SALVINI AL CITOFONO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2020 @ 8:50 am

Detto altrimenti: no, così non si fa! (post 3739)

Questa immagine rievoca la caccia casa per casa al “comunista” … quasi una nostalgica riedizione delle squadre di azione alla Italo Balbo. E dire che Umberto Eco nel suo libro capolavoro “Il fascismo eterno” ci ha messo in guardia contro i segnali subliminali di un ritorno del fascismo!

Scritto 20 nni fa, attualissimo!

Quella mano sul citofono poi … da moderno untorello manzoniano, a indicare come si fa: “Staniamoli uno ad uno a casa loro, questi spacciatori, facciamoci giustizia, una buona volta, ripuliamo la città”. Non dico che queste frasi siano state realmente pronunciate, sia chiaro: in ogni caso non le attribuisco in particolare a nessuno.

Oggi sì che dovremmo gridare “Dagli all’untore!”

Tuttavia molto probabilmente quel modo di agire induce pensieri analoghi nella mente di una certa parte dell’elettorato (la più debole, la meno riflessiva e quindi la più aggredibile elettoralmente) suggestionabile da quel particolare comportamento citofonico. Certo è che si è trattato di un cattivo esempio per tutti da parte di chi ha ricoperto, ricopre ed anela a ricoprire ruoli istituzionali. Il problema infatti non è se quel ragazzo, quella famiglia fossero spacciatori o meno. Il problema è che se veniamo a conoscenza di un (presunto) fatto delittuoso del genere, è nostro dovere informare tempestivamente le forze dell’ordine. Infatti, se il presunto spacciatore è solo tale, cioè è solo “presunto”, la nostra citofonata turba ingiustamente ed offende gravemente un innocente. Se invece quel tale fosse realmente colpevole, lo si metterebbe sull’avviso e gli si consentirebbe di nascondere le prove (la droga) della sua attività criminosa. Quindi quel gesto è tre volte non condivisibile, in quanto: 1) rischia di offendere un innocente; 2) è un pessimo esempio per i cittadini; 3) ostacola un’eventuale azione di prevenzione e repressione da parte delle Forze dell’Ordine (bene ha fatto il capo della Polizia Gabrielli a censurare questo comportamento).

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