VALORE E PREZZO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Febbraio, 2019 @ 3:44 pm


Detto altrimenti. delle cose delle persone           (post 3509)

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Oscar Wilde affermava che E’ cinico colui che conosce il prezzo e non il valore delle cose”. Lo stesso può dirsi delle Persone. Intendiamoci, non che le Persone siano “in vendita”: rispetto a loro parlo di “prezzo” riferendomi a quanto il sistema del lavoro è disposto a pagare di stipendio ad ognuna di esse. Al riguardo credo che esista una successione di linee di demarcazione fra le Persone che valgono in misura variabile e il “prezzo” variabile al quale sono “comperate”.

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Un esempio: i lavoratori che fabbricano il carbone di legna in Romania, maestri nella difficile arte della costruzione e gestione delle cataste di legna, remunerati circa 70 dollari USA al mese; la successiva catena del commercio di quel prodotto lo vende a multipli del costo di produzione, tal che è conveniente anche spedire quel carbone di legna oltre oceano per i barbeque USA. Chi ha più valore? Chi produce ricchezza, chi se ne appropria? L’operaio? Il suo ex collega che ha superato una prima linea di demarcazione ed è diventato commerciante? Insomma, dipende entro quale ambiente operi: in questo caso la produzione o la commercializzazione.

Io stesso ho sperimentato su di me una parte del percorso citato: quando lavoravo in banca (preparato su tutti i settori bancari) guadagnavo tot.. Superata la prima linea di demarcazione alle quali ho accennato sopra, passato in un ambiente diverso (la finanziaria di cui al post precedente) ero remunerato cinque multipli di quel tot.. Eppure io ero la stessa persona, solo che nel secondo ambiente aveva potuto emergere il mio  ”valore” cioè la mia capacità di produrre ricchezza.

E allora parliamo di questa nuova variabile: il valore dell’ambiente entro il quale ognuno opera. Nella finanziaria di cui sopra io ideai e realizzai fra le altre cose, il sistema di controllo e gestione del rischio di cambio delle valute destere. Immaginate quanto abbia valso in termini di produzione di ricchezza reale (minori costi, maggiori ricavi, miglior utile aziendale) un sistema del genere applicato a decine di grandi società industriali e di servizio che operavano a livello nazionale e internazionale. Non per questo reclamai né ricevetti un premio o un aumento di stipendio: infatti il merito era di chi mi aveva preparato (la grande banca dalla quale provenivo); dell’ambiente entro il quale stavo operando ed alla fine anche mio: ma io ricevevo già un ottimo stipendio. Ora, se io fossi stato l’Amministratore Delegato di un grande gruppo industriale privato, l’avere realizzato quel sistema mi avrebbe fruttato un premio molto elevato unito ad una corposa stock option: in altre parole, avrei superato una seconda linea di demarcazione grazie al diverso ambiente operativo, mentre io sarei stato sempre la stessa persona.

Ecco perchè a parer mio non è condivisibile l’elevatissimo livello delle retribuzioni di coloro che hanno superato la seconda linea di demarcazione: certi capi-banca, presidenti e AD di società pubbliche o gestori di talk shaw: in quanto i pur ottimi risultati che possono conseguire dipendono soprattutto dall’ambiente nel quale sono inseriti. Solo dopo anche dalle loro capacità.

Fino a qui abbiamo superato due fra le  linee di demarcazione cui accennavo. Ma vi è una terza linea di demarcazione, quella di chi, avvalendosi delle conoscenze acquisite lavorando nell’ultima delle aree citate, si mette a “fare finanza” in proprio, acquistando e vendendo azioni e titoli d’ogni genere, arricchendosi in termini di milioni di euro. Ma questa è un’altra storia.

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