BICI ELETTRICHE 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2017 @ 5:17 pm

Detto altrimenti: a pedalata assistita               (post 2772)

.4 - 14 set 2010 (1)

.

La popolazione invecchia. L’uso della bici elettrica aumenta. Ecco allora, parliamone delle elettriche! Amici mi chiedono: “Come va? Come funziona? Che autonomia ha?” Premetto: io ne una affiancata alle altre due che non ho dismesso: una da strada (da corsa) ed una da montagna. Perché l’ho acquistata? Perché non avrei più potuto fare le grandi salite che fino a qualche anno fa riuscivo a fare (l’ultima: il Bondone via Garniga Terme, 14 settembre 2010, qui a fianco).

.

.

.

.

WP_20160929_007

Ben al di sopra della ciclabile del maso Limarò!

La corrente elettrica immagazzinata nella batteria (da 400 o 500 watt) è la “benzina” del motore. Quindi il suo consumo aumenta (e l’autonomia diminusce) man mano che “crescete” di modalità: da eco a tour a sport a turbo. Ma c’è un altro fattore che influisce sulla durata della vostra carica elettrica: poiché la bici è a pedalata assistita (non a pedalata sostituita), se voi incrementate la spinta sul pedale il consumo diminuisce e l’autonomia può addirittura aumentare. Mi spiego: a modalità costante, ad esempio eco, voi spingete sui pedali con forza x: il computer vi dice che avete un’autonomia pari ad esempio a 110 km. Ma se voi inserire un rapporto alla ruota un po’ più “duro” e spingete di più sui pedali ad esempio con forza 1,5 – 2x, vedrete che la vostra autonomia residua salirà anche – ad esempio – anche fino a 130-140 km.

.

WP_20160711_014

          La Ponale, a Riva del Garda

Un altro caso: una salita al 7%. Voi usate la modalità eco, spingete forte sui pedali e procedete lentamente con una certa fatica. La vostra autonomia potrà essere ad esempio di 70 km. Potete essere superati da un ciclista anch’egli dotato di bici elettrica che procede a velocità doppia, senza alcuno sforzo apparente. In effetti costui sta usando le modalità superiori (tour, sport, turbo) ma sta usando male la bici perché tende non a farsi “aiutare” bensì a farsi “sostituire” nella pedalata. Evidentemente costui ha programmato un’uscita molto breve, pari ad un’autonomia di 30 km.

.

WP_20160922_020

              Un po’ di relax

Il computer di cui dispone la bici vi dà molte info. Soprattutto vi dice il livello del serbatoio attraverso cinque tacche annerite che si scolorano man mano che la benzina (riserva di elettricità) si consuma. Vi dà anche il segnale di quanto è aperto il rubinetto del vostro serbatoio: una colonnina che si colora sempre di più man mano che l’erogazione del momento aumenta. Quindi se avete appena iniziato una salitaccia chessò al 10-12 % e state utilizzando la modalità tour, potreste avere il serbatoio pieno (le cinque tacche annerite), la colonnina a destra tutta annerita (state aprendo molto il rubinetto) e una autonomia residua di 30 km. Se però vi fermate e resettate il valore dell’autonomia residua, il computer vi dirà che in condizioni normali avete ad esempio ancora un’autonomia di 130 km.

WP_20160812_008

      Sopra il Lago di Cavedine

.

.

Da fermi, per partire utilizzate un rapporto alla ruota molto agevole (da salita) e aumentate man mano. In parallelo utilizzate solo con molta progressione l’aiuto elettrico: infatti le partenze a scatto consumano moltissima energia. Come nelle automobili. Ma allora, a cosa servono le bici a pedalata assistita? Ecco alcune risposte.

.

  • A far continuare a scalare salitacce a chi non potrebbe più permetterselo (è il mio caso);
  • a riunire le famiglie: la moglie non ciclista al marito ciclista (è il caso mio e di mia moglie);
  • ad iniziare alla bici persone che altrimenti non lo farebbero mai;
  • a non far dismettere la bici da chi per età dovrebbe dismetterla;
  • ad allungare il raggio d’azione delle singole uscite;
  • ad essere utilizzate quale mezzo di locomozione urbano.

Quindi, viva la bici! Elettrica e non … viva!

.

.