LA “NOSTRA” SENATRICE TRENTINA DI ITALIA VIVA, SU “IL DOLOMITI”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2022 @ 5:35 pm

TRENTO. “Per le provinciali 2023 vedo una coalizione ampia e solida come è stata SiAmo Trento. Vedo SiAmo Trentino”.  Usa queste parole la senatrice Donatella Conzatti leader di Italia Viva in Trentino in vista delle elezioni che si terranno il prossimo anno. 
Il partito di Matteo Renzi da ormai diverso tempo si sta radicando sul territorio con l’apertura di nuove sedi, nuovi amministratori e nuovi iscritti.
Punta al centro, lo sguardo è rivolto al centro sinistra, all’Europa e ad una autonomia “che guarda al di fuori dei propri confini” per crescere e rafforzarsi. Nessun veto, invece, per le primarie sulle quali il Partito Democratico sta discutendo ma “a settembre sia scelta la guida” spiega Conzatti.
 
Senatrice, Italia Viva si sta radicando Trentino? Sarà della partita il prossimo anno per le Provinciali?
In Trentino, abbiamo già fatto molto. Abbiamo due sedi, a Trento e Rovereto, dove lavorano i nostri coordinamenti ed i gruppi di lavori tematici, raccogliendo un buon numero di tesserati e simpatizzanti. Appena nati, ci siamo subito messi alla prova, presentandoci al giudizio degli elettori alle amministrative del 2020 ed eleggendo amministratori comunali e circoscrizionali. Abbiamo collaborato sia con Più Europa che con Azione. Abbiamo realizzato la prima Leopoldina, ovvero la Leopolda Trentina intitolata “Pensiero riformista”. Partecipiamo ai programmi radiofonici di Radio Leopolda raccontando il Trentino e l’Alto Adige in tutta Italia, animiamo le nostre città con i gazebo. Ospiteremo a breve Matteo Renzi per la presentazione del suo nuovo libro e, naturalmente, per parlare di politica. Avremo con noi, poi, Lucia Annibali e molti altri. Ora siamo avviati verso le Provinciali 2023. Ci raccontano poco ma siamo molto vivaci.
 
E cosa prevedete di fare per questo importante appuntamento elettorale?
Per le provinciali vedo una coalizione ampia e solida come è stata SiAmo Trento. Vedo SiAmo Trentino. Un gruppo anche più ampio di persone che prosegua nel solco del rinnovamento del programma, in coerenza con i grandi temi. Penso alla giustizia sociale, alle infrastrutture energetiche, green, digitali e di mobilità sostenibile. Penso anche ad una intraprendenza sempre più qualitativa. Dal turismo all’imprenditoria vedo crescere realtà di grande qualità, capaci di anticipare quello che sarà, un modello che va esteso a tutti i settori.
 
I partiti che si riconoscono nel centro sinistra sembrano per il momento andare tutti per la propria strada. Non si vedono tavoli di confronto, manca una posizione comune. Come si costruisce una coalizione? Lei cosa pensa del ruolo del Patt?
Credo che la coalizione per le Provinciali 2023 si costruisca partendo dal perimetro dei grandi contenuti più che dalle sigle. Italia Viva la propria scelta di campo l’ha fatta mandando a casa Conte e sostenendo con grande convinzione il Presidente Draghi. Una scelta atlantista ed europeista non populista, non sovranista, non ideologica. Alle prossime politiche vedremo lo stesso scontro geopolitico che in Francia ha visto Macron prevalere con merito su Le Pen. Per questo la scelta di campo questa volta sarà netta: sono in ballo i grandi valori e la collocazione geopolitica dell’Italia, non si scherza affatto.
So che in Trentino anche il Patt ha ben presente i grandi temi e comprende che in ballo non c’è il successo di partito ma il futuro dell’Autonomia. Con gli autonomisti sono sempre andata d’accordo sin dai tempi in cui Panizza ed io eravamo segretari politici, degli autonomisti lui ed io dei popolari e Rossi Presidente. Ho fiducia che si potrà continuare a lavorare in coalizione assieme anche con la segreteria di Marchiori e che sapranno far smettere di suonare le sirene dei piccoli corteggiamenti.
La scelta di campo dei civici storici pare già ora più netta. Condividiamo l’idea di una politica basata sui contenuti e dialogo volentieri di politica con molti di loro. Ho anche immaginato un percorso condiviso nella costruzione di un’area riformista trentina, partendo ovviamente dai valori del riformismo che sono parità tra generi e generazioni, riforme e una sostenibilità a tutto campo. A loro auguro di riuscire a completare il proprio iter organizzativo.
Ciascuna area politica di SiAmo Trento sta facendo un percorso, ciò che ho chiesto per primo al PD e che mi permetto di ribadire forte, è che ora serve trasformare il dialogo costante e diffuso, in un cammino che tracci un percorso condiviso.

 
Condivide le primarie?
Le primarie sono uno strumento per scegliere la guida qualora non ve ne sia una già chiara. Una volta ragionato assieme il perimetro dei contenuti sono favorevole a che entro settembre si scelga la guida anche con le primarie. Poi si potranno declinare i contenuti nel dettaglio.
Dico settembre perché serve tempo e chiarezza. Serve costruire un comune denominatore con la società trentina. Gli uscenti hanno scelto che questo comun denominatore debba essere “il divertimento”, scelta furba e anche sbrigativa. Sono convinta che sia invece fondamentale rimettere il Trentino nelle mani sicure dei molti e che il comune sentire vada cercato in quella urgenza di pensare assieme le azioni per ricostruire un Trentino e una autonomia che abbiano un futuro.


 
Italia Viva come vede la nostra Autonomia?
Italia Viva è un partito europeo e nazionale che ha in Trentino Alto Adige una comunità di riformisti autonomisti.
In Europa siamo con Emmanuel Macron in ReNew Europe, il gruppo dei democratici e liberali europei. Una collocazione oltremodo chiara: siamo al centro, con il terzo gruppo più grande del Parlamento europeo. Siamo tra coloro che hanno ideato e guidato la Conferenza sul futuro dell’Europa perché crediamo in una Europa federale. Un’Europa che, con una politica estera sempre più comune e con una difesa unica, permetta ad ogni singolo Stato di razionalizzare le spese militari e di essere più sicuri assieme. Un’Europa che prosegua con il debito comune per finanziare le grandi transizioni, non solo quelle digitale e green finanziate con il PNRR ma anche quella energetica e del welfare. Un’Europa che si renda produttrice delle materie prime essenziali, penso ai microprocessori, alle componenti per l’eolico e il solare e a molte filiere alimentari.
Lo dico perché oggi, con la guerra della Russia contro l’Ucraina e contro la democrazia, siamo di fronte a passaggi epocali in cui torna ad essere essenziale il ruolo dei partiti e in particolar modo di quei partiti che siano capaci di lavorare su più livelli istituzionali per leggere bene la complessità.
Quella complessità dalla quale una autonomia non più permettersi di autoescludersi, rischiando altrimenti di divenire autarchica. L’autonomia, per essere ancora forte, deve trovarsi al centro dei grandi dibattiti.
Italia Viva per prima cosa, quindi, pensa e poi fa. Crediamo in una politica fatta di studio e di contenuti. Siamo convinti che non si possa decidere bene senza aver prima approfondito. Una politica che può apparire fuori moda in un periodo di slogan ma noi riformisti siamo convinti che sia l’unica via per portare l’Italia su un sentiero sicuro.
Lo facciamo anche con i più giovani, formandoli ad un pensiero di lunga prospettiva. A settembre ci sarà la 4’ edizione di “Meritare l’Europa” a Ventotene. Un luogo che racconta in cosa crediamo, tanto quanto lo racconta Pieve Tesino.

Il prossimo anno ci saranno anche le elezioni nazionali. Lei si ricandiderà?
E’ stata una legislatura faticosa e complessa come poche altre. Tre diversi governi con la trasformazione radicale della maggioranza dalla sovranista populista del Conte I a quella europeista e atlantista di Draghi. Un capolavoro politico per il quale, oltre al grazie istituzionale al Presidente Mattarella va un grazie al coraggio e alla lungimiranza politica di Matteo Renzi. C’è stato il PNRR, il più grande piano di trasformazione e ricostruzione del Paese dopo il Piano Marshall, la pandemia di Covid-19, che continua a spegnere vite e far chiudere i battenti alle aziende ed ora anche una guerra inaccettabile nel cuore dell’Europa. Per il Trentino sono stati risolti i due grandi nodi storici e strategici della A22 e del rinnovo delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica. Per il nostro Paese abbiamo reso strutturale e finanziato sia il Piano nazionale per la parità di genere che il Piano antiviolenza. Un lavoro totalizzante. Ma ci sono molti obiettivi e progetti avviati e da completare che andranno oltre il 2023. Mi ricandido certamente per completare il lavoro che sto svolgendo, con la solita energia e determinazione. Poi come è evidente, in politica sono gli altri a candidarti e a sceglierti, quindi è una domanda che andrebbe fatta ad altri.    
 
Al momento gli unici nomi fatti come candidati presidente sono di uomini. Guardiamo anche a una candidata presidente?
Ogni percorso condiviso deve avere una guida. Semplificherei dicendo, quella più capace di entrare in empatia con tutte le sensibilità politiche e che sappia incarnare l’idea del Trentino che si vuole costruire. Servono però esempi oltre che parole. Esemplifico, se ci diamo come obiettivo quello di costruire un Trentino paritario, mai più la guida potrà incarnare un modello patriarcale di società o parlare per stereotipi. Donna o uomo, dovrà quindi avere una cultura paritaria. 
Il tema del femminile sorprendentemente esiste ancora. Esiste nella misura in cui le donne vengono escluse ex ante anche dalle discussioni sui candidati. Trovo invece normale oltre che costituzionale che nella rosa dei candidati ci siano nomi femminili e maschili in misura paritaria, a parità di competenze naturalmente. Ma direi che il tema del merito e delle competenze sul fronte femminile in politica non mi preoccupa affatto, ne vedo in abbondanza. Quindi certamente la candidata Presidente potrà essere una donna.