IL VIRUS NELLE ASSEMBLEE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Giugno, 2020 @ 5:12 am

Detto altrimenti: quando colpisce le loro democrazia …    post 3939)

Sono sempre stato contrario a certe assemblee condominiali nelle quali l’amministratore condominiale se le dice, se le canta, se la suona e – di fatto – presiede lui stesso l’assemblea: a testimonianza di ciò, accade che costui resti in cattedra ed il condomino – presidente solo formale – continui a sedere fra i banchi dei condomini.

Ugualmente accade in certe associazioni, in alcune delle quali tuttavia sono riuscito a far comprendere che il presidente dell’associazione presiede le riunioni del suo direttivo, ma che l’assemblea degli iscritti deve essere presieduta da una persona diversa, da loro nominata. L’Assemblea infatti non è la riunione del direttivo né del presidente dell’associazione o della SpA di turno, bensì è la riunione rispettivamente degli associati e degli azionisti.

Dimenticarsi di ciò, trascurare questo aspetto è violare e negare la democrazia. Questo comportamento negativo e assolutamente antidemocratico è particolarmente aggravato in periodo di distanziamento fisico di assemblee via computer. Recentemente infatti ho visto una convocazione nella quale di diceva che “Causa distanziamento, i posti in sala sono solo 23 e quindi affrettarsi con le deleghe”.

In altra assemblea si è negata la parola a iscritti che pure si erano invitati a prenotarsi e che si erano regolarmente prenotati, fornendo addirittura con largo anticipo copia del loro breve intervento. In uno di questi casi ho avuto modo di registrare la protesta di chi non ha ricevuto la parola, cui pure aveva diritto, ma soprattutto mi ha colpito l’incredibile  risposta che costui ha ricevuto, in quanto la riunione “sarebbe durata troppo a lungo”. Ecco, in questo modo ‘l tacon l’è sta pezo del bus, cioè la pezza è stata peggio del buco che si voleva rammendare, nel senso che oltre all’offesa alla democrazia si è aggiunta anche l’offesa all’intelligenza di quella persona.

Ma l’assemblea più bella, quella da premio Oscar, l’ho vissuta in prima persona in una grande banca tedesca. Al momento del voto il presidente annuncia: “Abbiamo raccolto l’80% dei voti, fra presenze e deleghe: tutti favorevoli alla gestione di cui si discute. Perciò i commessi passeranno fra voi azionisti per distribuire bandierine rosse da utilizzare al momento del voto (contrario, n.d.r.)”.

Perchè sono così sensibile a questi aspetti? Leggete il libro “Il fascismo eterno” di Umberto Eco (€5,00, ed. La Nave di Teseo). Eco ci avverte: “Non abbiate la pretesa di vedere sfilare camice nere e manganelli; il fascimo ha molti altri modi subdoli per infuiltrarsi nella democrazia”. E chi non è sensibile nel contrastare questi aspetti “minori”, non saprà opporsi nemmeno a quelli micidiali di un ritorno di fatto del fascismo. Sulla pericolosità di questa distrazione: “Le origini del fascismo in Italia -Lezioni di Harward” di Gaetano Salvemini, Ed. Universale Economica Feltrinelli.

La parola “democrazia” nei millenni ha assunto significati diversi: inizialmente era potere “sul” popolo (il democrator era il dittatore); poi ha significato lo strapotere del popolo, di ciò accusato dalle classi nobili escluse dal governo; infine – finalmente – ha significato potere “del” popolo. Vigiliamo a che oggi essa non torni ad assumere uno dei due significati precedenti, sotto forma del potere del presidente di fatto e non di diritto di un’ assemblea di turno o dello strapotere del popolo di una delle tante reti.

Viva la democrazia vera!

P. S. – Dice … ma tu, caro blogger, scrivendo queste cose puoi farti dei nemici. Dico: lo so, ma per me “libertà (e democrazia) vo cercando come sa chi per lei vita refiuta”. Ed io sarei disposto a mettera rischio la mia stessa vita pur di difendere la democrazia vera. Figurarsi che paura mi fa l’eventuale inimicizia di qualcuno!

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