IL FASCISMO ETERNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Settembre, 2018 @ 8:28 am

 Detto altrimenti: il libro più venduto di Umberto Eco       (post 3319)

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btyAmiche lettrici, amici lettori: ve lo avevo promesso. Un libro piccolo piccolo con verità grandi grandi: prima edizione in Cinque scritti morali, 1997; prima edizione La nave di Teseo, 2018, €5,00. Si tratta di 44 paginette scritte molto larghe ma di enorme peso specifico. E’ l’opera di Eco più venduta in assoluto, più del Nome della Rosa, recentemente citata dal giornalista Aldo Cazzullo su Corsera del 5 settembre 2018 pag. 27, sotto il titolo “La fine del parlamento e il fascismo eterno”.

(1997, quale preveggenza quell’Umberto Eco!)

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Eco parla di molti aspetti di una “cultura” fascista: la verità politica annunciata una volta per tutte; il governo del fare, l’azione per l’azione; la paura del diverso; il disaccordo è tradimento; la xenofobia; il militarismo; la guerra al pacifismo; il disprezzo per i deboli; siamo tutti eroi, etc..

Tutto questo per analizzare le molte componenti che, singolarmente o in combinazioni diverse, sono comunque fascismo, un fascismo che sia pure sotto spoglie diverse, permane anche oggi e permea alcune forze politiche. Tra queste, la componente che mi ha maggiormente  colpito perché più attuale è indicata al n. 13 di pag. 45:

“Il fascismo eterno si basa su un populismo qualitativo. In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l’insieme dei cittadini è dotato di un impatto politico solo da un punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per il fascismo eterno gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento però che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete … il popolo ha perso il potere di delega … è ridotto a ruolo di finzione teatrale … non serve più Piazza Venezia o lo Stadio di Norimberga … nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo di cittadini ben selezionato (da chi? N.d.r.) può venire presentata e accettata come la “voce del popolo”. Questo populismo qualitativo deve opporsi ai putridi governi parlamentari (il parlamento, bivacco per manipoli di triste memoria )”… Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimità del parlamento perché non rappresenta più la “voce del popolo”, possiamo sentire l’odore di Fascismo”.

Ora, ai nostri giorni, chi si rifà alla “Volontà del popolo della rete”? Chi dice che “60 milioni di italiani sono con me?” Chi dice “Fuori  dal partito chi la pensa diversamente da me?” Chi vuole ripristinare il servizio militare obbligatorio? Chi vuole riunire il potere legislativo all’esecutivo con il referendum propositivo, l’obbligo di calendarizzazione per il parlamento e il vincolo di mandato per i parlamentari? Chi ha affermato che “Presto non servirà più il parlamento?” Chi  “vola molto in alto” e dice “Il partito sono io”?

Conclude Aldo Cazzullo nell’articolo citato: “Senza il Parlamento non c’è la Democrazia Diretta: senza il Parlamento non c’è più la Democrazia”. Concordo con lui e vi assicuro, credetemi, tutta la mia indignazione in tanti post precedenti contro questo stato di cose è nata ben prima di avere letto Eco e Cazzullo. Ora, comunque, mi sento molto più sereno: sono in buona, anzi ottima compagnia!

Buona Democrazia Vera a tutte e a tutti!

Ho appena pubblicato che mi scrive Giovanni R.: “Caro blogger, quello che tu affermi nei rapporti fra un partito e tutti i cittadini vale anche fra il partito e i suoi iscritti, nel senso che anche qui in Trentino abbiamo avuto – o abbiamo ancora, in modo surrettizio – un leader che  ha sempre detto agli iscritti come e cosa fare,  e questa è la morte non della sola democrazia, ma anche dell’autonomia, a cominciare da quella di pensiero. Grazie se pubblichi questo mio intervento”

Caro Giovanni R.: eccome se lo pubblico il tuo intervento, anzi, te ne ringrazio! La tua osservazione è assolutamente corretta e completa il ragionamento. Continua a leggermi e ad intervenire!

Scrive Giorgio Rossi: “Il post fa riferimento implicito ad una forza politica che io stesso ho votato: non vedo in questa alcun elemento che possa avvicinarla al fascismo”

Rispondo a GR: Ho appena visto il filmato dell’apertura da parte di un ministro della busta di avviso di reato. Quel ministro si appella al “volere del popolo” e afferma che non mollerà. I riferimenti ad un astratto “volere popolare” e ad un antico “boia chi molla” sono troppo espliciti. Inoltre quell’affermare “Io sono il responsabile, lo rifarei” è molto simile a quella dichiarazione di assunzione di responsabilità politica dell’uccisione di un parlamentare dell’opposizione (Giacomo Matteotti). Come si vede certe  somiglianze uno se le tira proprio addosso da sé.

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