UN LIBRO A MILANO MARITTIMA, ANZI DUE, ANZI CINQUE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Agosto, 2014 @ 6:14 pm

Detto altrimenti: “La gemella H” di Giorgio Falco (Einaudi – Stile Libero big)  (post 1640)

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Recentemente sono stato ad Asiago alla presentazione dei cinque finalisti del Premio Campiello da parte degli Autori (la premiazione si terrà a Venezia il 13 settembre). Un autore è Giorgio Fontana, “Morte di un uomo felice” (Sellerio), ottimo romanzo verità che ho letto a Trento e che ho riscontrato essere una importante testimonianza dei nostri tempi al “passato prossimo”. Un altro è Giorgio Falco: il suo libro, “La gemella H”. Libro che inizia al “passato remoto” per finire al “presente” … l’ho letto in questa settimana di ferie a Milano Marittima …

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DSCN0777E parlo di quest’ultimo solo perché da circa un terzo è ambientato a Merano, città della mia attuale regione ove risiedo da 25 anni e perché da pagina 192 (circa la metà) a fine si svolge  a Milano Marittima e a Cervia, dove mi trovo in vacanza! Proprio una strana combinazione, non vi pare? La trama … il romanzo di una famiglia su tre generazioni, dal nazismo del 1933 in Germania agli anni 2008 e seguenti sulla riviera romagnola …Una famiglia e – sullo sfondo,  accennata quel tanto che basta – la vicenda storica: l’avvento del nazismo, la sua fine, il dopoguerra, il “tutti a casa”, il viaggio – trasferimento in Italia della famiglia protagonista, la questione Alto Atesina, l’inserimento a Merano e a Milano (Marittima e non), lo sviluppo dell’industria turistica in Adriatico.

Ma perché quell’ “H”? H di Hitler, del cognome Himmer delle gemelle protagoniste, dei loro nomi Hilde e Helga, dell’Hotel che il loro babbo (qui in Romagna si dice babbo, come in Toscana) alla fine apre proprio a Milano Marittima.

Questi gli aspetti “esteriori”. Interiormente l’analisi di un nazista minore, quasi distratto rispetto ai disvalori di fondo ma profittatore dei “valori” che riesce ad accaparrarsi, ma soprattutto l’analisi della interiorità delle due gemelle, una proiettata verso il mondo esteriore, l’altra alla continua ricerca introspettiva di se stessa. Mondi femminili che la  carissima amica  collega blogger Mirna Moretti – appena avrà letto il libro – saprà interpretare e rappresentare assai meglio di quanto io non mi azzardi a fare. Mirna, la GL-Grande Lettrice  che l’hanno scorso ha fatto parte della Giuria dei Lettori della precedente edizione del Campiello.

Ogni tanto il racconto è intersecato da storie “minori” che poi minori non sono, storie di attori e comparse rispetto al filone principale. Romanzi brevi nel romanzo principale.

L’Autore … un Italiano che fa esprimere ai suoi personaggi giudizi sugli Italiani della guerra e del dopoguerra … giudizi talvolta severi e crudi, ma che proprio per questo appaiono come se fossero pensieri veri del personaggio che li emette e non dell’Autore che lo fa esprimere.

L’Autore … non è nativo del Trentino Alto Adige ma appare sensibile e documentato sui problemi della parte bilingue della regione, al pari di un’altra Autrice, Francesca Melandri, con il suo “Eva dorme” (altro libro da leggere!).

L’Autore … merita di essere letto. Innanzi tutto dai residenti nel Comune di Cervia. Dai più vecchi, per ricordare; dai meno vecchi e dai più giovani, per imparare. Da tutti, per gustare un buon romanzo che ci aiuta a riflettere sulla nostra Storia, sulla Vita nostra ed altrui.

Buona “Morte di un uomo felice” e buona “Gemella H” a tutti!

P.S.: Per la par condicio, gli altri tre finalisti al Campiello sono: Michele Mari, “Roderick Duddle” (Einaudi); Mauro Corona, “La voce degli uomini freddi” (Mondadori); Fausta Garavini, “Le vite di Monsù Desiderio” (Bompiani).