OTTENERE GIUSTIZIA SENZA IL TRIBUNALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2017 @ 7:38 am

Detto altrimenti: questo è un postaltrui, di Gianluigi De Marchi www.demarketing2008@libero.it        (post 2840)

Ormai abbiamo capito che nel fare investimenti finanziari occorre prudenza. Tuttavia ho ripescato un contributo di un amico, un suggerimento di qualche tempo fa (11 agosto 2017) .

Inizia

Avete subito un danno perché la banca vi ha appioppato obbligazioni che non vi sareste mai sognati di comprare (ma l’addetto ai titoli era così convincente, vi ha detto che anche sua madre li aveva comprati…), o una unit linked che in realtà è un fondo comune mascherato che investe in paesi emergenti (ma l’addetto ai titoli ha sempre parlato di polizza assicurativa…)? Capita sempre più frequentemente, purtroppo.

E purtroppo non tutti reagiscono nel modo più giusto, cioè facendo un reclamo, pretendendo il rimborso, coinvolgendo funzionari e dirigenti. Uno dei motivi più frequenti che provocano questo comportamento arrendevole risiede nei costi che si dovrebbero affrontare per far causa alla banca; soprattutto per importi inferiori ai 60-70.000 euro di danni il gioco non vale la candela (considerando anche i rischi che il giudice dia ragione alla banca). A ciò si accompagnano i tempi biblici della giustizia: per vincere definitivamente una causa occorre mettere in bilancio almeno 6-8 anni, poiché le banche sono pronte ad andare fino in Cassazione pur di cercare di averla vinta.

imagesPer fortuna esiste una strada veloce e praticamente gratuita cui fare ricorso: si chiama “giustizia alternativa”, cioè una serie di “tribunali” che risolvono le controversie nel settore finanziario.
Al momento ne esistono due, chiamati ABF (Arbitro Bancario Finanziario, che opera presso la Banca d’Italia) ed ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie, che opera presso la Consob).

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Al primo ci si può rivolgere per tutte le questioni che riguardano danni legati alla gestione del conto corrente o delle carte di credito collegate ad esso; al secondo vanno indirizzate le domande di rimborso per ogni tipo di operazioni finanziarie (investimenti in titoli azionari od obbligazionari, fondi comuni, gestioni patrimoniali, eccetera).

La documentazione da presentare è estremamente ridotta, scaricabile dai siti dei due organismi. Particolare importante: non è obbligatoria l’assistenza di un avvocato (prevista invece per la mediazione), anche se è consigliabile rivolgersi ad un consulente finanziario soprattutto per far verificare i conteggi e controllare i riferimenti a leggi e regolamenti.
I tempi di decisione sono molto brevi: all’arrivo del reclamo presso l’arbitro, la banca coinvolta deve rispondere entro 45 giorni; e l’organo decisionale emette la “sentenza” entro i 60 giorni successivi.

I costi sono irrisori: solo 20 euro di spese di segreteria (fra l’altro rimborsabili se il cliente ottiene ragione!). Consiglio per i lettori: non limitatevi a mugugnare e non trangugiate i rospi che vi hanno proposto come se fossero un piatto delizioso. Reclamate, ricorrete all’arbitro ed aspettate fiduciosi. Oltre il 50% dei ricorsi si chiude con la vittoria del risparmiatore.

Finisce

Allora, che ne dite? Una bella consulenza, non c’è che dire e soprattutto … assolutamente gratuita! Grazie Gianluigi!

P.S.: mi permetto di aggiungere un nota mia. Fare banca dovrebbe significare “raccogliere risparmio e prestare denaro a imprese e famiglie”, non “fare o far fare finanza”: questo ruolo dovrebbe essere (solo) delle società finanziarie. Se non che la finanza ha portato alle banche forti utili a breve termine (e fortissimi “premi” ai suoi dirigenti, ovviamente mai restituiti!) e forti perdite nel medio termine. Se a ciò aggiungiamo prestiti troppo facili ad imprese amiche e prestiti anche molto oculati a imprese meritevoli ma poi travolte dalla crisi, possiamo spiegarci la ragione delle crisi bancarie in USA, Europa, Italia. Il ripianamento? Con denari pubblici: too necessary to fail …

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