FINANZA PUBBLICO – PRIVATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2021 @ 8:19 am

Detto altrimenti: come fare collaborare le due “finanze”     (post 4617)

Presupposti del mio ragionamento

  • Il nostro debito pubblico continuerà a salire e per bene che sia investito il Recovery Fund, ci vorrà molto tempo prima di potere avere ritorni finanziari tali da iniziare a ridurlo.
  • La crisi Covid è mondiale e forse prima o poi potrà incidere sulla funzione di sostegno UE.
  • Oggi, la disponibilità finanziaria privata italiana è elevata (circa 4500 miliardi di cui 1700 nei c/c bancari) ed è alla ricerca di buoni rendimenti: occorre convoigliarla volontariamente verso il settore pubblico.

Il fatto

  • Il 25 agosto 2020 Banca Intesa Sanpaolo ha lanciato 1,5 mildi di propri Titoli Irredimibili di Rendita (non di debito) al 5,5% lordo tassati al 26% ed ha ricevuto richieste di acquisto per 6,5 mildi.
  • La banca ha pagato tassi così elevati perché era sicura di investire a tassi ancora più elevati: poi si apprende che è la principale finanziatrice della costruzione di una enorme centrale a carbone nei Balcani, contribuendo ad una politica contraria alle direttive UE in materia ambientale.

Il futuro

Se il sistema bancario seguisse questo esempio
– si drenerebbero i depositi bancari italiani per finanziare investimenti esteri anche di dubbia portata;
– si creerebbe una forte e dannosa concorrenza al collocamento dei titoli di debito dello Stato.

Ulteriore pericolo

Poiché il denaro non ha il cartellino, in assenza di altri investimenti esteri quale la suddetta centrale a carbone, le banche nostrane potrebbero emettere propri Titoli Irredimibili  a tassi di rendimento molto elevato e affidare il reinvestimento di quelle somme a proprie filiali o consociate estere che si avvarrebbero di altre banche/finanziarie etc. (a catena) a tassi di rendimento sempre crescenti fino ad arrivare all’investimento più redditizio e più immorale in assoluto che non voglio nemmeno nominare.

La proposta

Lo Stato emetta subito propri Titoli Irredimibili Rendita non di debito a tassi interessanti, tenuto conto che come titoli pubblici sono tassati solo al 12,5%, in sostituzione volontaria di tranche di propri titoli di debito in scadenza (in tal modo riducendo il proprio debito pubblico) + nuove tranche (in tal modo aumentando la propria liquidità). I maggior esborsi in linea interessi sarebbero molto più che compensati dai minori esborsi in linea capitale.

Il risultato

Riduzione del debito pubblico. Maggiore disponibilità finanziaria. Maggiore tempo per mettere a regime la redditività degli investimenti.  In caso di emissioni di irredimibili “tempestive”, attrazione in Italia di disponibilità finanziarie private estere.

E allora, why not?