DESTRA E SINISTRA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Settembre, 2019 @ 1:28 pm

Un giovane politico al governo, giovane d’età e di carriera, ha ancora recentemente affermato che destra e sinistra non esistono più e il suo è un movimento post ideologico.

A me questa pare una conclusione inesatta anche perchè l’albero delle ideologie è sempre verde e dichiarare la loro morte è un’ideologa essa stessa. Inoltre quella conclusione è alquanto sbrigativa e superficiale. In maniera ben più approfondita ha affrontato il tema Norberto Bobbio nel saggio “Destra e Sinistra  – Ragioni e significati di una distinzione politica” Saggine, Donzelli Editore, prima edizione 1994, libretto del quale mi permetto di suggerire a quel politico una lettura approfondita. Ma cerchiamo di fare qualche brevissima riflessione.

La prima integrazione-non-alternativa alle due posizioni che pretendevano di essere “reciprocamente esclusive ed congiuntamente esaustive” (una esclude l’altra e tertium non datur, n.d.r.) è proposta proprio da chi si afferma come “differente da ciascuna delle due parti”, che pertanto per potere essere prese a confronto, devono esistere. Fra il liberismo tipico di una parte e io socialismo tipico dell’altra, è nato il socialismo liberale. E quindi i soggetti sarebbero tre.  E nei sistemi politici democratici a pluralismo accentuato, questo terzo soggetto – il Centro – “ tende a diventare tanto esorbitante da occupare la parte più estesa del sistema politico, relegando la destra e la sinistra ai margini”. Ma poi ci sono i mix: Centro Destra e Centro Sinistra, e fanno cinque in tutto. E sino a qui nessuno dei cinque nega l’esistenza degli altri quattro.

Ma torniamo alla diade di partenza. Possiamo dire ciò che preferiamo, ma sta di fatto che della diade sinistra-destra, una parte “è alla ricerca paziente di una mediazione … l’essenza della democrazia presuppone la pratica del compromesso …, ha una maggiore sensibilità per diminuire le disuguaglianze (non per annullare, altrimenti sarebbe un estremismo!), disuguaglianze che reputa essere disuguaglianze sociali e quindi eliminabili;” l’altra ricerca i pieni poteri, “esalta le disuguaglianze che reputa essere naturali e quindi soprattutto non omologabili al sistema” (la razza nera rispetto alla bianca; gli ebrei rispetto agli ariani; gli immigrati rispetto ai nativi; etc.. N.d.r.). Detto questo, possiamo chiamare le due parti come vogliamo, basta intendersi, ma non possiamo dire che “non esistano più”.

Tuttavia la cosa non finisce qui, perché le punte delle ali sia a destra che a sinistra possono diventare estreme e porsi al di fuori dell’ambito della nostra Costituzione. In un nostro passato non troppo lontano, abbiamo avuto le Brigate Rosse e quelle Nere: non ci siamo fatti mancare nulla!  Oggi l’estremismo attivo è esclusivamente all’ala destra (a sinistra vi sono oggi alcune specifiche posizioni intransigenti ma non un sistema intransigente, n.d.r.). Ecco, vedete, uso quei termini: destra, sinistra. Ma allora chi ha ragione? Esiste o no questa dicotomia? Io mi permetto di dire che la domanda è mal posta, nel senso che quella corretta sarebbe “Esiste una dicotomia?’” (che non sia necessariamente destra-sinistra). La risposta è: si, esiste, ed è quella fra estremisti e loro alleati da un lato e, sul versante opposto, gli altri: i moderati. Quindi in tal senso quel giovane politico ha ragione: la vecchia dicotomia non esiste più ed è stata soppiantata da questa nuova coppia di valori-disvalori. Non ha tuttavia ragione nel dichiarare morte non solo le funzioni politiche, ma anche i loro contenuti, che permangono vivi in capo a chi ha maturato quelle convinzioni per ragioni storiche, familiari, culturali, etiche.

Che poi chi aderisce a gruppi di estremisti o vi si allea si dichiari “moderato” … be’ ognuno è libero di usare i termini che vuole, ma di certo che se ad essere moderati sono gli estremisti, allora dobbiamo trovare un’altra definizione per i moderati veri.