IL POTERE A CASCATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Dicembre, 2017 @ 3:56 pm

Detto altrimenti: alias la cascata (o la caduta?) del potere                     (post 2986)

downloadSpesso mi domando come avvenga che il potere del potente di turno affascini le masse, in particolare come e perché esso affascini anche coloro che non fanno parte di quella cerchia, di quell’elite, di quell’oligarchia, anche coloro cioè che da quella “forza” non traggono alcun vantaggio. Riscontro questa “catena di trasmissione” di approvazione del potere, del consenso al potere, di imitazione del potere, di elogio del potere in molti ambiti: all’interno – ad esempio – di associazioni, di partiti politici, di governi, tanto per citare casi su scale diverse. L’ ipse dixit va bene per chi sta a valle della cascata di potere. Così – da un lato - costui vive meno faticosamente ovvero “pensa di meno” e – per un diverso aspetto – ogni debole uomo, “indotto dalla propria volontà a servire il forte, riesce egli stesso a dominare chi è ancora più debole di lui: in questo processo, egli si insinua nel cuore del forte e vi ruba potenza” (F. Nietzsche).

Ricordate – se non altro per averlo visto in qualche film – il “potere” del capo-caseggiato del periodo fascista? Spesso era lo stesso portinaio che, traendo potere dall’essere asservito al partito, a sua volta asserviva i condomini spiandoli, intimidendoli e riferendone le “gravi mancanze politiche” quale, ad esempio, l’utilizzo del “lei”, il mancato saluto romano o l’assenza ad un raduno “spontaneo” del partito.

Il leader … si, di un leader tuttavia si ha bisogno, sempre. Ma chi è il leader? Colui che stimola la crescita di ognuno, la libera espressione e la creatività da parte di ognuno; colui che sa razionalizzare istanze sentite ma non espresse da parte di ognuno; colui che crea un simbolo nel quale gli altri si riconoscono; colui che mai cercherebbe di appropriarsi del simbolo da lui stesso creato, se non altro perchè è conscio che in tal caso il simbolo da strumento di unione diverrebbe strumento di divisione e di guerra.

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Leader non è colui che “pensa lui per tutti” e che opera soprattutto per l’autorità che altri gli hanno conferito o che – peggio che mai! – si è conferito da solo, quanto invece colui che opera con l’ autorevolezza che gli deriva dal suo stesso essere, dote che nessuno gli può conferire ma che tutti sono disposti a riconoscergli. E se l’uomo di potere danneggia gli altri e alla fine anche se stesso, perché è alla ricerca di un potere sempre più grande che alla fine lo conduce alla rovina (si vedano le sorti dei maggiori uomini di potere della storia, anche recente), l’uomo di autorevolezza fa crescere intorno a se stesso e ad ognuno dei suoi una difesa contro gli abusi di potere, attivi (quelli fatti agli altri) e passivi (quelli subiti da parte di altri).

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