CESSIONE DEL QUINTO: UN SISTEMA PRATICO MA COSTOSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2017 @ 7:06 am

Detto altrimenti: Nel post 2945 vi davo indicazioni sul come difendervi dalle inerzie delle Compagnie di Assicurazioni. Oggi è la volta della “tutela” nei confronti della codiddetta “cessione del quinto”. Lo faccio con un POSTALTRUI, del mio amico torinese Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it     (la suddivisione in capitoletti è mia. Me lo consentirà l’autore dell’articolo)    (post 2959)

Inizia

Di cosa stiamo parlando

imagesIn una situazione di crisi quale quella che stiamo attraversando da oltre dieci anni aumentano le difficoltà finanziarie delle famiglie, che necessitano (nella speranza che le cose migliorino) di un finanziamento per sostenere un livello di vita almeno dignitoso. Stanno aumentando i prestiti personali per avere disponibilità finanziarie per arrivare a fine mese, i prestiti finalizzati (per acquistare mobili, elettrodomestici o per pagarsi le vacanze) e sta riprendendo quota uno strumento che era stato quasi dimenticato negli anni del benessere: la cessione del quinto dello stipendio. Secondo le statistiche elaborate dalla Banca d’Italia ogni anno si stipulano nuove operazioni per 5 miliardi di euro, ed il totale dello stock di finanziamenti con cessione del quinto ammonta ad oltre 17 miliardi di euro. Si tratta di un sistema creato nel lontano 1950 proprio per consentire a chi aveva uno stipendio fisso di ottenere una somma immediatamente spendibile, impegnandosi a restituirla mediante la rinuncia al 20% dello stipendio mensile.

Il rischio per la banca erogante

 Operazione di interesse sociale (sostegno delle fasce meno abbienti prive di possibilità di offrire in garanzia beni reali) e di interesse per le banche (l’erogazione del prestito è priva di rischio). La cessione del quinto, infatti, per sua natura è garantita nel suo rimborso perché è il datore di lavoro (impresa o ente pubblico) che provvede al pagamento delle quote mensili decurtando lo stipendio della quota corrispondente. Il rischio di morte del debitore ed il rischio di fallimento dell’impresa sono coperti da polizze assicurative (pagate dal debitore). Uno dei punti delicati è il fatto che il costo dell’assicurazione (che azzera, come detto, il rischio per il creditore) va aggiunto al costo degli interessi (ma non fa parte delle componenti di costo ai fini dell’usura). A fronte di un rischio nullo, il costo dovrebbe essere bassissimo.

Il livello del tasso

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       A che “altezza” sta il tasso?

Invece recenti studi della Banca d’Italia hanno evidenziato come i dipendenti che chiedono questa forma di finanziamento siano tartassati come se fossero tra i peggiori debitori: infatti i prestiti migliori hanno un costo oscillante intorno all’8%.Un esempio per un dipendente pubblico: importo totale del credito 20.000 euro, durata 10 anni (120 rate mensili) importo rata 252 euro con un totale di rimborsi pari a 30.266 (compresi costi di istruttoria e commissioni). Il tasso nominale è pari al 7%, il tasso effettivo globale annuo (TAEG) è pari al 9,25%. Da notare che i tassi debbono stare al di sotto della soglia dell’usura fissati dal Ministero dell’Economia. Attualmente i “tassi soglia usura ” (quelli oltre i quali scatta il reato di usura) sono dell’11,58% per prestiti fino a 15 mila euro, e del 9,42% oltre i 15 mila euro (al 9,25 + costo assicurazione, si supera il 9,42? N.d.r.)

L’informativa

Una importante avvertenza: prima della conclusione del contratto il consumatore ha diritto a ricevere il manuale sulle “Informazioni europee di base sul credito ai consumatori” dove sono riportate tutte le caratteristiche ed i costi del finanziamento. E’ bene infatti che, una volta deciso di ricorrere a questo sistema, il cliente si faccia un’idea delle proposte del mercato, utilizzando uno dei tanti siti che oggi, per fortuna, aiutano nella scelta (ad esempio www.facile.it , www.ilcomparatore.com www.prestitionline.it ).

L’estinzione anticipata

Esiste l’opportunità per il cliente di fare un’estinzione anticipata ma la legge prevede delle penali in base al momento dell’estinzione: se il finanziamento viene estinto quando alla scadenza del contratto manca più di un anno si applica una mora dell’1% e dello 0,5% se al momento dell’estinzione anticipata manca meno di un anno.

La tutela legale

In caso di problemi o vertenze, il cliente può avviare una pratica del reclamo all’Arbitro bancario finanziario (www.arbitrobancariofinanziario.it ) con modalità semplice, veloce ed economica.

Finisce

Di mio aggiungo: per strada si vedono negozietti-agenzie-finanziarie più o meno improvvisate che fra i prodotti offerti offrono il disbrigo delle pratiche per la cessione del quinto, ovviamente a costi aggiuntivi che si sommano a quelli sopra descritti. Mi chiedo: di fronte a mutui ipotecari bancari al tasso dell’1% fisso, invece di fare la cessione del quinto (= praticamente una ipoteca su una parte dello stipendio/pensione) a quei livelli di costo, non converrebbe iscrivere ipoteca su un immobile (chi ce l’ha), visto che il mutuo ipotecario non è fatto per comperare casa, ma semplicemente con ipoteca sulla casa? E comunque, come la mettiamo con l’incidenza della liquidazione mensile e del divisore 360/365? Grazie Gianluigi se rispondi a queste mie domande!

Alla prossima “tutela del navigatore sul blog” dunque!

Ed ecco la risposta di De Marchi:

Certo che chi può potrebbe far ricorso ad un mutuo ipotecario, che oggi è praticamente regalato… Il problema è che chi non ha nulla da offrire in garanzia non ha molte strade da percorrere. Giustizia vorrebbe che TUTTI I COSTI (diretti, indiretti, accessori e altro) fossero inseriti nel calcolo del costo e quindi dell’usura. Ma purtroppo le norme sono scritte dalla lobby delle banche e delle finanziarie, che riescono a manipolare i dati (vedi ad esempio la famigerata commissione di massimo scoperto, per decenni fonte di usura legalizzata, ed oggi trasformata in altra odiosa commissione “per disponibilità immediata fondi”…) tenuta fuori dal calcolo dei tassi soglia!

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