LE PAROLE E IL LORO TONO NELLA POLITICA ODIERNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2018 @ 7:47 am

Detto altrimenti: le parole, to handle with care, da maneggiare con cura   (post 3405)

“Solo le parole contano, il resto sono chiacchere”: Eugène Ionesco, Slatina 1909 . Parigi, 1994,  drammaturgo e saggista rumeno.

“Le parole sono pietre”: Don Lorenzo Milani, Firenze 1923-1967, presbitero, docente, scrittore, educatore cattolico.

Marcello Farina, filosofo, storico, scrittore, sacerdote vivente. Recentemente su l’Adige è stato pubblicato un suo  interessante (come sempre, del resto) intervento sulle “parole” catalogate per categorie di significati “esterni ed interni”. (D’altra parte non si dice forse che quella frase, “dietro le righe” significa ben altra cosa? E le righe cos’altro sono se non parole scritte? N.d.r.).

download (2)Il tono. Se riascoltiamo i resoconti radiofonici, i commenti sportivi, i discorsi politici dell’ultimo dopoguerra, sorridiamo quasi per la quantità di retorica vetero fascista che ancora permeava quello stile espressivo: “Ma non era finito il fascismo” ci chiediamo?. Umberto Eco, 20 anni fa, scrisse un libricino di 50 paginette (cm. 20 x 15!) “Il fascismo eterno” riedito nel gennaio 2018 dalla editrice La nave di Teseo.

Le Argonautiche. Per chi non lo sapesse (non tutti sono tenuti a saperlo!) è un poema epico scritto da Apollonio Rodio, poeta egiziano del III° secolo a. C., nel quale si narra del mito del Vello d’Oro, alla cui ricerca partì una nave sotto la guida di Teseo: quindi, una casa editrice quindi che, come quella nave, vuole condurre i lettori alla scoperta di un tesoro: l’interesse per la verità (questa conclusione è mia, n.d.r.).

Eco elenca le componenti immancabili e caratteristiche del fascismo fra le quali pone anche “le parole” nel senso che il fascismo parla una neolingua. Egli ci avverte ironicamente e provocatoriamente (pagg. 49 e sgg. Op. cit.):  “Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “ … voglio che le camice nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!”. Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo può ancora tornare sottto le spoglie più innocenti”. E uno dei suoi paludamenti è una neolingua fatta di parole semplici, su un lessico povero, su una sintassi elementare “al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complessivo e critico”. Alcuni esempi: “Qui si lavora, non si fa politica; boia chi molla; io tiro dritto; prima gli Italiani; me ne frego”.

download.

Me ne frego? Al che Don Milani su una parete della sua aula a Balbiano aveva fatto appendere il cartello: “I care”, io mi prendo cura di …”.

.

Cosa? Volete conoscere l’elenco completo degli ingredienti della ricetta Torta Fascista (già, perchè anche oggi qualcuno ci vuole intortare!) secondo Eco? Eccoli:

  1. Le contraddizioni interne (ateismo ma uomo della Provvidenza; nuovo ordine rivoluzionario ma finanziato dai proprietari terrieri conservatori; monarchico ma rivoluzionario;  controllo assoluto ma il libero mercato; etc.).
  2. Il culto della tradizione, nel senso che non ci può essere avanzamento nel sapere.
  3. Rifiuto del modernismo, ovvero rifiuto dell’età della ragione illuministica, vista come l’inizio di una depravazione moderna.
  4. L’azione per l’azione.
  5. Il disaccordo è tradimento.
  6. Paura della differenza.
  7. L’appello alle classi medie frustrate.
  8. L’ossessione del complotto.
  9. I nemici sono troppo forti (e vanno odiati) e allo stesso tempo troppo deboli (e vanno combattiti e sconfitti)
  10. La vita è una guerra perenne. Il pacifismo è collusione col nemico.
  11. L’elitismo: disprezzo per i deboli (elitismo, non etilismo anche se poi, forse, qualche bicchiere di vino in più se lo saranno anche bevuto! N.d.r.).
  12. Ciascuno è educato per diventare eroe.
  13. Il machismo sessuale.
  14. Il populismo qualitativo: non conta più la maggioranza numerica, il popolo è una entità qualitativa unica che pensa e parla solo tramite il capo. Pag. 46 op. cit.:” Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo”. A ragione di ciò, il fascismo eterno deve opporsi ai “putridi governi parlamentari”.
  15. La neolingua, di cui ho detto sopra, elencata per ultima forse perché si vuole che questa caratteristica ci rimanga più impressa.
images

DDT – DichlorDiphenylTrichloretahn, mortale!

Qualche riflessione sul populismo qualitativo. Quest’aspetto mi sta molto a cuore, poichè si sta profilando la somministrazione di un veleno per la nostra Democrazia: una iniezione di un mix micidiale di DDT-Democrazia Diretta per Tutti, mix di quattro sostanze velenose mescolate in parti uguali: 1) Referendum propositivo senza quorum; 2) Obbligo di calendarizzazione per il Parlamento; 3) Vincolo di mandato per i parlamentari; 4) Prevalenza del testo referendario sulla legge eventualmente diversa.

Funzionerà così: due o tre persone scrivono il testo della legge che desiderano sia promulgata. Attraverso il controllo di una rete raccolgono facilmente  500.000 firme e la sottopongono al voto popolare. I risultati della votazione sono favorevoli ai proponenti perchè molti fra i non proponenti non vanno a votare (loro invece sì!) e non serve più che sia raggiunto un certo quorum minimo di votanti. La proposta passa al Parlamento che la deve esaminare e votare entro un tempo breve e prestabilito. I parlamentari la devono approvare, in quanto obbligati dal vincolo di mandato e se per caso la modificano, prevale il testo referendario.

Ed ecco che la Democrazia si è   suicidata e si è democraticamente trasformata in oligarchia, nel governo di pochi. Dice … ma sarebbe necessario il governo dei migliori, non dei pochi! Al che “loro” ti replicheranno: “Ma i migliori da sempre sono pochi; noi siamo pochi; quindi noi siamo i migliori!”

Una nuova inversione termica: quella della logica del ragionamento. Se per caso i mercati puniranno la loro politica, loro invertiranno causa ed effetto e ci diranno che sono i mercati che hanno danneggiato i risultati della loro politica e non che è stata la loro politica ad influire sui mercati. Più o meno come quel manager che ai propri azionisti diceva: “Ma di cosa mi imputate? Se non ci fossero stati i costi, non ci sarebbero statele  perdite e saremmo in forte utile!”

images.

Dice: “Caro blogger, sino a qui ci hai parlato delle parole, ma del loro tono, cosa ci dici oltre quel poco di cui all’inizio del post?” Del tono? E’ semplice: deciso, fiero, supponente, arrogante, sdegnoso, presuntuoso, ultimativo, perentorio. Può bastare?

.

.