CONTRASTO AI REATI MINORI E ALLA LORO RECIDIVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Dicembre, 2015 @ 6:25 am

Detto altrimenti: il contributo delle onlus trentine      (post 2234)

thN9T8Z20CCome evitare la recidiva dei reati cosiddetti minori, quali il piccolo spaccio, le piccole rapine anche improprie; i maltrattamenti in famiglia, che poi in termici statistici sono i più frequenti nella nostra provincia? Reati che pure violano  il nostro vivere civile, la nostra persona, i nostri beni, la nostra sensibilità: in una parola, le nostre leggi? Reati giudicati non particolarmente pericolosi ma con un elevato grado di recidiva. Orbene, in molti casi il reo si avvale del patteggiamento, la pena si riduce di molto ed egli, non avendo alcun domicilio nel quale scontare gli arresti domiciliari,  viene rimesso in libertà con l’inevitabile ricaduta nel disagio  e nella reiterazione del crimine “di strada”.

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Ciò in quanto le nuove modifiche di legge ad iniziare dall’art. 275 c. 2 bis del Codice di Procedura Penale, in linea con le legislazioni europee ed alle più recenti sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, impongono di ricorrere al carcere solo nei casi più gravi e solo se non sia possibile applicare una pena meno pesante quale gli arresti domiciliari. Nella stessa direzione spinge in Italia l’enorme sovraffollamento delle carceri, malanno contro il quale si è più volte levata anche la voce del Presidente della Repubblica e di alcune forze politiche.

La soluzione a tutto ciò? A Trento esiste una onlus operativa, ovvero di primo livello, che si occupa di farsi attribuire da parte di Enti Pubblici abitazioni nelle quali ospitare i condannati rei confessi di tali reati, persone che poi saranno costantemente controllabili e controllate dalle forze di polizia. In parallelo la stessa organizzazione si preoccupa di trovare per costoro l’impiego in lavori di pubblica utilità.

Quindi l’alternativa è la seguente: lasciare libere sulla strada, queste persone, con una elevata  probabilità della recidiva; oppure  fare in modo che l’associazione onlus possa disporre degli alloggi necessari e riesca a trovare per costoro un lavoro di pubblica utilità.

Un’operazione del genere presenta cinque vantaggi: 1) si favorisce il recupero sociale ed umano di chi ha commesso questi reati; 2) si risolve un problema della collettività, la quale vede un minor  numero di potenziali autori di ulteriori reati, in libera circolazione senza la possibilità di alcun controllo specifico da parte delle forze di polizia; 3) queste persone  possono essere utilmente impiegate in altre iniziative sociali delle onlus trentine; 4) si contrasta l’insorgere di ingiuste critiche contro la Magistratura, altrimenti reputata da parte dell’opinione pubblica “colpevole” di avere rimesso in libertà gli autori dei reati; 5) non si demotivano le Forze di Polizia che non  vedono rilasciate le persone che hanno commesso reati e che loro hanno assicurato alla giustizia con il proprio lavoro, impegno e spesso a proprio rischio.

Pertanto, i migliori risultati si otterranno ove gli Enti Pubblici e le Istituzioni interessate (Provincia e Comune  e loro enti e società) abbiano attribuito la dovuta centralità al problema e abbiano stabilito in favore delle onlus del settore i presupposti per la loro operatività, ad iniziare dalla disponibilità degli alloggi.

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