RELIGIONE, POLITICA E PREPOLITICA “LAICHE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Gennaio, 2018 @ 2:13 pm

Detto altrimenti: laiche? Cerchiamo di capirci, perchè le parole sono pietre scriveva Don Milani   (post 3003).

 

  • downloadLaicità = pluralismo, quindi …
  • … religione laica è quella che rispetta le altre religioni, quindi …
  • … politica laica è quella che rispetta le altre politiche. Ma qui occorre inserire il concetto di …
  • … prepolitica o pre-politica, se preferite, laica anch’essa se riepetta le sue “colleghe”.

Lasciamo stare la religione, ne parlerò una prossima volta e veniamo ai punti successivi. Talvolta gli amici mi chiedono se io “faccio politica”. Io rispondo che no, io semmai faccio pre-politica, ovvero mi occupo dei problemi sotto l’angolazione di un punto di vista concettuale e metodologico.

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Dicono che mi assomiglia … o io a lui (magari!)

Ecco, la prepolitica. Mettere al centro i vari problemi con le varie possibili soluzioni sotto l’angolazione dei principi ispiratori e del metodo di ogni scelta. E’ un fatto di attenzione, conoscenza, cultura, chiarezza di idee, coerenza, senso di responsabilità, coraggio delle scelte da parte di ognuno. Infatti a questo punto occorre che quando il prepolitico diventa politico – cioè quando va a votare – voti a ragion veduta e sia coerente, non come quel Woody Allen che in suo film si mise in bocca la frase: “Sono un conservatore di sinistra: non condivido alcune delle mie idee”. In altre parole, occorre maggiore “cultura” ove con questo termine si indica “l’insieme delle conoscenze di ognuno”, ragion per cui – per sviare da me ogni possibile accusa di essere uno snob “studiato-lezù” (persona colta, “letta” nel senso che ha letto molto, in dialetto trentino) – dichiaro che a mio avviso  anche il ciabattino del più sperduto paese dell’appennino ha una grande cultura, nel senso che sa fare bene il suo mestiere.

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download (1)Primo esempio. Non critico il volume delle (esigue) spese per la prevenzione e il risanamento dei/dai fenomeni idrogeologici (60 milioni di euro all’anno) né quello (eccessivo) destinato alla spesa militare (60 milioni di euro al giorno), ma insisto a che ogni spesa, ogni investimento sia inquadrato nell’insieme degli interventi, ovvero sia valutato in valore relativo cioè relativamente agli altri impegni e non in valore assoluto, ovvero riferito solo a … se stesso. Ecco, vedete, se io lascio le due parentesi, faccio pre-politica. Se le togliessi, farei politica.

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images (1)Secondo esempio. “La legge è uguale per tutti”, si afferma. Poi però ci sono le eccezioni ed allora l’affermazione diventa “La legge è uguale per tutti salvo le eccezioni di legge”. Al che io mi chiedo: chi decide la differenza fra “eccezione di legge” e “violazione della legge”? Mi spiego: se “tutti” possono andare in pensione solo a … chessò … 67 anni (? Ho perso il conto, vorrete scusare) ma vi sono categorie che da anni ci vanno a 55 (esistono) chi decide che quelle sono legittime eccezioni della legge e non violazioni della stessa? Anche qui, questa decisone sarebbe di prepolitica.

Terzo esempio. Esistono fondi pensione confluiti nell’INPS ma a “gestione separata” che corrispondono pensioni (retributive, non contributive) non d’oro, ma di platino (alcune arrivano ad alcune decine di migliaia di euro al mese), corrisposte a pensionati di enti o spa pubbliche. Anche qui, chi decide (prepoliticamente) che queste sono eccezioni legittime alla legge (a quella che dovrebbe essere uguale per tutti) e non sue violazioni? Qui non metto fotografie sennò mi querelano. Sapete loro come se la cavano di fronte all’opinione pubblica? Nel senso che quando si dice 70.000-90.000 euro di pensione … tutti pensano all’anno e dicono troppo-comunque-vabbè. Invece sono al mese. Una decisione prepolitica: prevale il diritto acquisito a quel livello pensionistico o i diritti (costituzionali) alla famiglia, al lavoro, alla salute etc. per la cui attuazione servirebbero parte di quei denari? Cioè, fra diritti pensionistici (acquisiti) e diritti costituzionali (non ancora ottenuti) quali prevalgono? Anche questa mi parrebbe una questione prepolitica.

Il problema l’aveva già messo a fuoco tale Giovenale (vissuto fra il 50 e il 120 d. C.) nella sua sesta satira. A chi suggeriva di far custodire la fedeltà della moglie da alcuni custodi, faceva rispondere: “Quis custodiet ipsos custodes? (Chi controllerà i controllori?). E oggi: chi controlla i controllori dei diritti?

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E oggi? Oggi occorrerebbe molta “filosofia del diritto” di più, ovvero occorrerebbe un po’ di più di quella “cosa” che molti definiscono inutile, teorica, roba da “studiati” o “lezù”  (v. sopra) e che invece no: la filosofia è “amicizia del sapere, amore della sapienza” e per essere amico di qualcosa o amarla occorre conoscerla questa cosa … o no? E la Filosofia del Diritto ti aiuta a conoscere il diritto, la legge. Qui a fianco Hans Kelsen maestro della Filosofia del Diritto: diritto e morale, uniti o no? Questo è il problema …

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E comunque, laicamente: buona religione, buona pre-politica, buona politica e Buon Anno a tutte e a tutti!

P.S.: la religione … ci ho ripensato: non sono in grado di iniziare una discussione su questo tema e quindi di dedicarle un post specifico. Mi limito quindi a ripetere quanto ho imparato da un amico filosofo, storico e anche sacerdote: la nostra religione è Creazione e Resurrezione. Inoltre essa ha anche una morale (fra l’altro: il “non fare agli altri … fai agli altri …”  etc. era già inciso nella legge di Hammurabi, qualche migliaio di anni prima di Cristo). La sua laicità? Il rispetto (attuale, non così in passato, purtroppo) per tutte le altre religioni. The rest are details, direbbe quel tale Einstein …

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