IL MARKETING DEL VIVER CIVILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Agosto, 2014 @ 11:29 am

Detto altrimenti: market, mercato. Marketing, studio del mercato, conquista del mercato. Marketing delle idee: diffusione delle (proprie) idee. Marketing del viver civile: diffusione del viver civile (post 1637)

thXCM8T2AJEro per strada, in bicicletta. Una mamma, in bici anch’essa con bimbo nel seggiolino, non riusciva ad attraversare la strada. Il flusso delle auto era molto lento ma continuo. Non vi erano strisce pedonali. Mi fermo, smonto, faccio cenno alle auto che sopraggiungevano di fermarsi per fare passare mamma e bimbo. Un’auto “ci punta”, ci sfida … all’ultimo momento sterza e ci evita di un soffio. Dal finestrino partono insulti e grida: “Non ci sono le strisce pedonali, brutti  … omissis … etc. etc.”

Sono in bici, da solo, situazione analoga ma con strisce pedonali. Smonto dalla bici e attraverso. Un’auto non ci crede: pensa che io mi sarei spaventato ed avrei rinunciato ad esercitare il mio diritto di pedone. Io rischio e proseguo. L’auto inchioda. Dal finestrino  … (vedi sopra).

Sono in hotel. Nel giardino prospicente l’ingresso un tale racconta ad un suo amico ad alta voce di quando si è in … arrabbiato con quel tal figlio di p …., evocando la divinità con appellativi vari. A voce alta.

Sono in spiaggia. Un giovane padre è in …arrabbiato con la giovanissima figlioletta che “gli ha rotto i c …”. A voce alta. Anzi, molto alta.

th[10]Direte: càpitano tutte a te, càpitano. No, il fatto è che temo che questi atteggiamenti siano diffusi, troppo diffusi. Ed allora iniziamo a correggerli e ad educarli negli “ambiti a maggiore frequentazione e diffusione”. Quali, direte voi?  Ad esempio sulla strada, nella circolazione stradale. Che gli organi di polizia non si limitino alla sosta vietata e all’eccesso di velocità ma anche e soprattutto a comportamenti come quelli sopra citati; che alle scuole guida si imponga di insegnare la materia “Educazione Civica Stradale”; che noi tutti non ci si “abitui” a sopportare il turpiloquio  e tanto meno la bestemmia, anche se – purtroppo – dal 2011 la bestemmia non è più un reato (per salvare da processo un Capo di Governo che ne aveva dedicata una ad una sua antagonista politica, avendole dedicato il maschile di “orchi-dea”, n.d.r.).

P.S.: ora me le tiro addosso, ma non ce la faccio a non scriverle. Infatti, pensare che persone con questa “sensibilità” (capi di governo compresi) vadano a votare esprimendo un voto con lo stesso peso specifico del mio, mi spaventa.  Direte: è un fatto di cultura, di educazione … e allora bene, bravo Matteo (Renzi) che ti stai occupando personalmente di una riforma seria della scuola!