FILOSOFIA POLITICA – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2017 @ 6:45 am

Detto altrimenti: no, raga … non cambiate canale … dai … leggetelo questo post! Si tratta di concetti semplici, chiari, molto più comprensibili del titolo … dai, leggetelo, ci conto!    (post 2860).

Filosofia … molti pensano che tratti cose astratte, pensieri teorici … e invece no: filosofia è “ricerca attiva della verità” ,“ricerca del perché”, ricerca del “dove si va a parare”. In ogni settore.

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Esiste la filosofia del diritto, un maestro è stato l’austriaco Hans Kelsen. Non so invece sia stata mai approfondita la “filosofia della politica”, cioè quella analisi che ci farebbe capire cosa si cela dietro alle parole; dove taluno ci vuole condure e perché; il “cui prodest, cui bono” (chi ci guadagna) di Cicerone. Proverò a lanciare un sasso nello stagno. Un primo tentativo di riflessione sulla filosofia della politica potrebbe esaminare due aspetti: la statica e la dinamica.

La statica: perché un partito è organizzato su moltissimi organismi tutti pletorici e quasi mai regolarmente frequentati da tutti gli aventi diritto? La dinamica: se una Assemblea di partito delibera “A”, non dovrebbero esistere delibere di organismi inferiori che deliberano “B”. E invece esistono. Perché?

downloadLa statica. La risposta che mi sento di dare è un po’ maliziosa e si rifà a quel “plurimae leges corruptissima republica” di Tacito (Annales) di cui scrivevo tre post fa (cfr. ivi): un’organizzazione molto, troppo complessa è facilmente governabile da taluno, e lo è ben al di là della volontà espressa dai (pochi) partecipanti o più frequentemente non-espressa dai molti che avrebbero dovuto partecipare. Ne consegue che la volontà di taluno più facilmente ha la meglio – anzi – riesce a convincere i pochi presenti e viene poi venduta come la volontà unanime di tutti. E qui emerge un altro rischio: l’unanimità. Già, perché nell’ “unanimità”, nei grandi numeri, nei consensi osannanti, se non altro per una ragione statistica più facilmente può celarsi il male (J. Brodskij, “Il canto del pendolo”, prolusione, Ed. Adelphi).

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Memento audere semper … tanto non c’è sanzione!

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La dinamica. Qui l’analisi e la risposta sono molto più semplici: la norma viene violata impunemente. Impunemente, appunto, perché non è prevista sanzione alcuna a fronte di tale violazione. Come funziona? Semplice. Il “violatore” dice – anzi, fa dire ai suoi – che “sono cambiati i tempi … che si tratta di un dettaglio … che non bisogna avanzare critiche strumentali” … fino a quando viene lanciata l’arma letale, la frase micidiale che tutto travolge: “Si è venuta creando una situazione per cui …”. E con ciò di pretende di legittimare qualsiasi violenza all’ordine costituito da norme legittime, valide ma non efficaci perché non provviste di sanzione.

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Filosofia è ricerca. Io ho provato a “ricercare”. Molto probabilmente mi sono sbagliato, ma almeno ci ho provato. Buona Filosofia della Politica a tutte e a tutti! (Le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso)

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