EUROPA OGGI – DELLE REGIONI – DEGLI STATI: QUALE IL CONTRIBUTO DEI PARTITI TERRITORIALI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2015 @ 5:37 am

Detto altrimenti (premessa): ovviamente chi scrive è un europeista convinto. Ma questa è un’altra storia. Se vorrete, ne potremo parare in altra sede.  (post 2182)

L’Europa, così com’è non va bene. Perché non basta. C’è chi dice “Europa degli Stati” e chi “Europa delle Regioni”, con se si trattasse di una scelta alternativa: aut-aut di angosciosa kirkegardiana memoria. E invece no: infatti il regionalismo europeo transfrontaliero è il miglior ponte verso l’Europa degli Stati.

Il concetto che sta alla base del ragionamento è semplice. Per essere chiari: in Italia abbiamo cominciato a capirlo col la Legge Galli (gestione delle acque, L. 36/1994) relativa alla necessità di operare su aree funzionalmente omogenee, solo per citare un caso di inter – territorialità, sia pure uni – nazionale.

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thV2BUL2TFIn Trentino si parla della necessità di “fare rete”; si organizzano Comprensori prima e Comunità di Valle poi; si incentiva la fusione di Comuni … tutto per arrivare a gestire in modo più funzionale aree omogenee. E allora, perché non ricercare queste sinergie – sia economiche che culturali -  anche a cavallo di una frontiera? L’ambito statale non può essere una camicia di forza che impedisce lo scambio culturale, tecnologico, il coordinamento dei mercati, una pianificazione di sistema solo perché una parte del sistema si trova al di qua e l’altra al di là di una frontiera.

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th86IYMBE6Prendiamo la nostra regione TAA o se preferite, Trentino Sud-Tirolo. Taluno afferma che ormai non servirebbe più di tanto. Si dice: facciano le Provincie Autonome, anche sulla base del principio di sussidiarietà (che non riguarda la politica di erogazione di sussidi, bensì la regola che l’Ente superiore intervenga solo in via sussidiaria, ovvero laddove l’Ente inferiore non ne sia capace, n.d.r.). E invece no. La Regione serve e come! Serve per arrivare alla creazione di una macroregione transfrontaliera con le sue sorelle d’oltralpe. Il che non significa né immediatamente né necessariamente la creazione di un nuovo, diverso organismo pubblico internazionale, bensì l’adozione di politiche “come se”.

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Mettiamole le strisce!

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A questo punto è chiara la valenza dei partiti territoriali locali: ovvero di quegli “insiemi” di culture, sensibilità, esigenze, potenzialità veramente “comuni”, nel senso di valori “alla cui realizzazione tutti i soggetti delle aree interessate hanno contribuito – o sono disposti a contribuire – sin dall’inizio con il proprio apporto diretto” (letteralmente). Una regionalità transfrontaliera quindi che sia la base sulla quale poi assai più facilmente si potranno costruire (perchè di una “costruzione” vera e propria si tratta) gli Stati Uniti d’Europa.