed autorità. Sa comunicare bene. Trasforma il momento dell’accusa mossagli in una occasione per il suo terzo ed ultimo discorso all’Assemblea:

 “Il politico che ha buone idee e intuizione ma non sa comunicare vale poco, quanto il politico senza idee e senza intuizione. Io ho idee e intuizione e so comunicare.

La guerra va malino? L’abbiamo decisa insieme. E poi, noi siamo una tirannide (sic): possiamo anche non fare nuove conquiste, ma perdere quelle che abbiano già fatto è pericoloso. Lasciamoli avanzare per terra. Chiudiamoci in Atene e dominiamo il mare. Non potranno rifornirsi e se ne andranno, anzi, andiamo noi a portare loro la guerra a casa loro via mare!

Molti nemici, molto onore; credere, obbedire, combattere. Vincere! E noi vinceremo se non perderemo la calma; se manteniamo forte la flotta; se non cerchiamo di estendere il dominio terrestre; se non mettiamo a rischio la città di Atene.

Quando è salvo il pubblico interesse, sono i privati a trarne maggiore profitto. Profitto che manca loro quando lo stato va in rovina. Se il privato va bene ma la città va male, tutto crolla. Se il privato va male ma la città va bene, tutto è salvo.

Oggi purtroppo il furbastro che ha successo è ammirato. L’uomo onesto è disprezzato. Si preferisce essere stimati abili bricconi piuttosto che onest’uomini.” 

Tucidide sembra stimare Pericle. Afferma: Atene era formalmente una repubblica, di fatto un principato ben governato da Pericle. La guerra fu persa perché dopo Pericle, morto di peste, si scatenano lotte interne; si organizza una inopportuna e disastrosa spedizione in Sicilia (voluta da Alcibiade); scoppia una sanguinosissima guerra civile, durante la quale scompare qualle ache sarà la pietas romana e il rispetto di tutto e di tutti; durante la quale durante la quale vince chi grida più forte, chi soverchia, chi uccide prima.