NEL NOME DELL’UMANITÀ

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2017 @ 6:26 am

Detto altrimenti: quo vadis Umanità? di Riccardo Petrella             (post 2893)

(le mie considerazioni personali in colore bluetto)

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Le sedie vuote: la mia e quella di un giornalista

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Ieri sera. Sala Rosa del Palazzo della Regione. Un libro: “Nel nome dell’Umanità“. Riccardo Petrella, l’autore. La sala piena. Quo vadis Umanità? Dove stiamo andando tutti? Riccardo Petrella, un libro, due sezioni: la pars destruens e la pars construens.

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IMG_4531 - CopiaPars destruens

Nazionalismi intrisi di populismo. Manca il ghiaccio, l’Artico, in 20 anni da 1.200.000 di kmq a soli 150.000. I Paesi bassi stanno investendo 1.200 miliardi di euro per innanzare le barriere anti marea di 30 cm: sono “resilenti”, reagiscono all’innalzamento del livello del mare ma non ne impediscono la causa. Il Laos non sta investendo nulla e sarà sommerso. Fra pochi anni avremo il divario ricchi-poveri che esisteva nella Londra del 1905. La finanza comanda la politica. Il sistema politico è privatizzato. La finanza si è trasformata: da risparmio e investimenti a algoritmi che operano in un milionesimo di secondo e fabbricano utili-da-non-lavoro, utili da-non-risparmio, utili-da-non-investimenti.

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               Riccardo Petrella e Roberto Savio

    Si dice 1): non ci può essere rimedio, perché è nella natura dell’uomo, è la natura umana, non si potrà mai avere un mondo giusto … le guerre poi sono inevitabili, si fanno per cupidigia o per paura (questa non è una novità: si legga l’ultimo discorso di Pericle agli Ateniesi,  n.d.r.); senza le guerre mancherebbe il 21% del prodotto mondiale, l’industria delle armi è seconda solo a quella dell’informatica, ed è a pari livello di quella farmaceutica. … Si replica: esiste anche una Umanità diversa.

  • Si dice 2): l’attuale sistema economico finanziario è troppo complesso, non si potrà mai modificarlo, le relazioni sono troppo interconnesse: le male banche? Abbiamo dovuto salvarle, too big to fail. Questa è la Teoria della Complessità: stiamo diventando resistenti, resilienti, ci adattiamo e non cambiamo. La complessità genera e presuppone l’accettazione del non-cambiamento

La politica locale: la Teoria della Complessità vale anche in questo campo: i sub sistemi si sono interconnessi e l’elettore si adatta, non opera per il cambiamento …non ancora, almeno (spes ultima dea!).

.TRUMP

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Siamo travolti e dominati da tre “produttori di senso”: 1) nel nome di Dio; 2) nel nome della nazione; 3) nel nome del denaro. Trump è uno dei principali esempi: in God we trust; America first; economia=armi (gli USA uscirono dalla crisi del ’29 grazie al rilancio dell’industria pesante, quella degli armamenti, cfr. post 8 febbraio 2013, “Le crisi economiche negli ultimi 150 anni” http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=13355).

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    Edizioni Il Margine, 303 pagine, €15,00 assai ben spesi

    Il dio, il dio di turno, divide e non unisce. L’unica eccezione è Papa Francesco.

  • La nazione … anche in UE non si riesce a superare il modello “somma delle volontà dei singoli stati” per adottare il modello “volontà unica UE”. La sovranità nazionale è diventata solo sicurezza nazionale. Non si parla più di sicurezza collettiva. La nazione non è più il popolo, bensì è la classe dirigente (Ciò avviene anche nella democrazia: non è più del popolo, bensì di una sua parte ristretta, anche localmente. Platone – 400 a. C. -  in Menesseno, 237c-239, definisce la democrazia come aristocrazia con l’approvazione della massa). La democrazia è stata spappolata. La nazione ha espulso il popolo dalla storia.
  • Il denaro. Nell’area mediterranea ci sono 80 milioni di giovani disoccupati: “Non mi servi, non mi fai guadagnare, non ti faccio lavorare”. Bill Gates, 41% delle azioni della Microsoft, le azioni crescono di valore, in un anno guadagna 15 milioni di dollari ( o miliardi? Con tutti quegli zeri mi gira la testa …), pari allo stipendio di un anno di quante centinaia di migliaia di nostri nti delle scuole elementari? L’Amministratore Delegato della Bayer, 38 anni: “Il governo indiano è ladro: per certe medicine ci impone il prezzo di 600 dollari mentre noi le vogliamo vendere a 60.000. Al giornalista che mi obietta che in India ci sono solo pochissime persone che possono pagare quelle cifre, ho risposto che noi le abbiamo prodotte non per loro, bensì per gli occidentali che se le possono permettere. Poi mi hanno licenziato perché mi hanno detto che questa è la verità ma che non la dovevo dire …”

downloadAbbiamo smesso di indignarci, abbiamo preso le distanze  dal fatto che milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della mancanza di … acqua! Questa estate sono stato ad Aliano (Matera), il paese nel quale il fascismo aveva confinato Carlo Levi: il contrasto fra povertà di quei luoghi (descritta nel suo libro “Cristo di è fermato ad Eboli”) e il fasto della celebrazione dell’Impero è enorme. Sono stato anche a Matera, dove fu Alcide De Gasperi, nel 1950 (che a Matera ha una bella statua a ricordo della sua legge svuota-caverne), a tirare fuori la gente dalle caverne … 1950 … in quello stesso anno io frequentavo a Genova  la seconda elementare e alcuni miei compagni venivano a scuola accompagnati dal papà in auto: uno addirittura con una Fiat 1900 B-  berlina! Che divario!

Pars construens

Fino a qui la pars destruens. Ma … qual è la pars construens dell’Autore del libro? Eccola: l’Autore afferma che dobbiamo ragionare ed agire per utopie e cita Marx che considerava l’Utopia come un obiettivo difficile ma raggiungibile, passo dopo passo, scalino dopo scalino. A me piace citare Tommaso Moro e la sua Utopia, non un modello politico ma un modello di metodo. Petrella afferma che usciremo dal tunnel per tre ragioni:

  • abbiamo capito che facciamo parte di un unico sistema vivente: tutte le componenti simul stabunt vel simul cadent;
  • abbiamo capito che dobbiamo creare il Consiglio di Sicurezza dei Beni Pubblici Comuni (acqua, semi, conoscenza) (Nel 1980 gli USA e l’UE al seguito hanno brevettato il vivente!)
  • abbiamo capito che siamo l’unica specie in grado di distruggere il mondo.

Ho acquistato il libro, Riccardo Petrella mi ha scritto una dedica: “A Riccardo: la … (non si legge la parola) della vita non ha tempi finiti. La creatività è comune, storica, corale”.

IMG_0507Grazie, Riccardo Petrella! Grazie Fabio Pipinato (Ipsia) che mi hai invitato a questa presentazione , da te co-organizzata. Ed io … io mi ci sono ritrovato in pieno in questa ripartenza, in questo Restart, in questa sorta di zero base budget della riprogrammazione del nostro sentire. Ecco, dobbiamo azzerare l’attuale micidiale deriva inerziale e ripartire, ripartire, ripartire: la prima Autonomia deve essere quella del nostro pensiero!

Firmato Riccardo Lucatti

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