LA MEGLIO SCIATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Febbraio, 2015 @ 8:02 am

Detto altrimenti: le ore del mattino hanno l’oro in bocca … ovvero una sciata al giorno leva il medico di torno   (post 1938)

Post 1938, anno 1938 – Hitler “si prende” l’Austria e come prima cosa si va a “vendicare” dei suoi ex professori che lo avevano giudicato mediocre e di tutti coloro che lo avevano disprezzato.

07,15. Trento-Fai della Paganella, 35 km – Gli sci, durante l’intero inverno, abitano nella mia auto così tutto è più semplice. Borsa degli scarponi alla mano esco di casa presto: in tal modo non mi perdo la trasmissione di Radio 3 “Prima Pagina”.

07,40. Posteggio l’auto nel piazzale delle seggiovie (che “aprono” alle 08,30!), subito dopo Fai. Attorno a me il … deserto! Sono padrone dello spazio, di uno spazio silenzioso, di quello stesso spazio che solo mezz’ora dopo sarà conteso dalla madding crowd dei miei colleghi sciatori.

Eccomi immortalato!

Eccomi immortalato!

07,50. Entro nel bar “Tre 3”. Gli avventori sono vestiti di tute nere (o è un blu scuro scuro?). Sono gli addetti agli impianti. Due persone no, hanno tute diverse: una coppia, marito e moglie, i due fotografi che da anni, alla stazione a monte della prima seggiovia, lavorano immortalando “al volo” noi sciatori. Ormai sono amici. Scambiamo quattro chiacchere. Indi, comodamente seduto, è il momento della cerimonia dell’allacciamento degli scarponi, allacciamento senza lacci, visto che da anni ormai sono stati sostituiti da sistemi di leve: così quando arrivi in cima alla montagna sei già pronto.

08,00. Cappuccino e briosc. Una copia de l’Adige a mia disposizione: ne scorro  velocemente i titoli, non mi va di monopolizzarla.

08,10. Escono le tute nere, entrano le tute verdi. Sono i maestri di sci.

Il Brenta dalla Malga Zambana, ovvero miei guanti in attesa che io mi beva il solito caffè)

Il Brenta dalla Malga Zambana, ovvero i miei guanti in attesa che io beva il solito caffè

08,20. Escono le tute verdi, entrano gli “strazzapiste”, gli “straccia piste” ovvero gli sciatori “bonorivi” (mattinieri), i buongustai della neve, ovvero quelli esigenti che vogliono godersi le prime discese sulle piste ancora immacolate, ben battute la sera precedente dai gatti delle nevi. Mentre questi miei “colleghi” bevono un caffè, io sci ai piedi sono già, davanti ai tornelli d’accesso alla seggiovia. Primo! Vuoi metter la soddisfazione? Spesso sono affiancato da tute e facce conosciute: “Ciao, com’ela?” (Come va?). “Dai che nem (la seggiovia si è messa in moto e noi ci avviciniamo ai sedili)… fin tan che ne trovem a siar la va ben…”

08,30. La seggiovia “ci accetta”: si parte!

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Qualche ora dopo, dalla Selletta verso il Brenta

Qualche ora dopo, dalla Selletta verso il Brenta

08,45. Due seggiovie a fila e siamo alla “Selletta”. Il terzo impianto, quello che porta a Cima Paganella, è ancora fermo per cui si sciano verso destra – vista dolomiti di Brenta – i 220 metri di dislivello che ci conducono alla base della seggiovia “grande” quella che raccoglie i “salitori” della funivia che parte da Andalo e porta tutti a Cima Paganella. La pista è in ombra, immacolata, velocissima: una volata … ma … arrivato d’un fiato alla partenza della seggiovia … acc … mi accorgo che ben tre seggiolini sono stati già occupati da sciatori saliti da Andalo! Ormai questo fatto l’ho sperimentato più volte … tuttavia preferisco salire da Fai – alcuni km in meno in auto – tanto poi … poi mi rifaccio, io, ho il mio trucco segreto io …

Qualche ora dopo, verso il Lago di garda

Qualche ora dopo, verso il Lago di Garda

08,55. Infatti, arrivato a Cima Paganella, la “Montagna tuta bela” (il dialetto trentino non conosce le doppie) dopo uno sguardo verso il Lago di Garda e a quella meraviglia rappresentata dalle Dolomiti di Brenta, constato che – come prevedevo – i miei pochi “predecessori” si buttano nel versante di Fai, già illuminato dal sole. Eh, no, cari miei, io scendo sul versante di Andalo lungo la pista “Olimpionica 1”, quella che grosso modo costeggia la seggiovia che abbiamo appena utilizzato, per poi proseguire lungo la pista (quasi) “nera” (“Olimpionica 2”) fino alla stazione intermedia della funivia che sale da Andalo.

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La seconda risalita lungo la olimpionica 1

Qualche ora prima: la mia seconda risalita lungo la “Olimpionica 1”

La pista è in ombra, ma la visibilità è più che buona, la qualità della neve è ottima, la pendenza quella giusta ed inoltre soprattutto “continua”, per cui prendi un ritmo e lo mantieni per una lunghezza di quasi 3,7 km ed un dislivello di quasi 800 metri. Continua e soprattutto “deserta”, ragazzi, come il piazzale della sosta delle auto di cui vi parlavo prima! Sono solo! Mi sento miliardario, padrone di una pista privata, tutta per me … libero da ogni preoccupazione di valutare le traiettoria di altri sciatori: è un po’ come quando in solitaria, con il mio piccolo Fun, ho veleggiato dalla Sardegna fino alla Toscana, due volte anche di notte! Una sensazione meravigliosa, irripetibile, sia in barca a vela sia sugli sci.

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Se non è vero amore questo ...

Se non è vero amore questo …

10,30. Intermezzo di un caffè dall’amico Mirco alla Malga Zambana. Pian pianel arrivano gli altri sciatori. Le piste si mantengono ancora in buono stato, il grado di affollamento più che accettabile.

11,30. Ho ho già sciato tre ore. Le piste sono abbastanza affollate. Scio fino al punto di partenza della mattina. Mi tolgo gli sci, in dieci metri sono all’auto.

12.15. Sono a casa, a Trento.

La meglio sciata.

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