“QUEI 55 GIORNI DI ALDO MORO VISSUTI DAL TRENTINO”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2018 @ 9:21 am

Detto altrimenti: l’ultimo libro di Luigi Sardi         (post 3161)

IMG_4754Associazione Culturale Memores. Ore 20,30 di Giovedì 3 maggio, Sala Conferenze della Cassa Rurale di Ala (Tn): il giornalista, scrittore, grande amico e – dico io – anche storico Luigi Sardi presenta il suo libro (Luigi Reverdito Ed.) a quarant’anni anni dall’eccidio di Via Fani. Il grande merito di Sardi è innanzi tutto l’essere uno strategico strumento di documentazione (“strategico” letteralmente significa “indispensabile e insostituibile”). La sua attenzione ad eventi fondamentali della nostra storia, il suo impegno, il suo entusiasmo sono edificati sulle solide basi della sua biblioteca personale di documenti delle epoche e dei fatti dei quali scrive.

Via Fani. Ne ho un ricordo preciso. Ero dirigente della Stet-Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Via Bertola, Torino, responsabile della finanza Italia del gruppo. A tutti noi che avevamo gli uffici al primo piano avevano appena montato vetri antiproiettile alle finestre. Le finestre. Dalla mia dell’ufficio vedevo i cortei di protesta contro l’eccidio sfilare in Piazza Solferino. Dalla finestra di casa ad Ala (Tn) la mamma di Luciano Azzolini – prefatore del libro di Sardi – avvisava il figlio del rapimento.

Luigi Sardi legge alcuni passi del suo libro. Ricorda la frequente presenza in Trentino dello statista, per le ferie e per visite istituzionali (quest’ultime anche in Sud Tirolo).

download 2Luciano Azzolini sottolinea come nell’ultima relazione della apposita commissione parlamentare sull’eccidio si afferma che quel giorno in Via Fani “c’erano anche le BR”. Infatti, pur non arrivando a nessuna conclusione, ricorda come non si debba trascurare quella che poteva essere la valutazione internazionale del “compromesso storico” di Aldo Moro, il quale per lo statista era dialogo e alternanza, ma per gli USA e per l’URSS una bestemmia, sia pure per motivi opposti, e cioè, rispettivamente: i comunisti al governo? Il comunismo al governo senza alcuna rivoluzione? Quando mai?! Su Moro Luciano dice “La sua era la politica dell’ascolto, dell’inclusione, del dialogo, del pensiero, pensiero che oggi manca, che doveva essere e dovrebbe essere frutto della comunicazione intesa come scambio del pensiero di ognuno e che solo così diventa Pensiero” (con la P maiuscola dico e scrivo io, n.d.r.).

Una frase della prefazione di Azzolini: “… a fare un politico – sembra suggerire Sardi – non sono solo le idee. La cultura, l’insieme dei valori; sono anche il modo di porsi, la psicologia, i principi profondi e inconsapevoli.” Alla fina della sua prefazione Azzolini cita una frase di Aldo Moro, oggi più attuale che mai:

“Tempi nuovi si annunciano e avanzano in fretta come non mai. L’ampliarsi del quadro delle attese e delle speranze dell’intera umanità; la visione del diritto degli altri, anche di più lontani, da tutelare non meno del proprio; il fatto che i giovani, sentendosi a un punto nodale della storia, non si riconoscono nella società in cui sono e la mettono in cisi, sono tutti segni di grandi cambiamenti e del travaglio doloroso nel quale nasce una nuova umanità. Nel profondo è una nuova umanità che vuole farsi, è il moto irresistibile della storia … un modo nuovo di essere della condizione umana”.

downloadGiovanni Ricci. Suo padre come uomo, così come gli altri, tutti gli altri 440 vittime degli anni di piombo in Italia (19 in Germania, 29 in Francia!), noi in Italia secondi solo – quanto a questa triste graduatoria – allo stragismo della cocaina in centro America. Ricci ricorda le umilissime origini contadine del padre, il suo arruolarsi nell’Arma anche per aiutare la famiglia a sopravvivere.

E qui mi permetto di ricordare il mio babbo, nato a S. Angelo in Colle (Siena, 300 abitanti allora, 50 oggi, splendidi, andate a visitarlo), arruolatosi nei “Reali” (Carabinieri Reali, così si chiamavano allora) con la terza elementare che conseguì poi il diploma di terza media andando a lezioni private da mia mamma a Bolzano; che sopravvisse a due anni di prigionia in Germania e che finì la sua carriera come Maresciallo Maggiore a Cles.

Per concludere. Se devo sintetizzare il significato ed il valore della serata con un solo concetto, scelto questo: sdoganiamo quella tragedia dal ricordo esclusivo di quei terribili 55 giorni e rivalutiamo tutto il contenuto, il valore ed il significato della vita e dell’opera di quelle sei persone, anzi, di quelle 440 persone. Di Aldo Moro in particolare ricordiamo il suo essere europeista, l’Uomo del dialogo, l’Uomo capace di prevedere – altrimenti – il deteriorarsi di un sistema.

Un intervento del pubblico, quello del Consigliere Provinciale Lorenzo Baratter, per citare un ulteriore libro sul tema: “Gli eroi di via Fani”, di Filippo Boni (Longanesi Ed.).

P.S.: Via Mario Fani. Mario Fani (Viterbo, 23 ottobre 1845 – Livorno, 4 ottobre 1869),attivista cattolico italiano. Nato da una nobile famiglia viterbese, compie gli studi presso i Benedettini di San Paolo. Fonda il Circolo Santa Rosa e nel 1867 costituisce la Società della Gioventù Cattolica Italiana, considerata il nucleo originale dell’Azione Cattolica. Nel 1869, mentre è in vacanza a Livorno, si getta in acqua per salvare un bagnante in pericolo. In seguito a questo atto contrae una grave malattia polmonare che lo conduce in poco tempo alla morte, all’età di soli 24 anni.

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