QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2014 @ 8:28 am

Detto Altrimenti: chi controllerà i controllori?     (post 1788 – il 5 dicembre prossimo compirò tre anni di bloggheraggio: avrei voluto arrivarvi con cifra tonda, 1800 post, ovvero 600 all’anno. Non ce la farò mai fra oggi e domani …).

Pone seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Cauta est et ab illis incipit uxor, ovvero, “spranga la porta di casa, impediscile di uscire, ma chi controllerà i controllori? Tua moglie è astuta ed inizierà (a farti le corna, n.d.r.) proprio con i suoi guardiani”. Così Giovanale nella sesta Satira contro il mal costume delle donne romane … quelle dell’antica Roma … per carità … absit iniuria verbis … ben lontana da me l’intenzione di offendere con le mie parole le donne romane di oggi … (per quanto, alcuni uomini romani di oggi … o meglio, quelli di cui al post precedente … forse quell’appellativo che si riserva ai mariti di donna poco onesta … be’ … forse  se lo meriterebbero proprio!)

C’era una volta una SpA. Vi arrivai come Direttore. Scoprii una strana voce nella contabilità: “Spese a conoscenza della direzione”. Chiesi il dettaglio: i giustificativi erano chiusi in una busta sigillata: gli addetti alla contabilità non dovevano conoscerli. Così aveva stabilito il mio predecessore. Io feci notare  che “tutte” le spese erano e dovevano essere “a conoscenza della Direzione” ….  ci mancherebbe altro! Giuro: non è una barzelletta.

Dice … ma chevvordì? Vordì … vordì … vordì che il controllo dell’operato del Direttore Controllore può essere effettuato già dalla stessa sua segretaria, dai suoi stessi impiegati contabili. In altra Spa nella quale si incassava direttamente molto denaro contante, la prima cosa che feci fu di mettere in assoluta sicurezza la gestione del denaro e dei sistemi di incasso pagamento, al punto che nemmeno io – ammesso e non concesso che lo avessi voluto fare – avrei potuto violare il sistema di prevenzione e controllo. Della serie:  volendo si può.

Mappoi (mappoi) qui in Italia c’è un ostacolo particolare da superare, quello delle “scatole cinesi”. siano esse 1) una serie di SpA (una dentro l’altra) oppure 2) una serie di livelli di situazioni in ognuna delle quali coesistono singolarmente o diversamente mescolate le seguenti connotazioni: potere, responsabilità, discrezionalità, controllabilità.

Quanto alle scatoli cinesi SpA, andate sulla mia home page e, nel riquadro sotto il mio curriculum, cliccate le parole “scatole cinesi”: troverete di che saziare la vostra curiosità

Quanto alla serie di livelli di mix diversi di potere, responsabilità, etc. di cui sopra, il primo pensiero che mi viene i mente riguarda gli aboliti finanziamenti pubblici ai partiti, limitatamente controllabili ( e già qui …!) perché si dava denaro pubblico a enti di diritto privato che come tali più di tanto non potevano essere controllabili e controllati soprattutto se poi – come se quanto detto prima non bastasse – i partiti o il singoli costituivano Fondazioni (1) ancor meno controllabili (per legge còndita, ov vero: stabilita, vigente).

Come se ne esce? Stabilendo che – ferma restando la libertà di delegare, conferire mandati, decentrare risorse e potere – la catena debba essere composta da anelli della stessa specie quanto a potere, discrezionalità, controllabilità e responsabilità esistente nell’anello (livello) di partenza. Per evitare che nella cascata delle deleghe del potere si perdano i requisiti della controllabilità e della responsabilità dell’intera catena.

Eppoi (eppoi) la legge impone che ogni amministratore di una SpA pubblica si assicuri a proprie spese per la copertura della propria responsabilità in caso di sua condanna per danni provocati per dolo o colpa grave, in modo tale che la Pubblica Amministrazione abbia la certezza di essere risarcita anche se il dirigente non è ricco. Lo stesso si potrebbe-dovrebbe richiedere per ogni altra funzione pubblica, anche al di fuori del sistema delle Spa pubbliche.

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Ve ne parlerò presto ...

Ve ne parlerò presto …

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Dice … ma la tua è un’utopia. E’ vero, come quella di Tommaso Moro: non è detto che la mia idea debba essere programma di azione. A me basta che esista come tale, come Idea, come modello teorico sul quale riflettere.

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(1) Fondazioni? Pare che molti bonifici della “Mafia Roma SpA” siano finiti sul conto della Fondazione di un importante ex.

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