VUOI METTERE A … FUOCHI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Marzo, 2018 @ 7:32 am
  • Detto altrimenti: l’Arte fotografica di Enrico Fuochi   (post 3099)

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  • “Gli improbabili sposi”, ovvero “I promessi sposi” rivisti in chiave moderna attraverso l’obiettivo di Enrico Fuochi, uomo di un nuovo Rinascimento per i molti interessi che coltiva: la sua famiglia, la sua cagnotta Isotta, i suoi (tanti) amici, i viaggi in camper, la vela, il volo a vela, la pesca, la ricerca di tartufi, i libri che scrive e pubblica (“FotoStorie”, “FotoGrafie”, “FotoFiabe”, “A bordo della Città di Milano”), la partecipazione attiva all’Accademia delle Muse della Presidente Cristina Endrizzi (il cui suocero era il medico di bordo della nave Città di Milano, quella per l’assistenza alla spedizione di Nobile) e ad alcuni circoli di foto-amatori.

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  • .btyUna mostra fotografica già presentata a Rovereto, città nella quale, passeggiando il Manzoni con il suo amico filosofo Rosmini, era maturato il cambio del titolo da “Fermo e Lucia” in “I promessi sposi”, per maturare ora, a Riva del Garda, questo terzo nuovo, provocatorio titolo. La nuova presentazione è stata arricchita da una recita per estratto dell’opera manzoniana, messa in scena da Alfonso Masi con Ester D’Amato e Fiorenzo Poier. Mancaddirlo gran successo di pubblico nella Sala G. Craffonara ai Giardini di Porta Orientale in Riva del Garda.

  • dav“Sono sempre stato un convinto assertore – spiega Enrico Fuochi – che la fotografia, la vera fotografia, per essere un’arte indipendente e non una semplice rappresentazione di quello che l’occhio vede, debba essere un mezzo per inventare e interpretare storie e non per riportare storie. Ecco perché per me sarebbe stato oltremodo banale, e quindi di nessun interesse, raffigurare alcuni personaggi del romanzo in modo realistico e quindi riferito alla loro epoca. Mi riferisco non solo agli abiti, ma anche alle posture, alla fisicità e alle descrizioni situazionali. Sarebbe stato come svilire il lavoro del grande Manzoni, che, a ben osservare, non voleva certo ingabbiare la mente del lettore ma aprire nuove visioni, nuove fantasie e nuove interpretazioni. E quale miglior occasione per me di questa per dar sfogo alla mia creatività? Perché non enfatizzare quella sua nascosta modernità rappresentando Lucia come una ragazza discinta con il volto all’interno di una cornice, quasi a voler simboleggiare il ruolo importante che lei riveste nel romanzo, esagerando così quell’aspetto psicologico e quell’idea che io mi sono fatto di lei e che il Manzoni stesso descrive come “modestia un po’ guerriera delle contadine” ma che poi rivela un carattere forte e determinato?.

    btyOppure interpretare Geltrude, la monaca di Monza, in modo provocatorio – dice Fuochi – esasperando il contrasto tra la “modernità”, che lei probabilmente avrebbe accettato più volentieri, e il ruolo che invece le è stato imposto da genitori e famigliari? E – perché no – un don Abbondio, travolto da un colpo di vento che allegoricamente parlando rappresenta gli eventi che la sua codardia non ha saputo dominare? E come rappresentare la Provvidenza, quel personaggio misterioso ma presente in ogni pagina dei Promessi Sposi, se non come una grande mano che accoglie e protegge sempre Lucia? Ecco, questi sono solo alcuni esempi di come ho fatto volare la mia fantasia nell’interpretare questo romanzo capolavoro creando una storia dentro una storia. Identità “improbabili” che spero non facciano arrossire di rabbia il Manzoni”.

    Una ri-creazione dei personaggi la sua, una loro rilettura in chiave personale direi, più che “moderna” visto che il Manzoni è già “moderno”, attuale di per se’. La mostra, promossa ed organizzata dall’Associazione Culturale ART VISION, con la sponsorizzazione della Fondazione Caritro e del Comune di Riva del Garda, è aperta fino all’11 marzo.

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