IL BREVETTO DEL VIVENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2017 @ 11:11 am

Detto altrimenti: il brevetto su semi che generano piante alimentari, ad esempio …   (post 2905)

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Il problema del brevetto del vivente è complesso. In questa sede mi limito ad un accenno di un aspetto, il brevetto del seme di una pianta alimentare. Infatti – purtroppo –  si può brevettare questo tipo di seme. Lo ha fatto la Monsanto che cita in giudizio i “ladri” dei suoi semi brevettati. Anche qui da noi, in Trentino, vi sono alcune specie di frutta brevettate: se le vuoi produrre, devi dichiarare quante piante hai, per quante stagioni le fai fruttare e pagare un tot. Se superi, sei un ladro. In questi giorni il problema – fra i tanti altri anche maggiori – è stato risollevato da Riccardo Petrella in occasione della presentazione del suo libro “Nel nome dell’umanità” (v. qualche post fa). Io stesso …

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bty…  sentite il caso avvenuto di fresco, /a me che, girellando una mattina, / capito nel mercato un po’ lontano / quel contadino, / là, fuori di mano … io stesso … dicevo, questa mattina ero al mercato contadino di Via Filzi a Trento, quello a km zero. Già altre volte avevo scambiato qualche parola sull’argomento con un giovanotto addetto alla vendita in un banchetto di frutta e verdura. Oggi sono tornato alla carica: gli ho lasciato un mio biglietto da visita da blogger, l’ho invitato a leggere il libro di Petrella. Lui mi conferma: “Producevano kiwi gialli, brevettati: scaduto il termine, non abbiamo rinnovato il contratto di utilizzo del brevetto e abbiamo rimosso le piante”. Lo stesso vale per alcune qualità di mele. Lo sapevate? Riccardo Petrella, nel suo libro citato, difende un concetto, quello dei beni comuni mondiali, i quali devono essere di libero accesso per chiunque: l’acqua, i semi, la conoscenza.

E voi, che ne pensate?

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