SOLDI ALLA SIAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Luglio, 2014 @ 6:00 am

Detto altrimenti: SIAE- SOCIETA’ ITALIANA AUTORI ED EDITORI. Formalmente un’ottima iniziativa. Infatti il governo ha dovuto intervenire di recente per “snellirne” la elefantiaca struttura interna di decine e decine di dirigenti e di centinaia e centinaia di dipendenti: ciò, in quanto delle somme che la Siae incassava, ben poco finiva agli Autori ed agli Editori     (post 1589)

th1S2JM2DLMa c’è ancora molto da fare: pensate, io faccio parte del direttivo di una Associazione no profit che organizza concerti. In genere ad ogni concerto incassiamo poche decine di euro dalla vendita dei biglietti (infatti la maggior parte del pubblico è composta da associati non paganti). Ebbene, per regolarizzare questi miserrimi incassi, si mobilita un ufficio Siae e nostri soci nella compilazione di complessi moduli e in versamenti bancari di pochi euro. Ne vale la pena? Non direi.

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Ma allora come fare a “rimediare” e tornare a dare più soldi alla Siae? Detto fatto: si mette una tassa su quegli apparati che possono (notate, “possono”) scaricare e registrare musiche e brani da internet. Cioè: io acquisto un computer che – ovviamente – può scaricare e registrare da internet brani musicali protetti dal diritto di autore. Ebbene, per la sola potenzialità dello strumento, io sono chiamato a pagare una tassa che poi viene riversata alla Siae.

Si dice: ma la tassa deve restare a carico dei produttori. Ma dai, accà nisciuno è fesso … voglio vedere io se non ce la riversano sul gobbo a noi consumatori …

Insomma, si colpisce e si tassa la “possibilità del fatto” e non il fatto. A questo punto mi viene in mente una bella storiella:

thYNZ60NY9Una giovane donna, armata di canna e lenze, senza utilizzare questi strumenti da pesca prendeva il sole insieme al suo cagnolino, sdraiata all’interno della sua barchetta in mezzo ad un laghetto nel quale vigeva il divieto di pesca. La abborda la barca della forestale: “Lei è in contravvenzione, qui vige il divieto di pesca” le intima la guardia. “Ma io mica sto pescando”, replica la ragazza. “Si, ma ha tutto l’armamentario necessario…” replica la guardia. Ed allora la ragazza: “Ed io la denuncio per violenza carnale”. “Ma io non  l’ho nemmeno sfiorata” replica la guardia. “Si, però lei ha tutto l’armamentario necessario” conclude la ragazza, che poi non fu multata.


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