DISPARITA’ DEI GENERI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Maggio, 2020 @ 4:41 pm

Detto altrimenti: … dalla quale dobbiamo arrivare alla parità di genere     (post 3917)

Le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani ad una professoressa …

Premetto: lo spazio in bianco che trovate alla fine del post? E’ per riportarci la legge che serve a pareggiare i conti! Ora possiamo cominciare. L’uguaglianza presuppone una relazione fra due soggetti: Tizio è uguale a …. Non avrebbe senso dire “Tizio è uguale.” Ora, quanti sono le razze umane? Una sola appunto. E i generi umani? Per me, uno solo, l’ “umanità”, quindi non avrebbe senso dire che l’umanità è uguale, piuttosto si potrebbe dire che essa è “omogenea”. E invece storicamente abbiano attribuito libertà, opportunità e diritti diversi a due sotto-generi, il maschile e il femminile. In tal modo di fatto – e fino a pochi anni fa anche di diritto – li abbiamo trattati diversamente, abbiamo dato vita alla disparità dei generi che poi è uno dei grandi problemi della nostra società, e ogni volta che promuoviamo un convegno sulla parità di genere, sbagliamo, perché dovremo promuoverlo contro la disparità dei generi (le parole sono pietre …).

Abbiamo eliminato per legge – sia pure molto tardi – le disparità di legge. Ora, per eliminare le disparità di fatto sopravvisute all’abolizione dell’abominio legislativo, dobbiamo ricorrere nuovamente ad una legge!

Diversi, anche nella libertà. Infatti il genere femminile non è libero dal pregiudizio di un gruppo minoritario (noi maschi) contro un gruppo maggioritario (loro, Donne), con un’inversione della consueta regola numerica. Uso il termine “maschi” e non “uomini” perché spesso quest’ultimo è riferito anche alle donne, e noi maschi crediamo di potercela cavare così, a buon mercato, definendo tutti “uomini”. E invece è proprio per uscire da questa opportunistica ambiguità lessicale che io preferisco usare il termine più comprensivo di “umanità”. Anche di una donna, infatti, si può dire che “è molto umana”. Norberto Bobbio, nel suo libro capolavoro (uno dei tanti) “Elogio della mitezza” ci ricorda che il pregiudizio è una presa di posizione precostituita che si basa sull’ignoranza e/o sulla paura e/o sull’interesse; che quello contro le Donne è esercitato – contro la citata regola numerica –  da un gruppo minoritario contro un gruppo maggioritario  e che il suo superamento sarà la più grande se non l’unica rivoluzione del nostro tempo.