IEDER TAG, DER NICHT GUT ANGEWENDET WIRD, IST VERLOREN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2020 @ 7:36 am

Detto altrimenti: ogni giorno che non è ben usato è perduto     (post 3865)

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Quant’è vero! Figuratevi poi per un blogger che ha la pretesa di pubblicare un post al giorno, sì, quello che ha comunque un significato, quello di levare l’ignavia di torno! Sì, d’accordo, ma di cosa scrivo oggi? Pensa e ripensa … ecco, ci sono! Oggi voglio raccontarvi una favola, una favola inventata da me e pubblicata nel libro di Enrico Fuochi. qui a fianco. Si intitola …

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PASSEPARTOUT

C’era una volta un ragazzino che si chiamava … be’ a dire il vero erano gli altri che lo chiamavano: “Passpartout, Passpartout … dove ti sei cacciato?” Infatti gli avevano affibbiato questo strano nome che vuol dire “Passa dappertutto” per via che sin da piccolo era solito infilarsi in qualsiasi cunicolo, attraverso le sbarre dei cancelli … insomma, in qualsiasi piccola apertura. Da grandicello poi, aveva imparato ad intrufolarsi nelle case, nelle cantine, nei magazzini altrui per prendere … ma no, chiamiamo le cose con il loro nome, per rubare oggetti d’ogni sorta. Per entrare nelle case altrui usava mille espedienti: chiavi false, veri e propri passpartout, un piccolo grimaldello, un piede di porco.

I suoi genitori si erano accorti dei continui furti perché vedevano la sua cameretta riempirsi degli oggetti più strani e diversificati: pacchi di fatture false, uno scatolone di schede elettorali in bianco, estratti conto bancari di conti correnti cifrati esteri, tanto per fare alcuni esempi. Essi lo rimproveravano, cercavano per quanto possibile di restituire la refurtiva ai legittimi proprietari, lo rinchiudevano in castigo nella sua cameretta. Ma così come egli era abile nell’intrufolarsi nelle case altrui, altrettanto era bravo ad uscire dalla sua “prigione” anche se chiusa a doppia mandata.

Un bel giorno Passepartout si chiese perché mai venisse punito quando si impossessava delle cose che gli piacevano. Infatti aveva notato che tutta la gente che conosceva si procurava tutto ciò che faceva loro gola: dai cibi migliori, dalle auto più lussuose, dai vestiti di marca e così via, ben oltre il soddisfacimento delle proprie reali necessità. Per cercare di capire, andò in un’altra favola e interrogò il Saggio Grillo Parlante. “Grillo Parlante, gli chiese, perché la gente si procura tutte queste cose in sovrappiù e quando io mi impossesso di qualche piccolo oggetto mi danno del ladro e mi puniscono?”

Dal libro “Fotofiabe” di Enrico Fuochi

Il Grillo saggio gli rispose: “Passepartout, ma la gente non ruba quegli oggetti, bensì li compera con il denaro che ha guadagnato con il proprio lavoro”.Ah, ho capito, disse Passepartout, la gente lavora per guadagnare del denaro con il quale comperarsi ciò di cui ha bisogno. Ma no … aspetta Grillo … il più delle volte la gente si compera anche cose che desidera possedere solo per soddisfare un proprio capriccio. E allora capriccio per capriccio, siamo uguali, loro come me ed io come loro”.“No, disse il Grillo Saggio, la tua argomentazione non regge. Tu devi smettere di rubare e basta! Ed ora scusami, ma devo tornare nella mia favola, dove sono atteso per una riunione importante sulla CAV, Carrozza ad Alta Velocità che deve essere realizzata per trasportare velocemente la verdura e la frutta dai campi al mercato del paese”. E con un gran salto da grillo esperto balzò via.

Passepartout restò solo a riflettere e pensò che c’erano molti modo di rubare: il suo, che consisteva nel sottrarre qualche oggetto alle persone, era il più semplice. Ma era un furto ben più complesso e grave quello di chi non remunerava adeguatamente il lavoro dei propri dipendenti; quello di chi evadeva le imposte; quello di chi, ricoprendo importanti cariche di governo, “rubava il futuro ai giovani”, nel senso che non si preoccupava di costruire un futuro per i giovani come lui. “Ma allora, pensò, come mai tutti se la prendono solo con me e non con tutti questi miei colleghi che sono ben più ladri di me?”Un giorno, rovistando in una soffitta nella quale si era intrufolato di nascosto, trovò un piccolo quadro, con la cornice in finto legno ad inquadrare un motto … “Chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera”. Entusiasta della scoperta corse dai suoi genitori: “Mamma, papà, ecco … ho capito perché mi sgridate: perché io rubo poco! Ma se miglioro e mi metto a rubare molto, farò carriera e voi sarete orgogliosi di me!”Non l’avesse mai detto! Papà e mamma montarono su tutte le furie … poi si calmarono e cercarono di spiegargli che quel quadretto era solo uno scherzo, un piccolo scherzo che qualcuno aveva inteso fare ad un amico … e lo mandarono nella sua cameretta a riflettere sui loro insegnamenti.

Passepartout questa volta non scappò di casa, anche perché la porta della cameretta non era stata chiusa a chiave e quindi … che gusto ci sarebbe stato a … forzarla? Pensa che ripensa, decise di tornare a parlare con il Saggio Grillo Parlante e tornò a fargli visita nella favola di pagina …. Il Grillo lo accolse con un sorriso: “Passepartout, che bello vederti! Sono sicuro che hai riflettuto su ciò che ti ho detto e non rubi più, vero?”. “No, Grillo, è che ho trovato un quadretto che mi ha creato un grosso problema”. E glie lo mostrò. “Eh, no, caro mio, gli disse il Grillo, si tratta di uno scherzo. La verità è che le regole della convivenza civile e del buon governo sono custodite in una cassaforte assai robusta che si chiama “Morale”, così ben chiusa che nessuno mai ha nemmeno provato ad aprire.

Ma cos’è la Morale?” Chiese Passpartout. E il Grillo rispose: “La risposta è chiusa nella cassaforte, caro mio … bisognerebbe proprio che qualcuno si decidesse ad aprirla! Posso solo dirti che se quelle regole fossero applicate, nel mondo non ci sarebbero più malattie, fame e guerre”. Passpartout pensò “Troppo bello per essere vero!” e volle capire se il Gufo diceva la verità. Decise quindi di aprire quella famosa cassaforte, per divulgare a tutti le regole della Morale. Un giorno, quando si fu ben accertato che da tempo nessuno più si interessava ai contenuti della Morale, per cui nessuno stava nemmeno cercando di aprirla quella cassaforte, si avvinò alla cassaforte e dopo qualche tentativo andato a vuoto, riuscì a forzarne la serratura. Quale stupore quando lesse le Regole Morali per così tanto tempo ignorate. Ecco, per comodità di voi che leggete questa favola, lui stesso mi pregò di ritrascriverle integralmente:

  1. Si deve ricercare il “bene comune” e non solo il bene di alcune persone.
  2. La Politica deve essere un Servizio per gli Altri e non per se stessi.
  3. La ricchezza deve essere distribuita fra tutti in modo non obbligatoriamente uguale ma in modo obbligatoriamente equo.
  4. La modernità consiste nel prendere atto che il mondo è di tutti, che le risorse del mondo sono limitate e che quindi occorre sobrietà nei consumi ed apertura verso chi ha più bisogno di te.
  5. Occorre dare un futuro a tutti, soprattutto ai giovani.

Passpartout fu sorpreso che un numero così limitato di regole potesse avere la capacità di rendere felice il mondo, ma tant’è ci volle provare. Stampò un gran numero di copie delle Regole Morali, le distribuì a tutti i suoi concittadini, le fece trasmettere dalle televisioni di tutto il mondo e … quale miracolo! Il Grillo Saggio aveva ragione: improvvisamente sparirono dalla faccia dalla terra malattie, povertà, guerre.

La morale della favola sulla Morale? E’ che la favola è finita, ma che il racconto deve continuare  non come favola ma come cronaca di una nuova realtà.

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