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pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Novembre, 2018 @ 7:02 am

Detto altrimenti: uno sguardo al maltempo         (post 3380)

Un ciclone. Ormai i cicloni non si formano solo in America o nelle Filippine: iniziano a colpire anche la vecchia Europa e in particolare quella Lingua di Terra, quel Ponte nel Mediterraneo che è la nostra Italia.

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Da sempre, anche prima dell’inizio di questa nuova era meteo, il Golfo di Genova è stato il centro di formazione del tempo ovvero del “cattivo tempo” nel senso che l’orografia del sistema Mare-Terra lo ha automaticamente individuato come una sorta di “occhio del ciclone”. Nella foto si vede come oggi la perturbazione si stia spostando verso sud est e  come da nord est stiano arrivando venti barici molto forti, quelli che nella Valle del Rodano e sulla Sardegna diventano il famoso Mistral. Lo sappiamo bene noi velisti, con un’aggiunta: questi venti fanno sì che il Golfo del Leone (nella foto: costa francese a ridosso della Spagna) sia insieme a Capo Horn e a Capo Corso, uno dei tre punti in assoluto più pericolosi al mondo per la navigazione e non solo per quella da diporto a vela. Infatti la particolare conformazione del fondale marino, a ripidi gradoni, incide sulla formazione delle onde che si innalzano improvvise inaspettate, contrastanti e ingovernabili da direzioni incrociate, tali da mettere in difficoltà anche le grandi navi passeggeri.

Lo stesso Mistral poi è il responsabile di un’uguale pericolosità nella zona di mare immediatamente a nord di Capo Corso in Corsica, là dove lo stesso effetto di mare incrociato si ha come conseguenza dell’incontro scontro del Mistral, che in quella zona proviene ruotato da ovest, e la tramontana che si ostina a provenire da Nord. La situazione di Capo Horn infine è ben nota da sempre a tutti come luogo di scontro fra due oceani.

Ma veniamo ai nostri guai metereologici. Trentino Alto Adige, feriti. Bi-Veneto e Liguria, in ginocchio. Centro Italia terremotato. Sicilia, agonizzante.   Cosa aspettiamo? Oggi 10 morti in provincia di Palermo, e non di lupara (in tal caso avrebbe fatto meno notizia, purtroppo), ma da alluvione. In totale in questa settimana in Italia: 30 morti. Viadotto Morandi … 42 o 48? Non ricordo. Una battaglia (persa).

Detto questo, una considerazione: mi parrebbe cosa buona e giusta che il Governo rivedesse l’ordine delle priorità di spesa e anche se questo riassetto non è previsto nel famoso e pluri citato “Contratto di Governo”, desse assoluta priorità agli investimenti sulla cultura e sull’educazione ambientale, sul  riassetto e sulla difesa idrogeologica di tutto il Paese, attraverso investimenti estesi e sistematici che comporterebbero anche un gran numero di assunzioni di personale, che pertanto verrebbe pagato perchè lavora e non perché è in cerca di lavoro (o fa finta di esserlo).

(Certo che il CRI- Condono con  Ricostruzione a Ischia non è molto educativo)

Già, un piano di ampio respiro, una visione d’insieme, soprattutto aggiornata. Ma tant’è … si dice che il Paese, l’Italia, non è una SpA: magari lo fosse! In tal caso darebbe dotata non solo di un budget annuale, ma anche di un piano pluriennale scorrevole, ovvero aggiornato di anno in anno. E invece no: si bloccano fondi per decine di anni (innanzi tutti per i cacciabombardieri F35 e in genere per la Difesa armata; paghetta a tutti, pensioni anticipate, etc.) e i destinatari diventano titolari di diritti acquisiti “a prescindere”; si fanno strumentali promesse elettorali d’ogni tipo, si sottoscrivono rigidi “contratti di governo” e poi … poi ci si mette un bel paraocchi su quanto  di più urgente e grave nel frattempo è subentrato: basta presentarsi chi in giacca e cravatta con un bel sorriso stampato sul volto e  chi in moderni ed eleganti maglioncini con una faccia grintosa, ed il gioco è fatto.

downloadPurtroppo non si rivede l’ordine delle priorità, si opera per gestioni e bilanci separati e privilegiati, si creano paratie all’interno di un sistema di vasi comunicanti che dovrebbe essere fluido e che invece è reso di vasi non comunicanti. In tal modo si creano contrapposizioni fra i diversi “vasi” ovvero fra categorie di cittadini, direi quasi fra novelle corporazioni: un moderno divide et impera. Alla fine, si scatena una guerra fra poveri, poveri non solo di risorse economiche e quindi a caccia dei pacchi dono governativi ma poveri soprattutto di cultura, di intelligenza, di capacità critica: per questo si riducono i fondi per la cultura, per questo di facilita oltre ogni misura il percorso di studi: volete essere promossi? Ecco qui la soluzione! Avanti, avanti: più gente entra, più bestie si vedono! Nel Paese dei Balocchi c’è posto per tanti (futuri) asinelli!

Ma la ciliegina sulla torta qual è? Ma come, non lo sapete? Nessun dorma! E invece mi pare che molti dormano! La ciliegina è la cosiddetta Democrazia Diretta, diretta da chi con il referendum propositivo senza quorum + l’obbligo di calendarizzazione per il Parlamento + il vincolo di mandato per i parlamentari + la prevalenza del testo referendario sul testo di legge, in modo democratico (cioè per legge)  trasformerà la Democrazia in una Oligarchia. Sveglia gente! Sveglia!

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