AGGRESSIONE ALL’UCRAINA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2022 @ 10:47 am

Siamo tornati indietro di 2500 anni, ai tempi della guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta, quando la politica era solo politica di guerra. Atene si presenta con alcune triremi carice di armati davanti all’isoletta dei Melii. Il dialogo che ne segue ci è giunto testimoniato dagli storici dell’epoca. Parlano gli ambasciatori ateniesi: “Siete liberi di scegliere: vi alleate con noi, ci fornite ogni anno soldati e denaro, oppure sbarchiamo e vi distruggiamo” (come poi avvenne: uomini uccisi, donne e bambini resi schiavi). La prassi dell’epoca infatti era: le trattative diplomatiche vanno bene fra due parti che abbiano più o meno la stessa forza (militare): in caso di grandi disuguaglianze si applica la legge del più forte.

Questa aggressione ha come tutte le aggressioni (e tutte le guerre) una causa formale, una reale ed una occasione. La causa formale potrebbe essere l’intenzione dell’Ucraina di avvicinarsi troppo all’occidente. L’ occasione, la sua volontà di aderire alla NATO. La causa reale potrebbe essere quella di realizzare il sogno di Stalin e cioè di trasformare l’Ucraina in un enorme granaio continentale, come aveva iniziato a fare nel 1932 imponendo al paese la collettivizzazione forzata e punendo gli Ucraini che vi si opponevano, facendone morire di fame 5 milioni (cinque milioni). Dopo queste stragi arrivarono i nazisti, e non c’è dunque da stupirsi se molti Ucraini combatterono contro la Russia al loro fianco, anche se caddero dalla padella di Stalin nella brace nazista.

L’ipotesi “granaio globale” potrebbe essere supportata dalla distruzione generalizzata di industrie, infrastrutture e abitazioni urbane “non agricole” e dalla uccisione dei civili, che “non servono” alla causa.

Obiettivi “collaterali” per Putin potrebbero essere: la conquista dell’intera fascia a mare (oggi territorio ucraino); l’apertura di una via russa di terra fra la Crimea e la Russia; l’annessione formare della Transnistria (area Moldava russofona di confine di confine con l’Ucraina); l’autonomia della Bessarabia (area Moldava russofona al confine con la Romania): in questo richiamando tristemente alla memoria il pangermanesimo di Hitler. E forse Putin sperava di fare una nuova “annessione” rapida e pacifica del tipo di quella della Germania ai danni dell’Austria. Sulla materia, leggere “Educazione siberiana” di Nicolai Lilin (Transnistria)  e “Nel sonno non siamo profughi” di Paul Goma (Bessarabia).

Vi sono poi per Putin, gli effetti positivi collaterali attesi all’interno, e cioè una rapida vittoria che rinsaldasse la sua credibilità dopo la pessima gestione della pandemia e distraesse circa il contrasto fra i “suoi” super ricchi e la povertà della maggioranza della popolazione.

Queste sono solo mie considerazioni personali che ho fatto perchè “a pensar male …”. Tuttavia se mi sbaglio mi corigerete.