MILES GLORIOSUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2020 @ 2:42 pm

Detto altrimenti: una commedia di Plauto    (post 3741)

La commedia italiana ha preso molto dalla commedia latina che ha preso molto dalla commedia greca: Graecia capta ferum victorem cepit!  Ma veniamo a noi. Plauto, chi era costui? Direbbe il manzoniano Don Abbondio, così come si chiese di quel tal Carneade. Plauto (Sarsina circa 250 a.C.- forse Roma 184 a.C.) nato come attore di successo, alieno della politica, ma non insensibile agli avvenimenti del tempo (la sua produzione si svolse, del resto, praticamente durante la seconda  guerra punica, quella contro tale Annibale), visse interamente della sua arte, praticata con instancabile fervore creativo: egli, insomma, scriveva per vivere e per divertire il pubblico.

Il soldato spaccone

Oggi, con la nostra prof (senza puntino) Maria Lia Guardini (con il puntino sarebbe prof. , n.d.r.), nella Sala Multilingue al piano terra della Biblioteca Comunale di Trento, abbiamo discusso sulla sua commedia Miles gloriosus, il Soldato fanfarone, spaccone. Plauto e i suoi “nomi parlanti” greci latinizzati, per cui il soldato fanfarone è “colui che distrugge mura e città”, lo scroccone è “colui che rode il pane” etc.. E già qui si vede l’influenza greca. Il soldato fanfarone che si vanta oltre ogni limite e non si accorge di essere preso in giro quando un adulatore gli attribuisce incredibili imprese da super eroe dei giorni  nostri (a fumetti) dotato di super poteri. In altre parole, contro chi nega a Plauto ogni intento moralistico e politico, questa è la rivincita del popolino che prende per i fondelli un potente. Di un popolino della provincia romana che parla “in dialetto”. Quindi se nelle sue commedie proprio non vogliamo parlare di “moralità”, nemmeno si può parlare di “amoralità”, cioè di mancanza di un un qualcosa che ci possa essere insegnato dalla muzos, quella della o muzos deloi oti, la favola ci insegna che … che anche oggi possiamo e dobbiamo analizzare e criticare attentamente qualsiasi miles glosiosus (della odierna politica) il quale, anche se non ha i super poteri, quanto meno anelerebbe ad avere i “pieni poteri”. Ma non facciamo nomi … questa è un’altra storia!

Sarsina, teatro Plautino

Gli intrecci di Plauto sono prevedibili e conducono alla ricostituzione del come “deve essere”: cioè, si parte da una situazione di disordine per arrivare all’ordine. Il tutto secondo uno schema arcaico: il giovane contro il vecchio … un genitore … un potente … per la conquista del denaro o di una donna.  I suoi personaggi non maturano, psicologicamente sono interamente uguali a loro stessi alla fine come all’inizio della commedia: Plauto ce li presenta “fisicamente” e attraverso li loro agire. Nella commedia una particolarità: il servo intelligente imbastisce una commedia nella commedia (e qui mi piace citare la cinquecentesca “La fantesca” di Giovanni Battista Dalla Porta che la nostra Compagnia dei Guitti sta allestendo a Trento in un Circolo culturale privato, in forma ridotta, nella quale si ricalcano situazioni plautine e analoghi interventi di una regia creativa). Una modernità di Plauto: egli usa le parole con molta disinvoltura, liberamente e se manca la parola che “gli serve”, ne crea una lui stesso, un po’ come fanno oggi i nostri giovani quando chattano al telefonino.

Prossimo appuntamento martedì 11 febbraio ore 10,00 stessa sala, partecipazione libera: tratteremo “La Suocera” di Terenzio: preparatevi a dovere!

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