STATO, LEGGE, COSTITUZIONE, DIRITTI – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Febbraio, 2020 @ 7:49 am

Detto altrimenti: diritti civili e diritti sociali   (post 3774)

Oggi la maggiore preoccupazione dei cittadini è la mancanza di lavoro. Diritti civili: di voto, libertà di parola e di associazione, etc.; diritto sociali: al lavoro, alla salute, etc.. Chi tradizionalmente e istituzionalmente si è battuto in favore del diritto del cittadino al lavoro sono da sempre stati i sindacati. Tuttavia la loro parte politica di appartenenza, la sinistra, si è concentrata soprattutto sulla difesa dei diritti civili (democrazia, antifascismo) e molto meno su quella dei diritti sociali e poichè in politica come in natura non esiste il vuoto, vi è stata una componente politica retorica, demagogica, populista che ha offerto a molti non il lavoro ma promesse da mondo dei balocchi e il reddito di cittadinanza alias paghetta nella prospettiva che fosse il ponte verso la conquista di un posto di lavoro. Ciò non è stato e la percentuale dei beneficiati che ha trovato lavoro per questa via è di circa 30.000 contro 4,5 milioni di paghette assegnate. Evvabbè … Dal diritto al lavoro invece deve discendere il lavoro effettivo, non una retribuzione a prescindere dal lavoro. Dice … ma chi lo ha sancito questo diritto, anzi, chi lo dice che abbiamo tutti questi diritti? E allora veniamo al titolo di questo post.

Rivoluzione francese, 1789, madre della rivoluzione politica moderna. Si, vabbè, però … però quella legge (il Codice Civile Napoleonico) non ha riconosciuto l’esistenza innata dei diritti: li ha riconosciuti in quanto “creati” dalla legge stessa che si è sostituita al re quale fonte dei diritti e del Diritto. Inoltre Codice di Napoleone tuttavia è “civile” ma non tratta il diritto amministrativo, nel quale continuò a prevalere il rapporto “io amministratore-tu suddito”. Evvabbè …

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Un passo avanti l’avevano fatto i nordamericani, i quali nella loro Declatarion of rights della Virginia nel 1776 affermavano che gli uomini sono tutti “evidentemente” (sic) uguali ed hanno diritti innati quali il diritto alla vita, alla libertà, alla felicità, ponendo in tal modo la sfera giuridica dei diritti prima della sfera del Diritto, salvo poi contraddirsi nei fatti con il mantenere la schiavitù per un certo periodo o – oggi –  con l’assicurare l’assistenza medica solo a chi … si è assicurato da sé. E chi non ha il denaro per assicurarsi? Certamente “felice” non è. Evvabbè …

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E noi Europei, anzi, diciamo meglio, noi Italiani? La nostra splendida Costituzione – sotto questo profilo – è del tipo di quella nordamericana, solo che poi – per fortuna – noi non siamo così ipocriti nel senso che almeno sul fronte del diritto alla salute abbiamo un sistema sanitario pubblico che funziona molto bene in alcune zone del paese, meno bene in altre, ma sostanzialmente funziona. Tuttavia quanto alla schiavitù non abbiamo quella vecchia, ma ne abbiamo un paio di nuove: i raccoglitori di pomidori e i riders: evvabbè, mica si può essere perfetti! Resta il problema di cui alla prima riga di questo post.

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Lo Stato sono io, diceva quel tale re Luigi XIV. Lo Stato siamo noi, dobbiamo dire noi oggi. Noi che ci siamo dati una splendida Costituzione che ha semplicemente fotografato la preesistenza di diritti innati. La legge, le leggi, il sistema delle leggi cioè il Diritto vengono solo dopo. Solo che l’inadempienza a questo obbligo costituzionale – di assicurare il lavoro a tutti –  non è sanzionata se non dal voto dei cittadini, il che potrebbe anche andar bene, ma  … nel frattempo chi non ha lavoro che fa?

Automazione e globalizzazione: da opportunità a rischio. Oggi poi che le banche con il fai da te (home banking) stanno licenziando migliaia e migliaia di dipendenti; che molte aziende delocalizzano in paesi UE dove il lavoro è molto meno pagato e tutelato (ma quei paesi, ce li teniamo così, dentro una sorta di UE “alla carta”?) ; che l’automazione e la globalizzazione nella distribuzione un sistema web (Amazon e simili) stanno facendo morire il sistema della distribuzione tradizionale … che fare? Be’ raga, mica ho la bacchetta magica io! Io sono solo un semplice, umilissimo blogger, uno che nella vita ha sempre fatto il manager, il quale crede di poter avere solo un minimo merito, quello di porre il problema, non certo di offrire al sistema Italia la soluzione. Per quanto, come se fosse un gioco, lasciatemici provare. Ricordate da bambini quando si giocava? Nell’attribuire i ruoli ad ognuno si diceva: “Facciamo che io ero il capo dei cavalleggeri, che tu eri il capo indiano, che lui era il cowboy, che lui era il bandito, lui lo sceriffo …” Ecco, facciamo che io ero la persona alla quale era demandato il diritto-dovere di trovare una soluzione, solo per gioco, s’intende, senza alcuna pretesa: e ci mancherebbe altro!

Io farei così.

Rimetterei ordine all’elenco delle priorità; toglierei per legge la copertura finanziaria alle priorità non più tali, aumentando in tal modo la quantità di finanza disponibile per le nuove priorità.


Ai nuovi primi posti metterei

Le strisce! Mettiamole le strisce!


– “Sovranismo Europeo”: la proposta di una nuova UE, articolata, completa e dettagliata (non la sua sola affermazione in linea di principio), tendente agli Stati Uniti d’Europa;
– attivazione immediata della cantieristica pubblica;
– investimenti nei nostri settori di punta, quale ad esempio nel turismo verso il nostro Museo a Cielo Aperto (il nostro Paese, l’Italia). Al riguardo chi mi sa dire come è stato possibile che la compagnia di bandiera di un Paese simile abbia potuto entrare in crisi? Mah …
– meno burocrazia e più democrazia;
– un nuovo IRI, Istituto per la Riconversione Industriane;
– la riforma della scuola che desse conoscenza e non solo capacità;
– la riforma in senso democratico dell’ Università;
– investimenti sulla ricerca e innovazione;
– un piano di rientro dei nostri migliori cervelli fuggiti.

Dice … e la difesa? Mi preoccuperei molto di più dell’esercito di terra e meno dell’aviazione che vedrei meglio orientata verso droni, molto meno costosi dei cacciabombardieri F35; quanto alla marina, la vedrei orientata verso un tipo di naviglio minore, più agile, ovvero verso moderne “libarne” piuttosto che verso pesanti “triremi”.

Dice …  e la sicurezza interna? Be’ raga, la prima sicurezza da garantire al paese è quella contro le mafie organizzate. O no? Cosa? Ah già … si, ci sono anche i vuccumprà … scusate, me ne stavo dimenticando!

Ma basta, la smetto di giocare e di sognare, la chiudo qui con la mia utopia, per quanto … l’utopia non è un traguardo irraggiungile, ma un traguardo semplicemente non ancora raggiunto! Dice … ma concretamente, che fai? Credo che accetterò di candidare alle prossime comunali, quale consigliere, s’intende! 

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