I DIALOGHI DI PLUTONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2016 @ 9:32 pm

Detto altrimenti: Plutone? No, non è un errore di battitura, non sono i dialoghi di Platone! Qui si tratta di una antichissima leggenda diabolica … di Plutone, appunto!  (post 2541) (si vedano i precedenti dialoghi della stessa serie)

(si tratta di un testo recuperato nel 2016 a una spedizione alpinistica  internazionale in Himalaya )

Personaggi ed interpreti

  • Princeps, citato, non prende parte alla rappresentazione ma il suo spirito la pervade
  • Conte Ribott: il più fedele vassallo del Princeps
  • Fra’ Vezzoso: monaco  confessore del Princeps e amico del Conte
  • Sempronio: il Diavolo Plutone, sotto mentite spoglie di un passante

Atto unico, scena unica

Prologo (si avanza un aedeo e si rivolge al pubblico)

download

“Canta o diva, del pelato prence, l’ira funesta che infiniti addusse lutti ad altrui”

“Dovete sapere che tanti, tanti secoli fa, in un reame lontano lontano, oltre gli oceani,  in mezzo alle alte montagne Himalaiane,  sconosciuto ai più, c’era un Regno dorato. In questo Regno, viveva un tale che, dopo essere stato per anni ed anni a capo della città nella quale era situata la Reggia, era riuscito a farsi eleggere a capo dell’intero Regno,  valli comprese. Costui aveva gestito il proprio ruolo “uti princeps”, ovvero si era circondato di una ristretta cerchia di fedelissimi sudditi e aveva interpretato la democrazia non come “potere del popolo” bensì come s’usava tanti anni addietro: “potere sul popolo”. Se non che un (per lui) brutto giorno, dopo che aveva imperato per tanti anni, gli scadde il mandato e dal popolo fu eletto un altro al posto suo. Ora, alcuni suoi cittadini (di quelli che non avevano accettato di essere retrocessi a sudditi) iniziarono a chiedersi se quella non fosse l’occasione utile per riportare la democrazia al suo significato originario, e cioè “potere del popolo”, ben sapendo che per far ciò si sarebbero scontrati contro il volere di quella  cerchia di sudditi. Per far ciò, si organizzarono e vinsero una tornata elettorale, con l’intento di riportare quel Princeps ed i suoi fedelissimi al rispetto delle regole della democrazia”.

(Tavolini di un bar sulla piazza principale della città)

Conte Ribott (fra sé e sé): Che guaio, abbiamo perso le elezioni … e dire che sarebbero bastati pochi voti …  se trovo chi è stato … solo che ora dobbiamo pensare a come fare per recuperare la situazione …

(Il Conte Ribott si prende la testa fra le mani, corrucciato.  Si avanza  un monaco)

images

Il monaco Fra’ Vezzoso, al “servizio” del Principe sin da piccolo …

Fra’ Vezzoso: Ciao Ribott, che hai che ti vedo così affranto? Dimmi, se posso essere utile …

Conte Ribott: Cosa potrai mai fare tu, amico mio, tu che vivi  laggiù in quella valle vicino al lago … non lo sai che il mio, il nostro Princeps rischia di perdere potere?

Fra’ Vezzoso: Ma no, dai, a tutto c’è rimedio. Dimmi di che si tratta … che vedo cosa posso fare …

Conte Ribott: C’è poco da fare, abbiamo perso tre congressi, siamo in minoranza, lui non sarà più lo stesso …

Fra’ Vezzoso: Ma … avete provato a parlare, a discutere, a cercare un accordo per ristabilire almeno in parte il suo ruolo, anche se lui  ha perso le elezioni?

Conte Ribott: Già … bravo … detto, fatto! La fai facile, tu! Eppure lo conosci anche tu com’è lui, orgoglioso al massimo grado: non è disposto a trattare con quelli che a suo giudizio non sono alla sua altezza. Vedi bene che ho tutte le ragioni di essere affranto …

Fra’ Vezzoso: Purtroppo hai ragione, sono affranto anch’io …

(I due si affrangono vistosamente. Si avanza un tale: in realtà è il diavolo Plutone che si nasconde sotto le mentite spoglie di Sempronio) 

images

A tel digh mi, a tel digh …

Sempronio: Buongiorno signori … ma … voi non siete quei due con i quali ho più volte parlato in precedenti “dialoghi” in questo stesso blog?

Conte Ribott: Si, siamo noi … buongiorno a lei Sempronio … vuole sedersi al nostro tavolino? Anche se … anche se oggi siamo un po’ giù di morale e non le saremo certo di gran compagnia …

Sempronio: Posso chiedervi cosa vi assilla?

Fra’ Vezzoso: Ribott, dai … che male c’è a confidarsi … dopo tutto un parere di un terzo può sempre essere utile.

Conte Ribott: Ecco, vede le spiego …

Sempronio: Grazie ma sa, scuserete, ero seduto qui a fianco ed ho già sentito tutto …

Conte Ribott: Allora che ne dice? Che si può fare? A noi apre che non ci sia via d’uscita …

images-1Sempronio: Dai… che a tutto c’è rimedio. Sentite un po’ cosa mi viene in mente, una vera e propria diavoleria! Tra i nobili che stanno intorno al Princeps scegliete quello più malleabile perchè conscio di essere privo di una prospettiva politica individuale,  lo convincete a proporsi al popolo come il migliore difensore della loro vittoria elettorale di fronte al Princeps. Una volta che il popolo lo avrà nominato proprio capo, costui farà un voltafaccia e farà sì che la stampa locale presenti la minoranza del Princeps come una maggioranza. Gli altri protesteranno e il Princeps farà dire dai suoi banditori quelli sono mai contenti, gente con un permanente mal di pancia. Nel frattempo il Princeps rafforzerà la sua vecchia rete di potere, condizionerà il governo del Reame e soprattutto preparerà la  rielezione propria e quella del suo amico in qualche posizione ben retribuita.

img-20161120-wa0005

                          Il vero leader

Conte Ribott: Ma … tutto ciò è legittimo? E’ morale?Fra’ Vezzoso: Legittimo si, perché non viola espressamente nessuna regola, se non i principi generali della democrazia, ma quella la democrazia, si sa … dai amico, sappiamo come vanno le cose del mondo. Quanto alla Morale poi, è evidente che lui da vero leader agisce per il bene di tutti …

Conte Ribott: Ma … gli antichi Romani … un certo Seneca mi pare che dicesse   “quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor” …

Sempronio: Ma via, signore, gli antichi Romani … antichi, appunto! Vada un po’ a vedere come voteranno i senatori romani di oggi al referendum! Dicono tutti SI ma poi voteranno NO per non perdere la poltrona …

Conte Ribott: Mi avete convinto, parlerò al Princeps in tal senso

(Un colpo di vento gelido, una improvvisa tormenta di neve oscura il sole e fa  volare via dal tavolino il cappello di Sempronio che si alza e va rincorrerlo per la Piazza)

download-1.

.

Conte Ribotta: … ma, ehi, quell’uomo … accidenti che tormenta di neve, non si vede nulla … ma ecco che è passata … ma … dove è finito quel tale? E’ sparito! Avrei voluto ringraziarlo … certo che è un bel diavolo d’un uomo quello lì …

.

.

(Musica: brano “La tempesta” dalla sinfonia “Alpensinfonie” di Richard Strauss – Sipario)

.

THE END

.