UN CREDENTE A SUA INSAPUTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Gennaio, 2019 @ 1:20 pm

Detto altrimenti: attenzione, questo è potenzialmente un LP-Long Post, nel senso che induce a leggere un libro: non ditemi che non vi avevo avvertito! (post 3467)

Sto quasi finendo di leggere un libro di Carlo Rovelli (“Ci sono luoghi al mondo …” Ed. Corsera. Il penultimo capitolo è intitolato “Perché sono ateo”. Ecco, “a me mi” pare invece che l’Autore sia credente a propria insaputa, nel senso che l’umanità che traspare dalle sue dichiarazioni, dai suoi atteggiamenti, dalla sua disponibilità verso gli Altri, lo renda più vicino ad una fede (uso la lettera minuscola per ragioni di par condicio) di quanto non lo siano molti credenti formali. In altre parole, l’Autore può benissimo affermare di non credere, ma non può impedire che Qualcuno creda in lui. Ed ora alcuni passaggi del testo citato:

Inizia

A me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno. Preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene. • Non mi piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio. Preferisco quelli che sono buoni perché sono buoni. • Non mi piace rispettare i miei simili perché sono figli di Dio. Mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che soffrono. • Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia pensando in questo modo di piacere a Dio. Mi piace chi si dedica al prossimo perché sente amore e compassione per le persone. • Non mi piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato Dio. Preferisco guardare in faccia il mistero. • Non mi piace chi dice di sapere cosa è bene e cosa è male perché sta in una chiesa che ha il monopolio di Dio non vede quante diverse chiese esistono al mondo, quante morali diverse, ciascuna sincera, esistono al mondo. • Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se soffrono, mi piace amare. Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di una religione quando è sperso: preferisco chi accetta il vento della vita.

Finisce

Ecco raga, io sono credente e fra l’altro “credo” che l’Autore sia come me, solo “a sua insaputa”. Voi cosa ne pensate?