LE MATAMORFOSI DELLE CATEGORIE CONCETTUALI E DEI PROCESSI MENTALI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2015 @ 9:27 am

Detto altrimenti: altre metamorfosi, dopo quelle di Apuleio e di Ovidio … la banca cambia, cambia la banca … o no!?        (post 2216)

 Fare banca significa

A) raccogliere risparmio e investirlo sulle imprese e sulle famiglie;

B) prima metamorfosi: … raccogliere risparmio e fare investimenti finanziari, ad alto rischio.

 Nel caso A) la banca

C) valuta bene e approva la qualità del debitore e si fa rilasciare garanzie accessorie;

D) seconda metamorfosi: valuta bene e approva anche se la qualità del debitore non è buona (e non si fa rilasciare adeguate garanzie).

 Nei casi  B) e D) le banca

E) nel breve periodo fa utili e paga elevatissimo premi al proprio top management;

F) nel  medio lungo periodo registra forti perdite e non può chiedere la restituzione dei premi pagati al proprio top management.

 Nel caso F) la banca

G) vede ridursi il proprio patrimonio – eroso dalle perdite – al di sotto del limite che permette alla Banca d’Italia di lasciarla continuare a fare la banca;

H) chiede ai suoi azionisti di “ricapitalizzarla”, ovvero di sottoscrivere un aumento del capitale sociale a pagamento che cambi (in aumento) il suo patrimonio netto (terza metamorfosi)

 Nel caso H) la banca

ove gli azionisti non le diano altri denari, fallisce (quarta metamorfosi  … anzi no, ora che ci penso … too big/important to fail!). A questo  punto a perderci sono gli azionisti e gli obbligazionisti condizionati (“quasi azionisti”). E fino a qui mi andrebbe bene. Ma se la  banca fallisce, perdono il proprio denaro anche i clienti depositanti, e questo non mi sta bene.

 Conclusioni

  • Mi sta bene un intervento in difesa dei clienti depositanti;
  • non mi sta bene un intervento in difesa degli investitori azionisti e obbligazionisti condizionati;
  • trovo patetica l’espressione del ministro “Il nostro è un aiuto umanitario”: le parole sono pietre – scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa – e le parole “aiuto umanitario” oggi più che mai devono essere riservate alle centinaia di migliaia di persone che fuggono dalla guerra, che dormono all’addiaccio, che lottano per sopravvivere, che vedono morire di freddo e annegati i propri figlioletti;
  • non mi convince il sistema dei controlli della Banca d’Italia;
  • thDS50F4KDla Banca d’Italia. Sedi imponenti, di fine ‘800 primo ‘900, molte in stile Liberty, soffitti altissimi, marmi, spazi ampi (quanto ci costano per il riscaldamento?) ovvero HW, “hardware”. E invece io vorrei molto più SW, “software”, la vedrei meglio molto allocata in uffici moderni, funzionali, non pretestuosi, assai meno costosi, collegati in tempo reale con le banche della zona sulle quali ogni filiale dell’IDE (Istituto di Emissione, altro nome di Bankitalia) da dove controllare il sistema, chiudendo i cancelli prima (ecco il punto) che i buoi siano scappati dalla stalla. Indi, potremmo vendere quelle imponenti sedi e con il ricavato contribuire al salvataggio dei depositanti bancari.

 

  • thYWHZT9ZIAlla domanda “chi controlla la Banca d’Italia” tutti rispondono in senso soggettivo: la Banca d’Italia (soggetto) controlla le altre banche (oggetto del controllo). E invece io mi pongo questa domanda in senso oggettivo: chi (soggetto) opera i necessari controlli sulla Banca d’Italia (oggetto dei controlli). Il problema della catena dei controlli si pose già oltre 2000 anni fa quando quel tale Giovenale, in una sua satira, faceva dire ad un suo personaggio al quale veniva proposto di far controllare la fedeltà della moglie da alcuni controllori: “Quis custodiet custodes ipsos?” ovvero, “Già, ma poi  chi controllerà i custodi?”