DIRIGENZA E DEMOCRAZIA NELL’ASSOCIAZIONISMO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Aprile, 2019 @ 10:15 am

Detto altrimenti: Associazionismo democratico e non (post 3574)

I miei tentativi di “botanica dei ragionamenti” che seguono sono fatti da dietro il vetro della mia finestra cittadina (!) che “si affaccia” sulle montagne innevate di fine Aprile (“Vigolana”, 2149 m)

Le Associazioni. Sono una delle colonne portanti della nostra Comunità. Molte di esse sono amministrate e gestite solo da organi direttivi che quindi si fanno carico anche della parte operativa. Talvolta ciò può comportare che alla fine “a lavorare” si sia in pochi e che fra questi pochi – talvolta – il carico maggiore gravi sulle spalle del Presidente, persona che tutti elogiano (e ci mancherebbe altro!), molto, troppo operativo, molto difficilmente sostituibile. Da ciò talvolta deriva che a questa persona venga rinnovato più volte il mandato fino a … fino a quando proprio lui stesso, per ragioni di età (80 anni?) non si renda più disponibile.

Talvolta accade che nel frattempo il Presidente, persona oberata dall’operatività, si sia occupato un po’ tanto delle cose da fare e necessariamente un po’ poco della crescita del livello della partecipazione degli aderenti all’Associazione nella direzione della loro maturazione “professionale” in vista della successione a se stesso. Nel frattempo, talvolta accade che le Assemblee degli iscritti siano di fatto una Assemblea del Presidente e del suo Direttivo, visto che ad una maggioranza distratta e poco attiva va bene essere gestita più che attivarsi responsabilmente quale attore nella propria riunione.

Ma allora: 1) come evitare di rendersi insostituibili? 2) Dove ricercare i propri successori?  3) In che modo agire? 4) Un esempio.

  1. Come? L’Associazione sta crescendo oppure vogliamo che cresca. Orbene, la crescita di ogni sistema è possibile solo se “si decentra”: chi cresce deve decentrare, solo chi decentra può crescere. Quindi basta Presidenti faccio tutto io, bensì Consigli Direttivi composti da Consiglieri Delegati, con un Presidente solo parzialmente direttamente operativo. Inoltre occorre che ci sia un organo non operativo di controllo del rispetto dello Statuto anche da parte del Direttivo, altrimenti … quis custodiet custodes ipsos?

2) Dove? I troppo giovani talvolta sono troppo inesperti della vita. L’età di mezzo va bene: una volta erano disponibili i “giovani pensionati”, persone fra i 50 e i 60 anni. Ma oggi? Oggi nonostante le varie quote 100, i pensionati talvolta sono un po’ troppo avanti con l’età, a meno che non si attui quanto suggerito al precedente n.1).

La FVR in inverno

3) In che modo? Come organizzare il “processo della successione al Consiglio Direttivo e alla Presidenza”? Vi sono due modi, uno corretto ed uno no. Quello corretto (mi piace citare la FVR-Fraglia Vela Riva di Riva del Garda) prevede nello Statuto che chi si voglia candidare alla guida dell’Associazione comunichi questa sua disponibilità al Consiglio Direttivo il quale la porterà a conoscenza di tutti i soci in tempo utile rispetto alla prima Assemblea Elettiva. Quello non corretto, non sollecita in alcun modo formale la partecipazione degli associati alla co-assunzione di oneri (più che di onori!). In quest’ultimo caso talvolta può avvenire che la successione agli Organi dell’Associazione sia cosa del Direttivo uscente e che la partecipazione alle Assemblee sia scarsa, così come la preparazione all’evento da parte di ogni presente, per cui ancora una volta si ha la trasformazione di fatto (anche) dell’Assemblea (Elettiva) degli Associati in una sorta di “vedete quanto siamo bravi” del Presidente e del direttivo uscenti.

4) Un esempio. Qualche mese fa ho assistito ad un convegno di una Università sul tema “Democrazia e Università”. Un oratore ha provocatoriamente illustrato la strutturazione dell’ordine del giorno della riunione, che era stata convocata per approvare un anno di gestione dell’ente: tutto il giorno dedicato alle relazioni degli amministratori. Alle 18,00 apertura della discussione. Alle 18,30 votazione e chiusura dei lavori.

E allora, quali sono le Associazioni gestite in modo democratico e quali no? Fate voi e, mi raccomando, “omnia munda mundis”: che nessuno si senta offeso, ci mancherebbe altro!


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