DIRITTO COME INSIEME DI REGOLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Luglio, 2018 @ 6:05 am

Detto altrimenti: simul stabunt vel simul cadent . Quando il relativismo è un valore.

(post 3265)

Scialla raga, calma ragazzi, che ora mi spiego anche per chi non ha studiato il latinorum”!

Il Diritto è un insieme di regole e “vive” se ogni regola è interpreta anche in relazione alle altre. In caso contrario ognuno tira l’acqua al suo mulino e non vi è più una regolamentazione unica ed uniforme per tutti, cioè non vi è più il Diritto. Ecco che le regole del diritto devono valere tutte: in caso contrario se qualche regola non viene fatta valere, cade il diritto, cioè cadono tutte.

Ogni regola (legge) ha quindi un valore “relativo” in relazione alle altre regole. Un esempio? La libertà. La legge stabilisce che ogni persona sia “libera”. Ma la libertà di ognuno finisce là dove inizia la libertà dell’altro. Quindi proprietà privata si, ma non tanto da impedire che anche l’Altro abbia la sua.

Nell’azione di governo: ogni investimento non ha valore e significato assoluti di per sé ma in quanto sia valutato il suo peso specifico rispetto al totale degli investimenti. Un esempio: “investiamo 70 milioni di euro all’anno per la difesa idrogeologica” non dice nulla se non si aggiunge che la stessa somma è investita – al giorno – in spese militari.

L’ ISPRA ha recentemente documentato che il 91% dei comuni italiani sono a rischio idrogeologico. E noi comperiamo cacciabombardieri F35!

Altro esempio: “Il mio vitalizio è un diritto acquisito: non si tocca!”. Ok, ma anche il diritto al lavoro, alla salute, a farsi una famiglia, ad avere un futuro … sono diritti acquisiti con il fatto stesso di essere cittadini italiani governati e difesi dalla stessa Costituzione: quanto vale la difesa dei privilegi acquisiti di fronte a diritti acquisiti -  acquisendi?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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