PARIGI BRUCIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Giugno, 2016 @ 2:49 pm

Detto altrimenti: Parigi no, ma Palermo si …. (post 2407)

imagesQuesta volta l’hanno fatta veramente grossa. Le autorità competenti dopo attento esame stanno decretando che l’origine dei 500 (cinquecento) incendi scoppiati in contemporanea proprio in coincidenza dell’arrivo di una ondata di scirocco è di origine dolosa. Ecchè? Ci voleva un attento esame? Dice … ma non si può sempre pensar male. Si, ma a pensar male si fa peccato ma si indovina. Ed ora che fare? Anche se si riuscisse a individuare i responsabili, chi pagherà i danni enormi causati alla natura, all’immagine, all’economia di quella terra? Dice … ma intanto individuiamo i responsabili. Ed io … che ne dite? Posso provare a dare una mano agli inquirenti? Dai che ci provo.

1 – Primo responsabile, la mentalità “tanto alla fine c’è chi ci dovrà pagare”. D’altra parte se in Sicilia si accetta che le divise dei commessi dell’Ente Regione costino multipli di quelle dei colleghi del continente; che le guardie forestali siano in numero multiplo …; che basta una settimana di “servizio” nel governo regionale per percepire un ricco vitalizio, etc… allora, perché anche noi (noi, ovvero gli autori dei roghi) non ci creiamo analoghe condizioni di rendita?

La mentalità. Ero a capo di una finanziaria milanese specializzata nei rapporti commerciali e bancari con l’estero, di proprietà di una grande (big, non great) banca del sud, la quale mi aveva destinato un suo dirigente quale mio dipendente. Un giorno, di fronte ad alcune dure accuse contro la mafia lanciate dal Cardinale Pappalardo, quel dirigente mi disse: “Pappalardo si permette di parlare così perché è cardinale …”. Al che io lo guardai severo negli occhi e il tale si rabbuiò: aveva capito che – anche se inconsciamente – aveva concesso libero sfogo al suo subconscio. Mi disse: “Vuoi dire che io non dovrei parlare così …”. Io lo guardai ancor più severamente e non risposi. La cosa finì lì.

 2. Cui prodest? Cui bono? Direbbe Cicerone. Chi ci guadagnerà? Ecco la mia proposta: che tutti gli interventi di ripristino siano eseguiti da società assolutamente estranee al mondo della mafia e della collusione (dice: ma come fai ad essere sicuro che …. Dico: almeno proviamoci).

3 – Che fare? Quello che si fa di fronte ad una dichiarazione di guerra, ovvero di fronte a chi ha attaccato e sta distruggendo una parte del territorio nazionale. E’ come se la Sicilia fosse stata bombardata con bombe incendiarie.

Da chi? Da chi vuol farci capire “Chi comanda”. Una prova di forza, un braccio di ferro: “Mi impedisci di truffare l’UE con i fondi per la falsa agricoltura? Minacci di ridurre in numero dei miei forestali? Denunci i miei appalti abilmente truccati?  Applichi il carcere duro ai miei capi? Ed io ti faccio vedere cosa succede a mettersi contro di me”.

Una guerra. E se guerra è, che guerra sia. Una guerra dell’onestà contro la delinquenza, della normalità contro il privilegio, della regola contro l’abuso, del rispetto contro la sopraffazione, della legge contro il delitto, della civiltà contro la barbarie, della cultura contro l”ignoranza.

Â