ANTONIO MEGALIZZI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2018 @ 8:42 am

Detto altrimenti: un Eroe, una Vittima, un Simbolo                      (post 3441)

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Oggi è tornato a Trento. Antonio già Eroe e Vittima, oggi è diventato un Simbolo. Come meglio chiarisce Gustavo Zagrebelsky nel suo bel libro “Simboli al potere” il Simbolo è qualcosa che unisce. E l’uccisione di Antonio unisce ancora di più coloro che quel gesto criminale voleva dividere, annientare.

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Megalizzi, megale lizos, grande pietra: Antonio è di origine calabrese e il suo cognome di sicura origine greca ovvero della Magna Grecia (lizos: “pietra”,  “oggetto che incide”, che incide come la sua azione!)

Certo che sorge una constatazione amara: occorre morire per far valere le proprie idee? In questo caso l’idea europeista oggi così osteggiata dalla superficiale ignoranza dei sovranisti di turno! E Antonio? Antonio, Eroe già da vivo.  Eroe  quando difendeva l’Idea Europa contro una corrente devastante di una fiumana torbida e cieca di ottuso sovranismo (per inciso: se non altro, come contrastare l’innalzamento della temperatura del pianeta se non attraverso accordi ed azioni internazionali e intercontinentali? Altro che sovranismi!)

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           Le strisce! Mettiamole le strisce!

Antonio, trucidato,  Vittima. Già, perché Antonio non era andato volontariamente in un luogo nel quale avrebbe potuto rischiare la vita pur di difendere e propagandare la sua Idea Europa. E’ stato ucciso “per caso” da un criminale che sparava “per caso”, ucciso per avere cercato di evitare una strage, ucciso da un criminale che nel far questo, inconsapevolmente ha prodotto per i suoi ispiratori-mandanti-criminali l’effetto contrario a quello desiderato: ha rafforzato la nostra Idea Europa e di Civiltà.

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imagesAntonio, da oggi Simbolo. Simbolo che unisce che esige il rispetto che si deve ad una Bandiera Simbolo, in questo caso alla Bandiera dell’UE, “dentro” la quale c’è anche la nostra Bandiera Nazionale. Ben vengano ora i riconoscimenti postumi alla sua idea, le numerose iniziative di ispirazione UE, ben vengano! E nel frattempo non dimentichiamo le altre vittime, in particolare due: il suo amico Bartosz e il padre di tre figli ucciso davanti a tutta la sua famiglia.

Grazie Antonio per il grande (great) lavoro che stavi facendo per tutti noi! E grazie per i sentimenti pro UE che il tuo sacrificio sta rafforzando. Siamo tutti molto vicini a te, alla tua idea, ai tuoi cari. Meriti che al tuo nome siano dedicate vie, piazze ma soprattutto scuole.

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P.S.: come si evince da numerosi miei post, io sono a favore dell’accoglienza degli immigrati ma se uno ha decine di condanne (anche se “solo” per reati comuni) ed è fondatamente sospettato di radicalizzazione, va arrestato ed espulso, per essere arrestato nel paese d’origine. Qui a fianco il ventinovenne Cherif Chekatt: killer? Terrorista? No, criminale assassino vigliacco, traditore della terra e della cultura che lo aveva accolto.

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Scrive LUCIA BRUNI (europeista molto attiva, premiata dalla Commissione UE. Su di lei trovate molti post, qui sul blog)

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Lucia, premio UE “Altiero Spinelli”: in bici da Roma a Bruxelles per commemorare i 70 anni dei Trattati di Roma che diedero l’avvio al processo di integrazione Europea (con soste-eventi in ogni luogo significativo attraversato)

“Antonio e Bartosz – La terra promessa è un mito millenario. La distanza tra l’ideale della terra promessa e la terra reale è sempre dolorosa. Molte volte, tanti popoli diversi, hanno visto infrangersi il cammino verso la costruzione della Polis che li avrebbe riscattati, resi liberi, resi se stessi. Ma anche senza una rottura violenta, è esperienza comune di ogni essere umano una certa opacità della storia, l’esperienza umiliante del compromesso tra l’ideale di un mondo migliore e la concretezza storica segnata da limiti ed errori. Questa esperienza porta qualcuno al cinismo, a non credere che possa mai esserci un avvicinamento della Polis terrena alla Polis ideale. Non tutti però cedono a questa tentazione. Non Antonio Megalizzi, che credeva nella Polis europea, che lottava per migliorarla, che lavorava per aiutare i cittadini europei a conoscerla meglio. Era un ragazzo giovane ma non era ingenuo, sapeva quali e quanti ostacoli ci sono sul cammino verso la Polis europea. Eppure, come nella migliore tradizione della terra promessa, essa già esisteva per lui, che ci abitava, ne era cittadino. I suoi concittadini, i suoi amici, i suoi orizzonti, i suoi riferimenti, erano quelli della casa comune europea, a dispetto di cinici e demolitori di ogni latitudine. È morto con il suo fratello polacco Bartosz, per impedire al terrorista di Strasburgo di entrare in un locale e fare una strage peggiore. A noi che siamo vivi resta il compito di scegliere di chi essere concittadini: se dei delatori, dei distruttori, degli odiatori seriali; o di Antonio, di Bartosz, dei loro amici e colleghi, di tutti e tutte coloro che non smettono di cercare attivamente la Polis europea”.

Lucia, europeista convinta e attiva, ciclista iscritta a Fiab Trento, bolognese per nascita e residenza, due anni fa ha deciso l’impresa. 2000 km, direte, per una ciclista allenata, in due settimane non sono poi gran che. E invece no, sono una vera impresa per molti motivi. Innanzi tutto perché la tabella di marcia era rigida (Lucia aveva preso ferie e non avrebbe potuto derogare né avrebbe potuto disdire i vari alberghi precedentemente fissati è prepagati per le notti.) il che, ad esempio, le ha fatto passare il Brennero sotto una tempesta di neve.  Poi perché era una donna sola e con il pesante bagaglio appresso. Ma soprattutto perché, nonostante la rigida e dura tabella di marcia, Lucia si è fermata per commemorare ogni luogo che attraversava, che fosse significativo rispetto al Progetto Europeo; si è fermata per incontrare istituzioni e persone significative, testimoni attivi del processo di integrazione europeo. Noi di Fiab Trento l’abbiamo accompagnata lungo la tratta della nostra regione.

Antonio, Lucia … Giovani cariche di energia che trasmettono la loro Idea, il loro entusiasmo, il loro esempio, la loro determinazione a tanti altri Giovani: al nostro ma soprattutto al loro stesso futuro.

P.S.: sono due giorni che riprendo in mano questo post: oggi mi chiedo: ma è mai possibile che i nostri “sovranisti” non comprendano che l’UE siamo noi, che l’UE non è una matrigna, che l’UE può e deve essere migliorata e soprattutto accresciuta? E’ così difficile vivere e operare positivamente anziché fare la “politica contro”? L’UE non è una entità diversa da noi, come l’Italia non si contrappone a ciascun cittadino italiano. Ogni cittadino “regionale” italiano è italiano. Ogni cittadino “statale” europeo è europeo. Governanti (pro tempore) della nostra Italia, coraggio, maturate un po’, elevate lo sguardo, raggiungete una visione d’insieme e non fermatevi alle percezioni sensoriali …