FINANZA PUBBLICO-PRIVATA LOCALE BOR, BOP, BOC: Buoni Ordinari Regionali, Provinciali e Comunali

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2021 @ 7:06 am

Detto altrimenti: de iure còndito e de iure condendo (post 4621)

Prendo lo spunto dai Bond Irredimibili Rendita non-di-debito già emessi dalle banche italiane (Banca Intesa Sanpaolo, 25 agosto 2020, 1,5 mildi a fronte dei quali ha ricevuto richieste di acquisto per 6,5 mildi!), Bond che ovviamente che possono essere emessi dagli Stati nazionali e anche dall’UE (per inciso, sarà interessante vedere come quella banca avrà classificato quell’emissione nel suo bilancio al 31 dicembre 2020, cioè non fra i propri debiti!), per parlare dei Bond locali BOR, BOP, BOC.

Mi riferisco infatti alle emissioni dei titoli di debito pubblico degli Enti Locali previsti dall’art. 35 della legge 23/12/94 n.724, che prevede, per le risorse così ottenute, il vincolo di destinazione a investimenti in specifici progetti di importanti opere pubbliche (funivie, interramenti ferroviari, etc.). Queste emissioni hanno durata minima cinque anni (la legge però non fissa la durata massima!) e sono convertibili in obbligazioni o in azioni delle società di scopo possedute dagli enti emittenti. Il loro rendimento può essere superiore fino a un punto rispetto a quello del corrispondente titolo statale.

Una proposta: che quel “possedute” si possa riferire anche a SpA miste pubblico-private a maggioranza azionaria pubblica.

Partendo da questa situazione, si potrebbe ipotizzare – sulla scia delle emissioni di irredimibili bancari – l’emissione di Bond locali irredimibili, cioè senza scadenza: l’unica modifica legislativa dovrebbe essere quella che autorizzi di remunerarli oltre quell’1% in più concesso agli attuali bond locali, magari con il tasso di rendimento rivedibile.

Una proposta: che il legislatore autorizzi un primo esperimento locale su di un Comune pilota, magari un comune turistico, per trasformare i propri turisti in investitori.

Gli investitori si troverebbero ad avere acquistato un’interessante rendita perpetua, che potrebbero disinvestire vendendo il titolo sul mercato. Gli enti pubblici potrebbero raccogliere denaro vedendo vedrebbero diminuire il livello del loro indebitamento, perché l’emissione di titoli senza scadenza di rimborso non costituisce un debito.

Una proposta: la certezza dei flussi di rendimento e potrebbe essere garantita dalla fidejussione di un pool di banche locali.

Quanto sopra potrebbe essere congiunto con la rivalutazione di istituti già esistenti quali le società di scopo, di general management, miste pubblico private e con le tecniche del project financing: tutto ciò nel senso di sensibilizzare il cittadino alla realizzazione del “Bene Comune” che non è una piazza o una scuola (che sono beni pubblici, collettivi), ma che è “quel Bene realizzato sin dall’inizio con il contributo attivo di tutti”.