VERSO LA PARITÀ DEI DIRITTI (DELLE DONNE)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Maggio, 2020 @ 6:41 pm

Detto altrimenti: mercoledì prossimo si vota in Senato una mozione … (post 3889)

Since 2017 …

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Tutto è nato a Trento, o quanto meno, per quanto ci riguarda, “anche” a Trento. Prima in un partito, poi in un’Associazione, ora di nuovo “anche” in un partito. L’Associazione era ed è Restart Trentino, voluta dall’allora Dr.ssa ora anche Sen. Donatella Conzatti. Da quattro anni fra i nostri Eventi (dico “nostri” perché Donatella mi ha voluto alla sua presidenza) spiccano quelli per la parità di genere e la difesa delle donne. Difesa dalla violenza maschile: fisica e “pregiudiziale”.

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Già, il pregiudizio, un atteggiamento discriminatorio fondato su ignoranza, interesse o paura, il quale di norma è assunto da parte di una maggioranza contro una minoranza. Di norma, dicevo, perché invece il pregiudizio contro il genere femminile è assunto da una minoranza (gli uomini) contro una maggioranza (le Donne): il suo superamento sarà una conquista di civiltà. Per dirla con Norberto Bobbio (Elogio della Mitezza, pagg. 98,99), la conquista della parità dei diritti e delle condizioni sarà la più grande (io sarei persino tentato di dire l’unica) rivoluzione del nostro tempo”.

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Sen. Donatella Conzatti (Italia Viva)

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Ed ecco che allora mercoledì prossimo, si voterà in Senato questa mozione sottoscritta da tante Senatrici e Senatori che mio vorranno scusare se non li nomino tutti ma – per fortuna! – sono tanti … e poi questo è “Trentoblog …”.

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Inizia

IL SENATO

premesso che:

l’attuale situazione di emergenza epidemica ha costretto a misure di contenimento che hanno un impatto pesantissimo sulla vita di ogni persona, ma che colpiscono in particolare le donne: il rischio è che l’unico modo per riuscire a conciliare le numerose esigenze di gestione della famiglia diventi quello di rinunciare al lavoro da parte di uno dei membri, sacrificando ovviamente la retribuzione più bassa che nella maggior parte dei casi è quella delle donne;

  • Il decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. decreto Cura Italia) …. omissis
  • il Governo, per far fronte all’attuale situazione di grave difficoltà per il Paese a causa dell’emergenza da Covid-19, …. omissis …
  • da indagini condotte risulta infatti che la maggior presenza femminile nel mercato del lavoro contribuisca ad incrementare significativamente il prodotto interno lordo nazionale, non solo facendo crescere la forza lavoro, ma anche per i livelli di produttività elevati che avrebbero le nuove occupate;
  • in Italia le imprese femminili (che rappresentano il 22% delle imprese) sono quasi un milione e mezzo ed impiegano tre milioni di persone;
  • considerato inoltre che
  • per costruire un futuro sostenibile e più inclusivo, va aumentata la presenza delle donne in tutti gli ambiti lavorativi che vanno a superare le barriere all’avanzamento nei percorsi di carriera, in particolare nei campi in più rapida crescita (STEM, informatica, cloud computing, dati e intelligenza artificiale), per permettere alle donne di raggiungere le posizioni di leadership. Il talento femminile si manifesta con evidenza in ogni ambito:

1. in Italia il primo caso di Covid-19 è stato diagnosticato sul cosiddetto “paziente 1” grazie alla competenza e all’ intuito di una anestesista donna, quando ancora questa patologia era sconosciuta in tutti gli ospedali del Paese e nessun medico aveva mai studiato alcuna diagnosi e protocollo in merito;

2. all’ospedale Spallanzani di Roma, grazie al lavoro di tre ricercatrici, è stato isolato per la prima volta il Covid-19, operazione che si è rivelata fondamentale per sviluppare le terapie, per curare il virus e per iniziare lo studio di un vaccino;

3. la Legge 120/2011, cd Golfo-Mosca, che ha portato molti talenti femminili nei ruoli di amministrazione e controllo di società quotate e partecipate pubbliche, in scadenza, è stata prorogata e potenziata con la Legge n. 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di bilancio 2020) elevando la percentuale della quota femminile nelle società da 1/3 a 2/5 per 6 mandati consecutivi, grazie all’iniziativa trasversale delle forze politiche di maggioranza;

4. molte donne ricoprono ruoli lavorativi conquistati con merito e nel contempo hanno creato famiglie, la cui gestione è resa possibile dai servizi pubblici quali: servizi per l’infanzia, la scuola, servizi per disabili e autistici, centri estivi e centri diurni per anziani.

5. le donne sono impegnate in moltissimi settori a rischio, come gli ospedali, nei supermercati, nelle farmacie, nei vari servizi alla persona, servizi di sanificazione e pulizia;

IMPEGNA IL GOVERNO A

1. sostenere le donne lavoratrici per evitare che debbano abbandonare il lavoro, proponendo misure urgenti, anche normative, per consentire loro di riprendere al più presto le attività lavorative prevedendo, altresì, strumenti di programmazione concreti per la riorganizzazione del sistema scolastico e di ogni servizio alla famiglia;

2. fin dalle prossime settimane della cosiddetta “fase 2”, favorire la diffusione dello smart working mediante la regolazione del suo utilizzo, attraverso accordi, individuali e collettivi, per garantire che il lavoro a distanza avvenga con modi e forme equilibrate e giuste, soprattutto rispetto al diritto di disconnessione;

3. prevedere un prolungamento dei congedi parentali di maternità e paternità attualmente riconosciuti, incrementandone il valore, rendendoli paritari e fruibili obbligatoriamente da entrambi i genitori indipendentemente dall’attività lavorativa svolta;

4. riconoscere bonus per l’acquisto dei servizi di baby-sitting per l’assistenza e la sorveglianza dei figli minori fino a 14 anni di età, indipendentemente dall’attività lavorativa svolta dal genitore;

5. promuovere il lavoro di cura e, quindi, la figura del caregiver universale (senza distinzione tra uomini e donne) attraverso il riconoscimento del suo valore sia per la società sia monetario, anche prevedendo una retribuzione del lavoro domestico nelle sue diverse forme;

6. prevedere un sistema di premialità fiscale per consentire la totale deduzione delle spese sostenute per il lavoro di cura;

7. promuovere ogni utile iniziativa al fine di sostenere le famiglie anche naturali, monoparentali nella crescita e nell’educazione dei bambini e delle bambine;

8. rafforzare le misure di sostegno, in termini economici e di servizi, per le famiglie con figli, con disabili o anziani non autosufficienti;

9. prevedere specifici interventi di sostegno verso le donne impegnate nel lavoro di cura, quali badanti e assistenti delle persone con disabilità;

10. predisporre un piano nazionale orientato alla riduzione del “digital divide” che in Italia ancora oggi impatta in maniera prevalente su alcune categorie di donne, in particolare nelle aree più svantaggiate del Paese;

11. predisporre un piano nazionale dei tempi e degli orari che favorisca la compatibilità tra orario di lavoro ed esigenze derivanti dalla forte riduzione dei servizi, che investiranno prevalentemente le donne lavoratrici, in modo da prevenire possibili comportamenti discriminatori;

12.  valutare l’opportunità di intervenire sulla normativa vigente al fine di individuare una percentuale dei beni confiscati alle associazioni mafiose da destinare ad uso e utilizzo delle imprese femminili, in modo da rafforzare la presenza dell’imprenditoria femminile, contrastare la precarietà del lavoro delle donne, in particolare delle giovani donne e dare slancio alla vocazione femminile.

13. adottare per la prima volta in Italia una “Strategia Nazionale per la parità di genere” al fine di colmare i persistenti divari di genere nel mondo del lavoro – a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni – per sviluppare il pieno potenziale femminile nelle imprese, nella politica e nella società, nonché per conseguire un equilibrio di genere a livello decisionale e politico.

Finisce

Bravissima Senatrice! Finisce il testo della mozione, ma non la soluzione del problema. Ne riparleremo dopo mercoledì prossimo.

Donne, Dominae. Mi permettto di aggiungere una mia considerazione: l’uguaglianza “a comparti chiusi” non è accettabile: è una sorta di “gestione separata” iniqua, in quanto garantisce ad alcuni ambiti alcuni vantaggi “a prescindere”. Ampliamo la visuale: la “razza” è una sola, quella umana, senza distinzione di colore della pelle o di genere. Non è un caso che nel post precedente, lo stesso partito politico, coerentemente, sia promotore della regolarizzazione di 600.000 lavoratori invisibili, bianchi e neri, UE e non, uomini e donne. Fra l’altro, sul piano pratico, volere mantenere in vita questi “vasi non comunicanti” nel senso “qui dentro noi sì, gli altri e le altre no”, è di ostacolo alla valorizzazione delle energie e capacità migliori: non è un caso – tanto per fare un esempio – che i sette (sette!) paesi guidati da Donne siano quelli che meno hanno sofferto del Covid19 e che meglio ne stanno uscendo. E poi le Donne sono naturalmente portare alla relazione: noi maschietti allo scontro, alla prevalenza sull’altro.

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