FREGOLI, CHI ERA COSTUI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2018 @ 1:42 pm

Detto altrimenti: trasformisti , prestigiatori, varie ed eventuali (in politica)   (post 3021)

imagesTrasformisti. Leopoldo Fregoli (Roma 1867 – Viareggio 1936) attore comico soprattutto conosciuto come trasformista. Abbiamo anche oggi dei bravissimi trasformisti. In politica. Alcuni lo sono di se stessi, nel senso che cambiano partito a secondo lo spirare del vento, così come un velista cambia le vele a seconda dei venti che incontra. Altri no … non cambiano partito … semmai lo ridisegnano, lo aggiornano un po’ nel look. Costoro tuttavia fanno come un regatante particolarissimo che, vistosi superato, cambia rotta e pretende che il traguardo sia fissato proprio davanti alla sua prua. Vi è poi un terzo tipo di trasformisti, quelli che si travestano da lavoratori. Cosa? Non è chiaro? Avete ragione, mi spiego: si tratta di quelli che si travestono da lavoratori di un cappellificio, chessò … di uno tipo Borsalino. Cosa? Non è ancora chiaro? Avete ragione, mi spiego meglio: si travestono in quel modo per poi … mettere il proprio cappello sul lavoro altrui, sulle idee altrui, sui rapporti personali altrui.

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Quo usque tandem, Catilina, abuteris patientia nostra? Fino a quando insomma, Catilina, abuserai della nostra pazienza?

Prestigiatori. Il più antico, celebre e abile fu Catilina, un politico che qualche anno addietro fu definito (da un avvocato, tale Cicerone) “simulator et dissimulator omnium rerum”, ovvero simulatore e dissimulatore di qualsiasi cosa nel senso che era abilissimo nel far apparire vere le cose false e false quelle vere.

Dice … “Ma caro blogger … la politica è tutta così?” Dico: no raga, no di certo! Vi sono anche Persone che fanno Politica (le P non sono maiuscole a caso), quelle che pensano alle future generazioni e non alle future elezioni. Queste Persone si muovono all’interno di un Partito. Solo che quando il Partito viene trasformato in partito (la p minuscola non è utilizzata a caso) può capitare che queste Persone si trovino in minoranza! E allora … cosa possono fare? To be or not to be, si domandava Amleto, ovvero se sia più nobile opporsi alla aversa sorte o se, preso un pugnale, farla finita. Ovviamente qui non si tratterebbe di suicidio fisico, ma di rinuncia alla lotta (politica).

Dice … “Ma se i Partiti sono retti da regole democratiche, come è possibile che un Partito diventi un partito (la p minuscola … v. sopra)”? Dico: purtroppo è possibile, perché in genere quelle violazioni (della democrazia vera, n.d.r.) non sono passibili di sanzione immediata; perché l’informazione spesso è di parte; perché molta gente è distratta; perché la vecchia politica ha costituito una rete oligarchica di potere di fatto; perché … insomma diciamola tutta: perché la Politica gioca pulito e onestamente contro la politica che utilizza accorgimenti “particolari” d’ogni tipo, come ad esempio quello di spostare la linea di traguardo della regata (v. sopra).

Dice … “Ma allora caro blogger, cosa suggerisci? Di non andare a votare? Di non aderire ad un partito?” Dico: mai, raga, mai! Il non- voto è proprio quello che le oligarchie del potere vogliono! Anche l’adesione ad un partito serve … sin tratta di vedere a quale e – se mi permettete un contributo – se proprio non vi va di restare nel vostro perchè da Partito lo hanno trasformato in partito, be’ … allora uscitene ma spiegando bene, molto bene le ragioni. Poi potete aderire ad un’altra forza politica, oppure rimanere attivi in altro modo, chessò … con una Associazione che si occupi di pre-politica, cioè di approfondire quei temi e quelle metodologie mirate alla maturazione sociale e politica della gente, fiduciosi che gutta cavat lapibem …

Dice … ”Ma e se invece io volessi restare comunque in quel partito?”. Dico: si può restare ma bisogna essere “più realisti del re”. Dice …”Ecchè, vuoi dire che bisogna comportarsi peggio di quegli altri? Superarli in scorrettezze? Rinunciare alla democrazia?” Dico: no, mai! Solo bisogna esser maliziosi,  bisogna pensar male che si fa peccato ma si indovina, ricordandosi cosa diceva il sacerdote Laocoonte ai suoi concittadini Troiani, per dissuaderli dall’introdurre in città il famoso cavallo: “Timeo Danaos et dona ferentes”, ovvero temo i Greci anche quando mi offrono doni”. In pratica, nessuna anche se piccola concessione all’avversario in tema di apparentemente minima modifica o particolare interpretazione della norma e della prassi generale: infatti sarebbe come far entrare un moderno cavallo di Troia dentro le mura della Democrazia.

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